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E ora il ragù

Creato il 07 marzo 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

showposterDopo le lasagne e i tortellini un altro piatto, pilastro della cucina tradizionale italiana sottoposto a indagine è risultato con tracce di DNA equino. Il piatto degli italiani è sempre più a rischio, ma il pericolo non arriva solo dalle sofisticazioni nocive per la salute: si allunga, infatti, anche la lista di cibi che non sono quello che le etichette dichiarano essere. L’allarme arriva, non solo dal Ministero della salute, ma anche dalla televisione, che da giorni ci allerta informandoci che ora, anche il ragù Star è stato ritirato dal commercio. Quattro tipi diversi del ragù, molto pubblicizzato, conteneva parte della carne equina proveniente dalla Romania,  non dichiarata sulla confezione. La notizia crea un  nuovo allarme per quanto riguarda la filiera alimentare.

Ravioli, tortellini, lasagne, polpette e ora ragù, sembra un inventario della tradizione culinaria italiana invece è solo l’elenco del prodotti, analizzati dai Nas e risultati positivi al test della carne equina non segnalata in etichetta. Dopo Buitoni ecco un altro colosso dell’industria agroalimentare che finisce nella rete dei controlli, si tratta dell’azienda brianzola Star e dei suoi ragù. Ben quattro, dopo le analisi del nucleo anitsofisticazione risultatono positivi, quello alla bolognese, alle verdure  e due lotti della versione classico, con scadenza nel 2016.  L’azienda Star, a s

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eguito dell’allerta europea, ha precisato il Ministero della Salute, aveva comunque già attuato il blocco in autocontrollo e le procedure di ritiro dal mercato dei prodotti finiti, ed i Nas di Milano avevano sottoposto a sequestro sanitario cautelativo oltre 300.000 singole confezioni del prodotto.  L’allarme scattato dopo la segnalazione di partite di carne macinata congelata proveniente dalla Romania ed acquistate dal fornitore francese GEL ALPES di Saint Maurice-Manosque, già posto sotto attenzione da parte delle Autorità transalpine.

Lo scandalo, partito con gli hamburger inglesi, contaminati con la carne dell’animale di compagnia per eccellenza per i britannici, e quello più generale dei cibi “contraffatti” o non a regola,  sembra allargarsi a macchia d’olio. Ultimo caso è quello della Cina, le cui autorità sanitarie hanno bloccato di recente tonnellate di cioccolato Nestlé, oltre che partite di formaggi della Kraft, bevande, dolci e passate di pomodoro – per un totale di 247 articoli alimentari e cosmetici  – risultati avere eccessive concentrazioni batteriche o essere sotto i livelli qualitativi standard.  E sull’onda dei controlli scattati in tutta Europa, anche in Italia erano arrivate le prime amare scoperte. Ravioli di carne della Buitoni, ora tornati in commercio, poi le lasagne emiliane , la pasta fresca e ora quello della Star, è il quarto caso. Un problema, che in attesa che arrivino normative più restrittive in materia di controlli, relative alla fornitura di inform

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azioni sugli alimenti ai consumatori approvato nel novembre 2011, che entrerà in vigore solo il 13 dicembre 2014, sta spingendo il Ministero della salute all’introduzione di un’anagrafe equina, perché il problema non sta tanto nella contaminazione della carne di manzo con quella equina, che non  sarebbe dannosa per la salute, a meno che non si scopra, che la carne usata per allungare il macinato di manzo, non provenga dalla macellazione di vecchi cavalli da corsa imbottiti nel corso degli anni di antinfiammatori, anibiotici, anabolizzanti e cortisone, quelli si che sono dannosi.

Per i prodotti bloccati per presenza di carne equina non dichiarata, l’allerta è comunque relativa ad una frode internazionale e non riguarda al momento la salute dei cittadini, anche se si attendono ancora gli esiti degli esami sull’eventuale presenza nella carne equina di residui di anabolizzanti. Una cosa è però certa: tra gli italiani cresce la psicosi. Si  teme  di poter inconsapevolmente consumare cibi contaminati. Ma non solo. La truffa commerciale della carne di cavallo “spacciata” per manzo, rischia di creare danni enormi a tutta la filiera, cominciando proprio dagli allevatori, che già segnalano un crollo delle vendite da quando è esploso lo scandalo anche in Italia.

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Ovviamente la lente è puntata sulla salute, sulla truffa, nessuno parla di quelle teste  fuori dalle gabbie di ferro, allungate per guardare chi arriva. Sono curiosi, i cavalli che tra poco  non ci saranno più.  Il bardigiano o l’appenninico, l’andaluso o il maremmano, in meno di 24 ore, soltanto mezzene, quarti anteriori e posteriori, teste, cuori, macinato…proteine,  da aggiungere al menù degli uomini. Mentre loro, i cavalli, sempre curiosi, forse pensano, di aver trovato una nuova stalla, forse sognano, di potere, come una volta, correre insieme sui prati…


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