Telecolor ha semplicemente esercitato il proprio legittimo diritto d’informazione: non c’è alcuna diffamazione verso Giovanni Arvedi e la sua acciaieria nella trasmissione andata in onda nel 2007. La sentenza (che si può scaricare qui) è molto ampia e analitica. E’ un testo di 42 pagine che merita di essere letto e studiato: il lavoro del giudice è stato minuzioso, avendo preso in esame ogni aspetto possibile. Dunque Telecolor ha dato prova di aver saputo affrontare un argomento difficile come il dibattito attorno all’acciaieria Arvedi.
Giovanni Arvedi (importante socio di Siemens) e l’Acciaieria Arvedi spa erano rappresentati nella causa civile presso il tribunale di Cremona dagli avvocati Stefano Previti, Alessandro La Rosa, Salvatore Pino e Bruno Guareschi. La richiesta di risarcimento danni, da parte di Arvedi, era di un milione di euro per i danni non patrimoniali, oltre a 300mila euro che sarebbero dovuti essere pagati da Telecolor spa, il cui rappresentante legale è Pierluigi Baronio, oltre che da Antonella Pizzamiglio, Gianni Leani (rappresentati dagli avvocati Andrea Magliari, Giovanni Caliaro e Alberto Gnocchi) e Luca Piacentini (rappresentato dall’avvocato Erminio Mola) per riparazione pecuniaria, in misura che si sarebbe poi dovuta ripartire, se avessero vinto Arvedi e la sua Acciaieria.
Erano intervenuti nella trasmissione anche la giornalista Puliti e l’ambientalista Ezio Corradi, tuttavia non chiamati in causa.
Una nota marginale ma umanamente per me rilevante è che il più giovane dei colleghi chiamati in causa, Luca Piacentini, padre di famiglia, avrebbe dovuto versare una somma enorme per la sua età, trattandosi di persona che vive del proprio lavoro. E il totale di 300mila euro a carico di Pierluigi Baronio e dei giornalisti sarebbe stato comunque imponente per tutti, oltre al milione di euro richiesto a Telecolor spa.
Anche il deputato Luciano Pizzetti era intervenuto: intervistato si è detto favorevole all’ampliamento dell’acciaieria.
La pagina della sentenza che accenna all’intervento del deputato Luciano Pizzetti
Questo ci colpisce amaramente. Nel 2007 il sì di Pizzetti (tutto il centrosinistra e il centrodestra erano della stessa idea) all’ampliamento dell’acciaieria, nel 2008 il legale versamento di 300mila euro di Arvedi a Pd e Pdl.
Tutto questo è imbarazzante. E’ vero che l’Italia e che Cremona ha bisogno anche di industrie e di posti di lavoro (eccome) ma battersi per l’ambiente non è un crimine e non contraddice in alcun modo alla creazione di posti di lavoro.
Quando allora la politica si accorgerà che da tempo sarebbe stato il caso di tutelare l’ambiente? Senza non c’è vita e neanche lavoro né acciaio.
Come fa il pianeta Terra a sopravvivere alle follie umane, che non si possono attribuire a un singolo parlamentare, se non ci si pone mai e poi mai questo problema e mai e poi mai se ne programma una soluzione? Non dipende tutto da Pizzetti, è chiaro, e neanche dal solo governo italiano. E’ un problema…. universale! Europeo e mondiale. I referendum sull’acqua sono stati votati pensando sì alla bolletta domestica, ma anche alla situazione mondiale. C’è chi muore di sete e c’è chi fa affari.
C’è chi produce ottimo acciaio e ricade nel problema dell’inquinamento legale, chi non trova lavoro e chi muore di lavoro o di malattie che parrebbero proprio connesse all’inquinamento (si parla della situazione del pianeta Terra, non di Arvedi, Pizzetti e Pdl. Anche senza acciaieria Arvedi il problema sussisterebbe lo stesso, nel mondo). E c’è in provincia un’area assai ampia a Tencara, che a pensarci poteva risolvere qualche problema non da poco.