Raymond Carver e la moglie Tess Gallagher
Raymond Carver è considerato “il capostipite del minimalismo letterario americano”, ma secondo sua moglie Tess Gallagher non lo era affatto; anzi, lo scrittore odiava questa definizione. Carver incontrò il suo editor storico, Gordon Lish, nel 1967 e, da quel momento, cominciò un sodalizio tra i due in cui Lish la faceva sicuramente da padrone.
Gordon Lish, "Il Terribile"
Folgorato dal talento dello scrittore, Lish gli fece intendere che lo avrebbe aiutato solo se avesse accettato e assecondato in tutto e per tutto le sue decisioni. Cominciò così un rapporto che sfiorò livelli di sadismo, scandito dalle “amputazioni chirurgiche” dell’editor su tutti i testi dello scrittore. Il libro di Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, accolto dalla critica americana come un capolavoro, era stato in realtà dimezzato da Lish che ne aveva addirittura riscritto intere pagine, stravolto la prosa e l’anima. Così afferma la moglie di Ray che ha ingaggiato una personale battaglia per ridare dignità ai testi originali di Carver e far scoprire ai lettori la vera natura dello scrittore.
Thomas Wolfe e il suo editor Max Perkins
Altro rapporto tempestoso fu quello tra Thomas Wolfe e il suo editor (di Hemingway e Fitzgerald, tra l’altro) Max Perkins. Wolfe era il prototipo dello scrittore genio e sregolatezza, ma l’opinione comune è che il genio delle sue opere sia stato il frutto degli interventi del suo leggendario editor. Sulla loro storia sarà tratto presto un film con Colin Firth (Wolfe) e Michael Fassbender (Perkins) come attori protagonisti.“Il rapporto tra editor e scrittore è un rapporto intimo, quasi inaccessibile agli estranei”.
T.S.Eliot ed Ezra Pound
C’è poi il caso in cui l’editor occupa il ruolo più “sano” di supporto ed incoraggiamento dello stile e dell’opera dell’autore che ha deciso di seguire. Uno scambio di opinioni su come poter nutrire il talento dello scrittore e aiutarlo ad esprimersi al suo meglio, nel pieno rispetto della sua essenza.Un po’ quello che successe tra Ezra Pound e il più giovane T.S.Eliot: Pound incoraggiò il già spiccato talento del suo giovane protetto limitandosi a dare consigli, ma pur sempre procedendo a una lettura attenta e critica dello scritto. Ergo, ogni scrittore ha bisogno di un editor. Il confronto è fondamentale per chi scrive. A volte, si è talmente dentro la storia da non accorgersi delle incoerenze e persino degli errori di stesura. Per questo, c’è bisogno di un occhio esterno preparato e spietato. Insomma, della famosa “prova del nove”. Mai innamorarsi troppo di ciò che si scrive, sarebbe difficile mettersi in discussione. Mai avere un Ego spropositato. È chiaro che il rapporto tra editor e scrittore deve procedere su un piano paritario, non alla Lish/Carver per intenderci, né deve sussistere, da parte dello scrittore, la convinzione di essere la reincarnazione di qualche genio letterario. Insomma, sono necessarie le basi e la propensione mentale per una collaborazione costruttiva che, se affrontata nel modo giusto, può rivelarsi un’esperienza formativa sia professionalmente che umanamente.