Magazine Diario personale

EKONOMIA, LAVHORROR, PENSIONI: la funesta idiozia di considerare eterni dei modelli che potevano essere soltanto PROVVISORI.

Creato il 09 marzo 2012 da Zioscriba

LAVHORROR?
MA ANCHE NO!

“Lui lavora duro, tu libera sarai”
Alberto Camerini, Rock’n’roll robot
“A place to stay, enough to eat”
Pink Floyd, The gunners dream

Il bello è che per l’Economia danno pure il Nobel. Ma dove sono questi economisti geniali, capaci anche soltanto di cominciare a intravvedere, a pre-prospettare, un nuovo modello per il mondo futuro? Non ci sono o non ce li fanno vedere? È perché devono essere comunisti (e quindi ostracizzati), per immaginare un sistema a misura-umanità, che sia giusto e sostenibile per tutti, un utopistico ma non impossibile regno affrancato dai quattro signorotti disonesti e prepotenti e falliti che stanno distruggendo, uccidendo, sfruttando, mandando affanculo tutta la baracca orbitante attorno al Sole? No, non è nemmeno questo, visto che i comunisti, per la maggior parte, sembrano i primi ad avere la fissa del lavhorror come “Valore” in sé, a volerlo mettere alla base delle Costituzioni (come fosse un Ideale e non una triste e sorpassabile necessità – parlo del lavoro duro, ripetitivo, alienante, automatizzabile), i primi a opporsi alla robotizzazione delle produzioni (e alla soppressione di quelle inutili, o di quelle che fanno venire il cancro) “per difendere i posti di lavoro”, come se l’Operaio fosse il loro perfetto ideale di Uomo da qui all’eternità (dato che scrittori, artisti e scienziati preferiscono di solito mandarli nei gulag o a spicconare in miniera…). E allora, a chi dobbiamo rivolgerci? In chi dobbiamo sperare, per sostituire un sistema basato sulle ruberie dei politici mafiosi, sulle ruberie delle banche strozzine, sulle ruberie degli industriali inquinatori e sfruttatori, sull’idiozia dei telespettatori-consumatori modaioli, e che sta andando inesorabilmente a catafascio?
La stessa distribuzione dei credits convenzionali per vivere (detti oggi “denaro”) sulla base di lavoro salariato e pensioni rappresenta un sistema più che mai provvisorio e da superare, per il semplice motivo che, per reggere, tale sistema fondato su lavoratori più numerosi dei pensionati richiederebbe un continuo aumento esponenziale della popolazione, del tutto insostenibile per questo splendido pianeta che abbiamo già ridotto a una chiavica (per evitare la bancarotta, gli attuali, già nefasti, 7 miliardi dovrebbero prestissimo diventare 70, e tutti incatenati a sfacchinare, scordatevi di dipingere quadri o scrivere romanzi o suonare la chitarra…)
Ma non vedete come si affannano, gli inadeguati gioppini chiamati a governare questa cosa ingovernabile, ormai sull’orlo di un ovvio sfacelo? Riforma delle pensioni, diminuzione delle pensioni, non adeguamento delle pensioni all’inflazione, età pensionabile a 67 anni, età pensionabile a 114 anni, 50 anni di contributi, 80 anni di contributi, 299 anni di contributi…
Intanto i giornalisti, tutti presi dallo “spettro” disoccupazione, infarciscono le pagine dei giornali padronali di consigli sugli studi (“almeno tre lingue!” – e perché non otto?), sull’infurbire i curricula, e sul modo di spandere merda e leccare ani durante i famigerati “colloqui” (1. Inginocchiarsi 2. Spergiurare di esser disposti a vivere per la fideistica Missione: lavorare! 3. Evitare domande da blasfemi disadattati sullo “stipendio”, o peggio ancora sulle “ferie”.) Poi riferiscono, allarmati, che una femmina su due risulterebbe “inattiva”. Ora, a parte che la quasi totalità di costoro sgobba in nero (ricordate i famosi laboratori tessili stile Barletta?) non vedo proprio che male ci sarebbe. Junger chiamava questo incubo (che vogliono farci scambiare per un sogno!) “Mobilitazione Totale”, sotto le insegne di quello che io chiamo Lavhorror, tra gente spremuta, nevrotizzata e depressa e bambini lasciati a languire (quando non a morire) nei lager-nido, mentre il Presidente cattocomunista chiama la schiavitù delle loro mamme e papà “privilegio”. Privilegio!
Siamo ancora qui coi pagliacci della krescitA, coi nazistoidi dell’Arbeit Macht Frei, con gli allevatori di servi che a 4 anni gli dicono: se a 18 non avrai le catene alle caviglie e i soldi nel culo sarai un fallito e un bamboccione! Gli fareste meno male ad ammazzarli nella culla!
Adesso l’ultima parola d’Ordine è che serve più “mobilità”. Magari anche in senso fisico-abitativo. Che è poi la penultima spiaggia del Crescione Impazzito statunitense (l’ultima saranno i bambini di sei anni a lavorare di notte in fonderia): eserciti di schiavi itineranti che vivono in case mobili non per turismo ma per correre dietro al lavhorror.
E per rovinare prima e meglio i ragazzi, meno Letteratura e più finanzA a sqhuola, per un mondo pieno di squallidi calcolatori e di avidi predoni: la nuova bella umanità katto-bocconiana, pronta a farsi cattolicamente un sol boccone delle (ultime) Risorse. E, si spera, strozzarcisi!
La puzzolente retorica di chi ci vorrebbe kompetitivi (a costo di non far altro nella vita che sacrificarci giorno e notte per produrre automobili escrementizie, e venderne più del “nemico”) è la stessa dei porci figli di puttana che, cent’anni prima, ci avrebbero mandati a farci macellare in trincea in nome della Cagna patriA, ovvero in nome delle loro finanze e delle loro industrie belliche… (Non a caso si sta blaterando sull’inno di mameli obbligatorio per gli scolari, da eseguirsi ogni porca mattina!)
Un allarmato articolo sul corriere della sera del 26 ottobre diceva che in America e nel mondo genialoidi ricercatori si stracciano le vesti e si preparano a suicidarsi a roncolate autoinferte a causa della (per loro) lugubre scoperta che la tecnologia non produce posti di lavhorror, ma anzi li falcia via come la falce della morte!
Ebbenedett’ilcazzo! Non dovrebbe essere questo, lo scopo del Progresso? Affrancarsi dalla schiavitù del lavhorror? Possibile che ormai su questo pianeta l’intelligenza sia solo nei vecchi film di fantascienza? Nei vecchi film di fantascienza gli esseri umani sono sempre evoluti. Sono serviti dalle macchine. E soprattutto sono POCHI. Forse, se cominciassimo a smettere di riprodurci all’impazzata come sordide pantegane… Se cominciassimo a spedire in Africa meno bibbie e più Profilattici… Poi, magari, sarebbe il caso di cominciare a riprogrammare anche l’educazione dei nostri bambini. Per farli diventare futuri Uomini (o bisogna scomodare l’Oltreuomo di Nietzsche?), anziché schiavi consumatori e conformisti, anziché coglioni disposti a massacrarsi a vicenda nel nome di dèi inventati da antichi mammalucchi, anziché obbedienti pezzi di ricambio del decrepito e marcio sistema, indottrinati e fottuti in partenza.
Vi assegno un compitino. La prossima volta che sentite qualcuno parlare di “Crescita & Sviluppo” in senso obbligatorio e positivo, con una fanatica lucina da Pensiero Unico negli occhi (dopo esservi assicurati che non stia parlando di piantine o di cuccioli nel primo caso, e di rullini fotografici nel secondo), assestategli un bel calcio nel culo, perché o è molto stupido o è molto in malafede (spesso è entrambe le cose). Se invece sentite qualcuno parlare di Decrescita, e di sviluppo limitato e sostenibile, anziché di produrre per produrre, consumare per consumare, anche nel nome di quel Crimine contro l’umanità noto come Obsolescenza Programmata (e sotto l’egida della porca pubblicità, sua lugubre scagnozza, sua lurida picciotta)… proponetelo per il Nobel.
Un dato per meditare, e ribaltare certi luoghi comuni: nel 1840 gli schiavi coloniali delle Antille lavoravano meno ore dei “liberi cittadini” di oggi!!!
Cent’anni dopo, Bertrand Russell sosteneva che grazie al progresso tecnologico avremmo potuto lavorare non più di 4 ore al giorno. E adesso, coi passi avanti fantascientifici che abbiamo fatto, per non parlare di quelli che ci nascondono perché non convengono a Lorsignori (a cominciare dalle lampadine ETERNE, su su fino ai motori ad emissione ZERO)? Ogni quanto potremmo/dovremmo faticare, dividendoci i compiti con onestà e intelligenza? Un giorno alla settimana? Uno al mese? Già, mi direte, e poi lo stipendio, se si lavora così poco? Chiaro che tutta la struttura andrebbe rivista, ripensata, riorganizzata. Ma ci siamo talmente fossilizzati nell’idea che essere schiavi ergastolani in cambio di un’elemosina fissa sia la regola perfetta, che non ci sognamo neppure di metterla in discussione. Anzi, se un economista stronzo viene a dirci che dobbiamo “preoccuparci” per qualcuno che vive con meno di un dollaro al giorno (perché sta in un villaggio di venti abitanti affacciato su un lago pescoso) noi subito abbocchiamo: “Oh poverino, bisogna proprio aiutarlo a diventare come noi!” (magari avvelenandogli il lago…)
Di contro, la stupidità e la malafede del delirio schiavoide sono incarnate dal signor sarkozY, che di recente ha avuto il coraggio di dichiarare: “Tra guadagnare meno e lavorare di più, sono convinto che la seconda soluzione sia preferibile” (ma anche viscO di bankitalien non ha voluto far mancare le sue paroline magiche: “Lavorare di più, in più e per più tempo”)… Lavorare di più?! E quando gliele togliamo, le catene, a ‘sti poveracci scippati del tempo libero, del tempo per provare a essere vivi? Gliele togliamo per una settimanina di ferie non pagate in agosto, da trascorrere tutte in aereo per non deprimere la krescitA del fottuto settore trasporti?
Una vita incarcerati dentro un ufficio o una fabbrica, per produrre dell’inutile merda ricevendo in cambio un’elemosina insufficiente a comprare la stessa merda senza indebitarsi (mentre i peggiori sciacalli internazionali ti privatizzano anche il buco del culo): perché non ci vai tu, monsieur sarkozY, e non ti porti dietro anche viscO?
Ma a colpire, oggi, è come sia ormai perfettamente ammaestrato anche chi “contesta”. Basta leggere le letterine di indignazione sui giornali. Non dicono di no all’assurdo sistema dello schiavismo per quattro soldi, del lavhorror, del rigenitoraggio geriatrico, dei negozi aperti la domenica e della crescita suicida, no, dicono cazzate come “se non ci danno i posti fissi poi non si lamentino se calano le nascite!”. I Gran Maiali, in un incubo peggiore di Matrix, vogliono schiavi che pensino solo a produrre e riprodursi (sperminator putiN vorrebbe “50 milioni di nuovi russi”, tutti etero, s’intende), e loro credono di fargli il ricattino: “Guardate che se non ci lasciate produrre noi poi non ci riproduciamo”. Cazzo! Gli andava benissimo lo status quo ante: l’abbrutimento kompetitoide, lo sfruttamento in cambio di due monete per comprarsi gadgets di cacca, l’inferiorizzante rincoglionimento televisivo, una grigia esistenza omologata e conformista. Gli andava così bene che lo rivogliono come fosse un Diritto e un Valore, invece di approfittare dell’auspicabile sfascio di tutto ciò per provare non dico a costruire, ma almeno a sognare, uno stile di vita migliore e più umano. Protestano, ma lo fanno da bovini già pronti per il giogo, vogliono solo essere schiavi ma più in pace, servi ma più tranquilli, bestie da soma ma meglio pagati. La loro lotta non può essere la mia.
Ma forse, ho qui tentato inutilmente e confusamente (e ve ne chiedo scusa!) di razionalizzare un Sentimento. Chi come me ha un’anima Sioux, non potrà mai capire gli avidi wasichu. (A proposito di “pochi”: Loro, i nativi americani, erano pochissimi, il che ha dato modo a qualche cretino politically correct di accusarli di “egoismo”, perché pretendevano di vivere in armonia con la loro terra, anziché permettere agli invasori di panteganizzarla!) Parole attribuite a mio zio Toro Seduto: “Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, quando avrete pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato l’ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”.
“Stronzi wasichu del cazzo”, aggiungo io.

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