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Il collettivo Wu Ming ha pubblicato proprio ieri sul sito di Internazionale un post molto interessante - Il Movimento 5 stelle ha difeso il sistema - in cui si sostiene che proprio M5S sia un elemento conservativo dell'attuale status quo. "L’M5s amministra la mancanza di movimenti radicali in Italia. C’è uno spazio vuoto che l’M5S occupa… per mantenerlo vuoto. (...) Non abbiamo avuto una piazza Tahrir, non abbiamo avuto una Puerta de Sol, non abbiamo avuto una piazza Syntagma. Non abbiamo combattuto come si è combattuto – e in certi casi tuttora si combatte – altrove. Perché? (...) Quando #Occupy ha proposto la separazione tra 1 e 99 per cento della società, si riferiva alla distribuzione della ricchezza, andando dritta al punto della disuguaglianza: l’1 per cento sono i multimilionari. Se lo avesse conosciuto, #Occupy ci avrebbe messo anche Grillo. In Italia, Grillo fa parte dell’1 per cento". Proprio oggi è scomparso Stephane Hessel, che col suo libro, Indignatevi, è stato sicuramente di forte ispirazione.
Da noi c'è stata Piazza San Giovanni per i 5stelle che non è simbolo di una lotta radicale ma la festa auto-celebrativa del passaggio di movimento politico a proposta elettorale / partito. Non si può considerare una vera battaglia rivendicativa, né un raduno puramente movimentista, come erano stati in precedenza i Vday, era campagna elettorale. Anche lo stesso Beppe Grillo a fine 2012 aveva rivendicato come: "Se non ci fossimo noi, ci sarebbe un'Alba Dorata anche in Italia". Si può negare? In Italia l'ascesa di movimenti estrema destra non ha avuto i numeri più rilevanti che ci sono stati in altri paesi, come il partito di Le Pen in Francia e proprio Alba Dorata in Grecia.
Bisogna chiedersi perché in Spagna dopo Puerta del Sol, la maggioranza ha votato ancora i partiti tradizionali con Rajoy in testa. Siamo di fronte ad un grande fraintendimento in Italia. Il Movimento5Stelle non rappresenta tutta la "popolazione degli indignados", ne esprime una parte importante e significativa, ma quella sicuramente più legata alla politica tradizionale e meno ai temi dell'autogestione sociale. Sarebbe interessante sapere quanti tra i suoi elettori siano a conoscenza dei temi di #occupy e di we are 99%. C'è anche chi la pensa diversamente, come Franco Bifo Berardi, filosofo e leader del '77 bolognese, che, in un intervista, vede l'entrata dei cinquestelle come la possibilità di realizzare delle politiche diverse e di frenare le politiche d'austerity dell'Unione Europea, punto di forza di tutti i movimenti indignados del continente. Ammettendo che questo fosse possibile resta una singolarità quella dei famosi grillini nel contesto internazionale.
Tornando a parlare del nostro paese non bisogna dimenticare quello che è successo a Genova nel 2001, che ha di fatto congelato tutto il movimento no-global italiani, relegandolo alla memoria reale di pochi e facendo passare la ricostruzione di un mosaico debole, mentre era l'opposto, e lasciandola solamente alle cronache giudiziarie e agli anniversari. Però il vero specifico italiano ha visto due uomini unirsi per cercare di orientare una parte di questa forza. Il primo, Beppe Grillo, è un volto della tv, prima come comico di grande successo e testimonial, poi come fustigatore dei costumi nei suoi spettacoli teatrali. L'insieme di queste cose gli ha garantito una forte notorietà intergenerazionale.
Nonostante l'ostracismo dalla tv che ha avuto Grillo, in tv alla fine c'è tornato e in maniera forte, e ha scoperto la rete. L'altro è il capo di un agenzia di comunicazione che ha lavorato molto bene con gli strumenti del marketing politico, costruendo un mix fra rete e presenza sul territorio, puntando sui famosi argomenti di pancia, chiamati anti-politica, che hanno garantito una grossa presa su molte persone, sicuramente frustrate dalla situazione economica e dal comportamento degli altri politici italiani. In altri paesi, dove i comportamenti politici sono diversi, i movimenti hanno chiuso totalmente questa possibilità e stanno continuando sulla loro strada. Ora però per l'M5S si apre un'opzione importante, che potrebbe spingere altri paesi ad emularli: il potere in Parlamento. Meglio il "poter fare".
E' uscito un post di Grillo sul suo blog in cui il portavoce dice che m5s non voterà la fiducia ad un governo della coalizione PD-Sel. A leggere i commenti si vede che qualcosa non sta andando come pensava:esplode il dissenso, finora un fantasma sempre rientrato nei ranghi. Pare, leggendo i commenti, che in realtà gli elettori si lamentino che, ora che i loro rappresentanti sono in Parlamento, possono fare quelle riforme per cui hanno lavorato e votato. Inoltre loro non sono stati consultati via web in questa decisione, cosa che sembrava essere prassi consolidata per il movimento. Forse a questo punto potrebbe accadere quello che i Wu Ming auspicavano nel loro post: il cortocircuito. Praticamente i deputati e senatori dell'M5S dovrebbero rispettare i loro elettori, che chiedono un accordo o aprire una consultazione via web, e non ascoltare il loro portavoce. In teoria e in prassi sarebbe la soluzione più congeniale e giusta, però non sappiamo quali siano i reali rapporti di forza all'interno di questo soggetto politico. Certo però se uno vale uno...stiamo a vedere.
Simone Corami | @psymonic
Is the 5 Star Movement viral?
Given the elections result of the 5 Star Movement I've been doing some thinking: why is it that only in Italy there has been an elections proposal so strong from the great wave of protests of Indignados in Europe and the USA? Why is it that only here this energy has found its exit in an organization that candidated to guide the country? A complex topic, but let's try at least to start a thinking path.
The Wu Ming collective has published the other day on the website of Internazionale a very interesting post - the 5 Star Movement has actually protected the system - in which they sustain that M5S itself is a conservative element of the current status quo. "The M5S administrates the lack of radical movements in Italy. There's an empty space which the M5S occupies... in order to maintain it empty. (...) We didn't have Tahrir Square, we didn't have a Puerta del Sol, we didn't have a Syntagma Square. We didn't fight the way others fought - and in some cases still do - elsewhere. Why? (...) When Occupy proposed the separation between 1 and 99% of the society, they referred to the distribution of wealth, going straight to the main point of the inequality: that 1% is made of multimillionaires. If they had known him, Occupy would have also put Grillo in the count. In Italy, Grillo is part of the 1%." Today Stephane Hessel died, a man who has been extremely inspirational thanks to his book "Time for outrage!".
We've had Piazza San Giovanni for the M5S, which isn't a symbol of radical fight but the autocelebrative party of the evolution of a political movement to elections proposal/political party. It can't be considered as a true revendication battle, nor a purely movement gathering, as the Vdays had been before, it was elections campaign. Even Beppe Grillo himself at the end of 2012 claimed that "If it weren't for us, we'd have a Golden Dawn in Italy as well". Can it be denied? In Italy the growth of extreme right movements didn't have the most relevant numbers of other countries, such as Le Pen's party in France and Golden Dawn in Greece.
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