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#Elezioni2013: il voto utile

Creato il 30 gennaio 2013 da Intervistato @intervistato
A circa un mese dal voto la campagna elettorale ci ha regalato due ritorni di cui, personalmente, non sentivo la mancanza. Il primo, il più evidente, è quello del Berlusconi formato 16:9. Secondo un calcolo pubblicato da La Stampa qualche giorno fa, dalle vacanze natalizie alla settimana scorsa Berlusconi è stato in onda per 63 ore, superando di poco il premier Monti e surclassando nettamente Bersani.
#Elezioni2013: il voto utile L’ennesima ridiscesa in campo che questa volta ha come obiettivo dichiarato “rendere ingovernabile il Paese”, come ha dichiarato lo stesso Berlusconi. Un senso di responsabilità direttamente proporzionale alla sua statura.
Il secondo ritorno, questa volta tutto nel campo del centrosinistra, è quello del “voto utile”. Pare infatti che ci siano stati dei contatti tra il Pd e Ingroia per trovare un patto di desistenza (così è stato chiamato) in Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia per quel che riguarda le liste del Senato.  
Il quadro mi sembra abbastanza semplice. Pd e Sel sono gli unici che in queste elezioni corrono per vincere. Gli altri corrono o per rappresentare una parte (vedi centrodestra), o per dar voce a tutti i mal di pancia d’Italia (vedi Grillo) o per tentare di essere determinanti nella composizione della futura maggioranza parlamentare (vedi l’area Monti). Non si è ancora capito invece perché corre Ingroia. La sua idea iniziale, quella di dar rappresentanza parlamentare ai movimenti, alle associazioni e a tutta una serie di soggetti civici spesso ai margini della politica “ufficiale”, aveva una logica, una dignità politica ma soprattutto credo sarebbe stata vincente anche a livello elettorale.
Peccato però che nel giro di poche settimane gli ispiratori di questo cartello elettorale siano stati messi in disparte dai vari Di Pietro, Ferrero, Diliberto e compagnia, trasformando Rivoluzione Civile in un’accozzaglia di trombati da far rimpiangere la defunta “Sinistra Arcobaleno”. L’unico obiettivo rimasto all’ex magistrato di Palermo è quello di rompere le scatole a Bersani e Vendola, sperando in Campania e in Sicilia di rosicare un numero di voti tale per cui in Senato non ci sia alcuna maggioranza. La stessa tattica utilizzata da Berlusconi che ha recuperato la Lega Nord per recuperare qualche voto in Lombardia e in Veneto.
Ora, qui non c’è patto di desistenza o appello al voto utile che tenga. Sarebbe un errore farsi prendere dal panico e mandare in soffitta tutto il lavoro fatto fino ad oggi, mettendo in primo piano soltanto la tattica o i numeri che alla fine non tornano mai.
Qui c’è soltanto da far capire agli elettori che, con tutti i difetti e anche alcune contraddizioni, soltanto Pd e Sel possono garantire un governo serio e stabile. Ad oggi, soltanto la colazione Italia Bene Comune può impegnarsi per garantire più equità e attenzione verso chi le tasse le paga e più rigore nei confronti di chi evade o esporta capitali all’estero, più diritti civili per chi non ne ha, più giustizia sociale e uguaglianza nel mondo del lavoro. E poi più politiche verdi, più banda larga, più innovazione tecnologica, più rinnovamento generazionale, più legalità, ecc, ecc.
Nessun voto utile. Al massimo, un voto responsabile.
Chi vuol far parte di questa idea di Italia può scegliere il Pd o Sel, sperando in un buon risultato che consenta alla coalizione di governare senza essere sotto ricatto, consapevole del fatto che non sarà una passeggiata. Chi farà altre scelte, probabilmente, è contento di quel che c’è.
Jacopo Suppo | @jacoposuppo

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