Alla Camera sono state presentate quattro mozioni per dare attuazione a una risoluzione del Consiglio d’Europa del 2010 che tutela l’obiezione di coscienza di medici e paramedici. Il primo firmatario della mozione di estensione e tutela dell’obiezione di coscienza è stato Luca Volontè (Udc), e il testo reca anche la firma del Pd Beppe Fioroni (sempre solo lui del Pd??), di Eugenia Roccella (PDL), Alfredo Mantovano (PDL), Rocco Buttiglione (UDC) e Paola Binetti (UDC), la quale ha scritto anche una interessante riflessione. Le altre mozioni sono presentate dai Radicali, da alcuni democratici e dall’Italia dei Valori.
Come ha spiegato perfettamente il filosofo Tommaso Scandroglio, «l’obiezione di coscienza dal punto di vista giuridico consiste in un riconoscimento da parte dello Stato della maggior importanza dei principi valoriali del soggetto rispetto ad alcune specifiche condotte prescritte come obbligatorie dall’ordinamento giuridico [...]. Del riconoscimento dell’oggettiva priorità delle convinzioni personali rispetto ad alcune e ben individuate norme giuridiche. Se vi è conflitto tra le idee del singolo e lo Stato, quest’ultimo decide di fare un passo indietro perché consapevole che le leggi sono fatte per l’uomo e non l’uomo per le leggi».
L’istituto dell’obiezione di coscienza si fonda sull’art. 3 della Costituzione, ma per gli animi nostalgici del comunismo che ancora albergano nella nostra società invece, lo Stato deve imporsi sempre e comunque sul soggetto, privandolo della sua libertà. Non a caso Stefano Rodotà (già militante del Partito radicale e poi indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano), ha affermato: «a più di trent’anni dall’approvazione della legge sull’interruzione di gravidanza, la possibilità dell’obiezione di coscienza dei medici andrebbe semplicemente abolita».
L’Associazione italiana per l’educazione demografica, cioè abortisti che martellano sulla bufala della bomba demografica, hanno persino chiesto di promuovere concorsi appositi per medici non obiettori di coscienza, in modo da garantire l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza. Un’idea discriminatoria, ha continuato Scandroglio, «che penalizza l’obiezione di coscienza. Invece obiettare non è una zeppa negli ingranaggi dello Stato, un bastone tra le ruote per le donne che vogliono abortire. L’obiezione di coscienza fa salva la libertà del medico e del farmacista e non ostacola in nessun modo la donna che vuole abortire, la quale semplicemente potrà rivolgersi ad altro professionista».
La leader radicale Emma Bonino, ritratta in questa foto mentre compie un aborto con una pompa di bicicletta in occasione del convegno ha affermato che «in Italia c’è una malattia contagiosa, una epidemia rapida che si chiama obiezione di coscienza».
Perfino la Consulta per la Bioetica Laica è tornata a farsi risentire, dopo aver avvalorato attraverso il suo presidente, Maurizio Mori, la tesi dell’infanticidio promossa da due responsabili dell’Associazione. Ricordano in un comunicato di aver «organizzato una manifestazione nazionale in vista della Campagna contro l’Obiezione di Coscienza in sanità “Il buon medico non obietta”». Il buon medico sopprime la vita umana? Il buon medico è quello che pratica l’infanticidio, così come teorizzato da loro? E’ curioso e paradossale venire a sapere proprio dalla Consulta di Bioetica Laica che l’80% dei medici italiani e l’86% di quelli americani non sarebbe un “buon medico”!
Per chi volesse approfondire l’argomento si invita a leggere questa riflessione di Francesco Viola, ordinario di Filosofia del diritto presso l’Università di Palermo, intitolata “L’obiezione di coscienza come diritto”.