Un intervento di Naomi Klein oggi su Facebook fa pensare nella maniera più ovvia e scontata a quanto ci è stato raccontato negli ultimi anni sul nucleare. Mi auguro che non si utilizzi la tragedia del Giappone per intavolare discussioni sui pro e sui contro, ma credo sia abbastanza evidente che oltre al dolore per quanto sta succedendo, l'immediata emergenza da affrontare, subito dopo aver avuto l'ennesima dimostrazione che la natura sa essere inarrestabile, sia quella delle centrali nucleari. Stamattina, ora italiana, un reattore della centrale di Fukushima è esploso e già si parla di contaminazione ad alcuni abitanti della zona. L'incidente viene attualmente considerato "locale" (livello di emergenza uguale a "4" su un scala che arriva a "7") ed è su questo che si deve riflettere, perché il problema di un incidente nucleare non sta solo nella devastazione totale di Chernobyl, ma anche in piccoli incidenti, in fughe di agenti contaminanti, in disastri naturali. Diceva la Klein: nessuna energia che può avvelenare un'intera popolazione durante un disastro naturale può essere chiamata pulita. Tornando indietro nel tempo, fingendo di andare avanti, in Italia si vuole ripristinare il concetto di energia nucleare come sicura e pulita. Eppure se installo pannelli fotovoltaici e impianti per l'energia eolica non ho bisogno di piani di evacuazione urgente per un raggio di 50 chilometri. Nulla può essere sicuro al 100%, per via degli errori umani o delle catastrofi naturali. Il nucleare, se se ne perde il controllo, è semplicemente devastante; nell'immediato e nei decenni successivi. E a volte, perdere il controllo, è un attimo. Basta che la terra s'incazzi senza preavviso.
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Un intervento di Naomi Klein oggi su Facebook fa pensare nella maniera più ovvia e scontata a quanto ci è stato raccontato negli ultimi anni sul nucleare. Mi auguro che non si utilizzi la tragedia del Giappone per intavolare discussioni sui pro e sui contro, ma credo sia abbastanza evidente che oltre al dolore per quanto sta succedendo, l'immediata emergenza da affrontare, subito dopo aver avuto l'ennesima dimostrazione che la natura sa essere inarrestabile, sia quella delle centrali nucleari. Stamattina, ora italiana, un reattore della centrale di Fukushima è esploso e già si parla di contaminazione ad alcuni abitanti della zona. L'incidente viene attualmente considerato "locale" (livello di emergenza uguale a "4" su un scala che arriva a "7") ed è su questo che si deve riflettere, perché il problema di un incidente nucleare non sta solo nella devastazione totale di Chernobyl, ma anche in piccoli incidenti, in fughe di agenti contaminanti, in disastri naturali. Diceva la Klein: nessuna energia che può avvelenare un'intera popolazione durante un disastro naturale può essere chiamata pulita. Tornando indietro nel tempo, fingendo di andare avanti, in Italia si vuole ripristinare il concetto di energia nucleare come sicura e pulita. Eppure se installo pannelli fotovoltaici e impianti per l'energia eolica non ho bisogno di piani di evacuazione urgente per un raggio di 50 chilometri. Nulla può essere sicuro al 100%, per via degli errori umani o delle catastrofi naturali. Il nucleare, se se ne perde il controllo, è semplicemente devastante; nell'immediato e nei decenni successivi. E a volte, perdere il controllo, è un attimo. Basta che la terra s'incazzi senza preavviso.
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