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Eravamo molto fighi perché avevamo studiato

Creato il 10 ottobre 2011 da Stiven1986

Beh, Il Fatto Quotidiano apre così:

Eravamo molto fighi perché avevamo studiato
Non si è sentito un gran rumore di piatti rotti. L’articolo all’interno comincia così, lasciando intendere che la lite c’è stata e, anche se silenzioso, il divorzio dev’essere stato comunque sofferto e difficile. Un po’ ho avuto, e ho, a che fare con i rottamatori, ancor prima che fossero rottamatori. La storia è lunga, ma a mio parere tutto cominciò un sabato di aprile, a Milano, al circolo Arci Bellezza, dopo la delusione creata dalle elezioni regionali. C’erano tanti altri, che con il passare del tempo sono diventati sempre di più. Tutti entusiasti di poter portare la propria idea, di poter lavorare per il Partito Democratico.

Prima c’erano stati altri appuntamenti, ma questa è la data fondamentale, perché quel sabato a Milano Civati ebbe la straordinaria idea di farci firmare un “contratto a tempo”. Perché le cose bisogna farle, bisogna farle bene, ma bisogna anche darsi delle scadenze, altrimenti si rischia di essere improduttivi. Tre mesi sono sufficienti, chi c’è lasci qui il suo indirizzo mail, verrà ricontattato. E andò davvero così. Presentammo i nostri lavori – il mio riguardava la Lega Nord e, nonostante l’avessimo messo a disposizione del PD, ce lo copiò l’Italia dei Valori – ad Albinea, a luglio. Tante teste messe assieme che lavorano, che diamine, producono qualcosa e lo condividono. Questo percorso è andato avanti in maniera lineare, e anche divertente. Va avanti tuttora. Ci siamo trovati ancora ad Albinea, questa estate, e ho presentato un secondo lavoro sul Nord Italia. On the Nord è un po’ lo specchio del lavoro mio e di altri ragazzi. Se notate, sulla testata del blog c’è scritto “Oltre”, che non è una citazione a caso, ma viene da “Andiamo oltre”, che era come ci piaceva – e mi piace – farci chiamare prima che fosse teorizzata la rottamazione. Nel mezzo, tra le due Albinee, c’è stata Firenze e la straordinaria convention dei Rottamatori, con la “r” maiuscola. Eravamo molto fighi nei nostri cinque minuti. Eravamo molto fighi, ma la testa di ciascuno di noi aveva lavorato molto per produrre quei cinque minuti. Avevamo studiato.

Questo per dire che la frase con cui Pippo chiude il pezzo de Il Fatto – “ciò che conta oggi è soprattutto il lavoro più oscuro e certosino di chi sta dietro le quinte, mediando e costruendo proposte politiche forti su cui poi trarre consenso” – è solo il riassunto, in cinque secondi, di un percorso che non abbiamo iniziato a Firenze, così, su due piedi, ma che si svolge a un livello più profondo, con pazienza e senza grandi proclami, con serietà.

Questo per dire che io, in fondo in fondo, il divorzio non l’ho sofferto. Anzi, non me ne sono neppure accorto. A Bologna mi sentirò proprio a casa.



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