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ERIKA e OMAR dieci anni dopo

Creato il 22 febbraio 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

ERIKA e OMAR dieci anni dopoRicordate Erika e Omar?

Il ragazzo è fuori, dopo 9 anni di carcere, sconto di pena che ha fatto discutere. Protagonista del delitto con Erika De Nardo del massacro di Novi Ligure è definitivamente libero. Lei ha 27 anni, non ne aveva ancora compiuti diciassette quando si scatenò contro la madre e il fratellino, uscirà tra meno di un anno, già adesso lavora in una comunità. In Italia si celebrano gli anniversari: anche degli omicidi, anche delle storie più pesanti e di questo si occupa un servizio di Studio aperto su Italia1 , mentre negli altri telegiornali e talk show l’attenzione è tutta concentrata sulla rivolta libica e sulle conseguenze che inevitabilmente ci coinvolgeranno.

Sono passati dieci anni dal 21 febbraio 2001, quando  Erika, con l’aiuto di Omar Favaro, uccise sua mamma, Susy e il fratellino Gianluca, che aveva 11 anni. Vennero condannati a 16 e 14 anni dal tribunale dei minori di Torino. Sui due corpi si contarono in tutto 94 coltellate. Lui e lei inscenarono una rapina di albanesi nella villetta della ragazza, poi confessarono. Un delitto che sconvolse l’Italia. Erika e Omar, i loro nomi divennero il marchio dell’orrore familiare.

Le polemiche oggi, si riaccendono, perché il delitto destò una vivissima impressione nell’opinione pubblica, anche se il ragazzo – ritenuto complice nell’omicidio – è sempre stato considerato sotto “l’influsso” di Erika che lo sosteneva : “Non ci scopriranno mai!”.

Erika dalle lun

ERIKA e OMAR dieci anni dopo
ghe mani delicate, difficili da immaginare, mentre brandiscono un coltello,  dal viso pulito e con il soprannome “Principessa” appiccicatole addosso dalle compagne di pena. Erika si avvia verso la libertà. Da tempo assapora quel dolce senso, una volta al mese sente chiudersi alle sue spalle il portone del carcere e va a trascorrere una giornata in una comunità protetta. Sono gli ultimi spiccioli di detenzione. Sarà definitivamente libera fra poco, forse già entro l’anno, grazie alla buona condotta, all’indulto, al gioco degli sconti di pena. Nel registro del bene è annotata anche la laurea in filosofia, uno scintillante 110 e lode.

I due baby killer sono pronti a rifarsi una vita, ieri, lei dava un’ impressione di grande freddezza, di grande distacco, come di una persona lontana che, sembrava non volere o non potere comunicare. E oggi? E’ molto tranquilla, diversa. Forse migliorata. Vorrebbe sposarsi e avere due figli ma è preoccupata  per quello che l’aspetta. Di sicuro, fuori, troverà il padre che non l’ha mai abbandonata e vive ancora nella casa del massacro. Vuole ricominciare da zero dopo dieci anni di carcere.

Dieci anni vissuti pesantemente anche dalla città che allora aveva paura ad uscire da casa, spaventata e incredula da tanta ferocia, oggi ha metabolizzato ma, senza dimenticare. Eredità grave quella di Erika e Omar, binomio indissolubile negli atti giudiziari come nell’immaginario collettivo. Eredità pesante da portare. Aspra, dura e terribile. La città  del cioccolato: ”Svizzero? No, Novi”, come recita la pubblicità, ma è diventata purtroppo, la città di Omar e soprattutto di Erika.  Novi, cittadina in provincia di Alessandria, ha superato ma non dimenticato.

Due omicidi che per efferatezza, per il contesto, per la personalità de

ERIKA e OMAR dieci anni dopo
gli autori e per l’apparente assenza di un comprensibile movente si pongono come uno degli episodi più drammaticamente inquietanti della storia giudiziaria minorile  del nostro paese.  Non è l’anniversario in sé, questo decennale che presto o tardi sarebbe arrivato e che passerà, ma farà più discutere il ritorno di Erika.

Fra poco…

 


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