Lo scorso 3 maggio, cioè due settimane fa, ho pubblicato sulla pagina Facebook de L’Ape Ronza la foto che vedete sopra. La foto ritrae due strisce di polvere bianca che supponiamo sia cocaina e un tale che, usando una banconota da 50 € arrotolata a mo’ di cannuccia, la aspira o, meglio, la “sniffa”, la “pippa”. Sopra la foto ho sovraimpresso la scritta “Esame Tossicologico Obbligatorio per Parlamentari e Ministri”. Sono più che sicuro, infatti, e ne ho già parlato più di una volta su queste pagine, che uno dei fattori principali della crisi sociale, economica e politica sia il larghissimo uso che si fa da parte della nostra classe dirigente delle droghe pesanti e performanti come la cocaina.
Riscontri ce ne sono stati e ce ne sono in continuazione, basti citare la famosa puntata de Le Iene in cui si tentò invano di sottoporre alcuni deputati al test tossicologico delle urine. Abbiamo, quindi, motivo di ritenere possibile che anche chi ci governa e chi legifera per nostro conto potrebbe farne uso e, se così fosse, avremmo buoni motivi per essere preoccupati.
Così come, quindi, è giustissimo controllare chi svolge lavori che possano essere resi pericolosi dall’uso di sostanze stupefacenti o che possano essere svolti in maniera dannosa per la collettività a causa delle stesse, a maggior ragione credo sia legittimo chiedere con forza che chi guida il Paese e detta le sorti di tutti i cittadini italiani sia controllato per evitare che persone che siano sotto l’effetto di sostanze psicotrope possano arrecare danno alla Nazione.
Evidentemente molti la pensano come me. La foto di cui sopra, infatti, pubblicata su una pagina che ha 1600 follower circa, ha ottenuto in due settimane 104 “mi piace” che, per chi non conosce Facebook, equivalgono ad una sorta di approvazione. Soprattutto, però, la foto è stata condivisa, ossia ripubblicata su altre pagine, 5475 volte. Credo quindi che l’argomento sia molto sentito e spero che qualcuno, oltre questo piccolo insignificante blog di provincia, si renda conto del problema e vi metta mano per rispondere ad una legittima preoccupazione.
Luca Craia