Mercurio(Alaskan Malamute) e Sunrise (Golden Retriever) si godono il Lago di Cavazzo Carnico (Ud) durante una escursione estiva
L’escursione con i miei canial lago di Cavazzo Carnico (UD), noto con il nome Lago dei Tre Comuni, è quel genere di esperienza che sogni da un anno e , quando la vivi, riesce a sorprenderti ancora. Questo lago, di origine glaciale, si può raggiungere agevolmente sia dall’autostrada A23 direzione Tarvisio, uscita Tolmezzo, sia dalle provinciali, seguendo le indicazioni per Osoppo-Gemona-Trasaghis-Tolmezzo.
Ci sono diverse entrate al lago, perché è un lembo d’acqua lungo quasi sette chilometri, profondo quaranta metri, sulle cui sponde, direzione Alesso, sono ubicati sia un camping (che accetta il soggiorno e la permanenza dei cani), sia una scuola nautica. La riva opposta, direzione Tolmezzo, è caratterizzata da un grande parcheggio a pagamento, bar e servizi igienici. I due lati sono collegati sia da una strada, sia da pontili di legno immersi nel verde, che sorvolano le diramazioni del lago e lo uniscono come fosse un percorso circolare e omogeneo.
Le montagne del Friuli sono, in questi giorni, infuocate dal più grande incendio boschivo italiano mai realizzato. I Canader sorvolano i cieli alpini caricando quintali di acqua lacustre, cercando di domare il fuoco doloso e causato dai fulmini dei temporali estivi. Cavazzo Carnico non è interessato da questa nuvola bruciante, almeno per adesso.
Ho portato Mercurio e Sunrise a vivere questo lago nel momento in cui il temporale abbatteva l’afa a suon di tuoni, inviati quasi certamente da un Zeus inferocito con il mondo. Ci siamo goduti la solitudine più completa, nel bel mezzo della pioggia a dirotto. Bardati, abbiamo corso con i cuccioli sui prati, il più possibile lontani da alberi, ma vicini alle sponde: hanno iniziato un carosello di felicità, che ancora ci strappa sorrisi e stupore.
Mercurio si è buttato subito nell’acqua, nuotando ed estraendo tronchi plasmati sul momento dalle fate del lago a posta per lui; Sunrise, di contro, ha passato in setaccio tutta l’erba rotolandosi sul fogliame bagnato, facendo le capriole, correndo lungo grandi cerchi, con la bocca spalancata a mangiare la pioggia. Poi, stanchi del divertirsi da soli, hanno iniziato a rincorrersi e a proporre nuovi giochi fra i canneti, andando a disturbare le povere anatre, per il solo gusto di vederle scappare tutte trafelate e borbottanti, come vecchie comari di paese.
A temporale esaurito, raggiunta la sponda direzione Tolmezzo, abbiamo iniziato un trekking di qualche chilometro seguendo il sentiero che costeggia la riva, fermandoci al passaggio dei Canader e degli elicotteri di soccorso. Nessuno di noi aveva mai visto un Canader così da vicino, in azione. Fa impressione. Un rumore assordante e poi il giallo acceso divampa fra gli alberi per pochi secondi, giusto il tempo di caricare e riprendere il volo, con tutta la mastodontica pesantezza di questo velivolo. Le poche persone presenti si fermavano ad oggi passaggio, imbambolate davanti a questa visione: eravamo tutti consapevoli del suo ruolo e sapevamo che lassù, dietro alla punta del monte di fronte al nostro naso, l’incendio inghiottiva ettari di verde. Potevamo vedere gli elicotteri sganciare l’acqua, semplicemente alzando il mento, pur senza riuscire a scorgere le fiamme. Forse erano giochi di percezione, forse si è trattato solo di emotività condivisa, ma tutti noi, ne sono certa, abbiamo sentito lo stomaco contrarsi e il respiro fermarsi ad ogni planata del grosso volatile meccanico.
Arrivati nei pressi del Museo, poco distante da un bosco, abbiamo lasciato il sentiero principale addentrandoci nella fitta boscaglia, seguendo la direzione presa dal Malamute. Lui seguiva a naso le tracce dell’acqua e, infatti, ha trovato una pozza che mai, in quasi trent’anni di vita in Friuli, avevo scoperto. Questa sorta di micro lago nel cuore della roccia raggiunge il lago “vero” seguendo un impervio sentiero di sassi coperti da muschio e bastoni, foglie marce e, purtroppo, qualche accenno di rifiuti abbandonati (gli unici, devo dire, visti fuori dai cestini per la raccolta differenziata). Mercurio ha nuotato, arrampicandosi sui pendii di erba e sterpi, sgusciando nell’intricato groviglio di stecche e bacche, annusando rocce e pietrisco come fosse l’ultima cosa che gli era concessa di fare in questa vita. Sunrise, invece mi si è acciambellata vicino ai piedi, dedicandosi a un sontuoso banchetto a base di rami marci, alghe e pulviscoli visibili solo a lei. Lo ammetto: in quei momenti spartani di avventura, ho temuto l’incontro con qualche vipera! Per fortuna, nessun serpente si è palesato davanti ai nostri piedi, al massimo qualche ragno. Pare che neppure le zecche abbiano fatto banchetto con i nostri cuccioli e questo mi fa piacere perché l’antiparassitario sta funzionando nonostante i continui momenti di nuoto che ambi vivono quasi ogni giorno.
Tornando indietro, raggiungendo i posti più popolati dalle famiglie e vedendo Mercurio sovra eccitato dall’esperienza, abbiamo guinzagliato entrambi, aiutandoli a riacquistare la calma chiedendo loro di starci al passo, tranquilli. Queste esperienze esaltano Mercurio, il quale è entrato nei 9 mesi e ci sta mettendo a dura prova, in certi momenti, soprattutto quando il suo livello di euforia raggiunge apici mai sperimentati prima (e, d’altronde al Parco degli Acquedotti, motivi per essere euforico non ne ha mai avuti). Ce la stiamo cavando, pur con qualche difficoltà ogni tanto e, cosa ancor più importanti, riusciamo ad essere sempre più spesso uniti nel modo di correggere, senza disconfermarci e senza andare ” a rovinare” il lavoro dell’altro a causa di visioni opposte sul come fare per dirgli di “no”.
La prossima tappa sarà Tarvisio e l’incontro con la Scuola Internazione di Mushing e Sloddog per una lezione di dog trekking e, chissà.. magari, in futuro, mentre Sunrise sarà in calore, Mercurio sperimenterà un corso base di sleddog proprio in Friuli Venezia Giulia.
Conosceremo il primo vero musher della nostra vita, una persona che ha gareggiato davvero in Alaska moltissime volte, con la sua muta di venti cani. Incontreremo, forse di sfuggita, i suoi cinquanta cani di stanza in Friuli e impareremo, di sicuro, i rudimenti sul trekking con il proprio cane e su come va legato e guidato.
Sono veramente felice di queste occasioni di avventura con i miei cani: non lo avrei mai detto fino ad oggi, ma è esattamente questo che ho sempre sognato. Può sembrare un ossimoro e invece non lo è. Mercurio e Sunrise mi stanno facendo scoprire un lato di me che non immaginavo di possedere così: qualcosa di simile alla spinta che portò Ulisse ad oltrepassare i suoi limiti, verso l’infinito e oltre.