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Oggi sono proprio ispirato. Per gli amanti dei drammoni un pò morbosi, la recensione di un film visto ieri sera.
Datato 2007, tratto da un libro di Ian McEwan del 2002, questo Espiazione non ha deluso le mie aspettative. McEwan lo conoscevo per un allucinante Il giardino di cemento; credo che, come Richard Mason, di cui parlerò prossimamente, sia esperto di drammi passionali a tinte forti. E' un pò che il dvd è lì, ma sono sempre stato un pò scettico a guardarlo. Poi ieri l'illuminazione.
Cecilia (una bellissima Keira Knightley che ci ha messo tanto a farsi valere, con film come The Hole e La duchessa per citare solo quelli che ho visto e nota al grande pubblico per l'insopportabile Pirati nei Caraibi) è una borghese che, nell'Inghilterra del 1935, si invaghisce di Robbie (tal James McAvoy, mai sentito, che troppe volte sembra dover far affidamento su un bel visino e nient'altro), il figlio di una domestica ma assistito dai suoi genitori. In un solo giorno (che occupa la prima ora del film e ne costituisce l'essenza) le loro vite cambiano, perchè Briany, la sorella più piccola di Cecilia, una bambina, accusa ingiustamente Robbie di aver stuprato una sua cuginetta, per gelosia nei confronti delle loro effusioni e aiutata da uno scherzo del destino, una lettera a sfondo sessuale scritta da Robbie a Cecilia che la seconda non avrebbe mai dovuto leggere. Robbie entra quindi in carcere. Briany e Robbie iniziano allora due percorsi paralleli di espiazione...
L'Oscar alla colonna sonora (tra l'altro curata da un italiano) non è immeritato, soprattutto perchè è ossessiva la presenza, NELLA musica, del ticchettio di una macchina da scrivere, a rappresentare quella componente del caso che, combinata all'ingenuità o alla malvagità delle persone, può cambiare il corso di una vita.
Il messaggio, pur senza svelare troppo altro, è abbastanza desolante. Il film, dominato dalla morbosa ossessione per le colpe di ciascuno, fa comprendere come il peso di queste possa trascinarsi indefinitamente, indipendentemente dalle costrizioni, dalle punizioni o dalle privazioni a cui ci sottoponiamo; e come non esista perdono o redenzione per alcune di esse. Forse una forma di salvezza può derivare però dall'arte, dalla fantasia, dalla letteratura.
Non privo di difetti, dall'eccessiva pesantezza della seconda parte, con però uno splendido scorcio sul lato reale e concreto della guerra, ambientato sulla spiaggia di Dunkerque, alla concentrazione intimista sui tre personaggi principali, il film ha superato la prova.
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