> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="201" width="599" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="aligncenter size-full wp-image-35254" />
SEMBRAVA FACILE…
Nel realizzare la mia lista degli “undici” mi sono trovato di fronte diversi problemi. Innanzitutto un fumetto argentino per essere chiamato tale deve essere di autori (sceneggiatore e disegnatore) ambedue argentini? Ho deciso di sì, eliminando le molte opere significative dove un autore era per esempio spagnolo ed eliminando di conseguenza dalla lista tutte le opere che hanno per esempio visto al lavoro Hugo Pratt. Ma ho dovuto fare un’eccezione. Infatti il fumetto argentino non sarebbe stato lo stesso senza il contributo fondante di Alberto Breccia, che ne è stato il massimo esponente, seppure paraguayano. Allo stesso modo ho deciso di inserire un’opera di Josè Munoz e Carlos Sampayo realizzata in Europa e per il mercato europeo, essendo comunque gli autori ambedue argentini e formatisi in Argentina.
Inoltre ho cercato di non inserire riduzioni di romanzi o racconti, privilegiando le sceneggiature originali nate per il fumetto (e quindi non comprendendo per esempio le opere di Alberto Breccia tratte da Lovecraft o da Poe).
Ho quindi pensato di comprendere nella lista sia grandi romanzi, sia opere dalla struttura seriale, sia storie brevi equivalenti a racconti, in modo da non privilegiare nessun tipo di narrativa (è chiaro che alcune opere sono di maggiore impatto, ma questo non dovrebbe influire sul valore dell’opera in sé).
Ho fatto delle vittime certo, ma il numero undici è tiranno… Tra le vittime eccellenti non posso non segnalare:
- Robin Wood, grande scrittore che più di altri ha imposto al fumetto la struttura e l’enfasi del grande romanzo, specie con il suo Savarese;
- Quino, l’autore di Mafalda, che ritengo il più grande umorista grafico del mondo, ma soprattutto per ciò che ha prodotto dopo Mafalda e cioè per le formidabili e sempre profondamente cupe opere umoristiche che però non si configurano (o almeno non sempre) come vero e proprio fumetto;
- Edoardo Risso, che ha elaborato negli anni un tratto importante e imitato in tutto il mondo;
- Carlos Meglia, il cui Cibersix resta comunque un’opera importantissima, seppure fiaccata dalla serialità.
1) Las puertitas del señor Lopez di Carlos Trillo e Horacio Altuna
Per leggerlo: Per leggerlo: Per leggerlo: Per leggerlo: Per leggerlo: NB: nelle edizioni più accurate l’episodio Gli uomini dagli occhi di piombo è pubblicato (come in originale sulla rivista argentina Misterix) in formato orizzontale. Per leggerlo: Per leggerlo: Per leggerlo: Per leggerlo: Per leggerlo: Per leggerlo:
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> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="329" width="231" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26845" />Chi non ha desiderato almeno una volta di aprire una porta oltre la quale trovare un mondo migliore? Las puertitas del señor Lopez, tradotto in italiano come Uscita di sicurezza, è forse il più poetico e surreale fumetto argentino.
Scritta da Carlos Trillo per i disegni di Horacio Altuna, la serie narra le vicissitudini (oniriche?) del povero Lopez, impiegato, borghese, fortemente represso e angustiato da colleghi, superiori, familiari, che nei momenti bui dell’esistenza non fa che varcare una piccola porta (che trova, dovunque si trovi) e al di là della quale c’è un altro mondo. Le fughe di Lopez sono le nostre fughe, nostra è la frustrazione quando, immancabilmente, ritorna alla vita reale, ma per fortuna c’è sempre un’altra porta!
2) La città di Ricardo Barreiro e Juan Gimenez
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="420" width="226" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26849" />La città di Ricardo Barreiro e Juan Gimenez è certamente una tra le opere più importanti dei due autori argentini. Rifugiatisi ambedue a Parigi sul finire degli anni Settanta a causa della dittatura del Generale Videla e ivi conosciutisi, danno vita al serial a fumetti che più di ogni altro trasmette il senso di angoscia e disperazione della condizione argentina dell’epoca, seppur narrate in chiave fantascientifica. È la storia di un giovane che dalla vita di tutti i giorni si trova improvvisamente prigioniero di una città sconosciuta e ostile, popolata da altri disperati e dalla quale non c’è via d’uscita, una città al di fuori dello spazio e del tempo nella quale farà un incontro sconvolgente.
3) Peter Kampf lo sapeva di Carlos Trillo e Domingo Mandrafina
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="282" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26855" />Peter Kampf lo sapeva è una singolare storia a fumetti del duo Trillo/Mandrafina, ambientata in una versione fantapolitica degli Stati Uniti negli anni Cinquanta.
Immaginate che Adolf Hitler fosse emigrato in America e là avesse fatto l’autore di fumetti… non ci sarebbe stata la seconda guerra mondiale, ma quei fumetti avrebbero ispirato forse dei fanatici razzisti. E se poi si scopre che il capo dell’agenzia che cura la campagna elettorale di John Wayne, candidato presidente per i repubblicani, si chiama Joseph Goebbels…
Un’opera coinvolgente, dal ritmo serrato e magistralmente disegnata, con un finale amaro, come solo le storie “vere” hanno.
4) Frutto acerbo di Carlos Trillo e Domingo Mandrafina
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="240" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26853" />Realizzata nel 1991 direttamente per il mercato europeo, la storia Frutto acerbo (Cosecha verde in originale) è uno dei più interessanti risultati della collaborazione tra lo scrittore Carlos Trillo e il disegnatore Domingo Mandrafina. In particolare il taglio della sceneggiatura, che è il rincorrersi delle diverse voci narranti degli intriganti protagonisti e dei comprimari, rende la vicenda ritmata e coinvolgente, e il disegno è al massimo dell’espressione di Mandrafina (seppure penalizzato dal colore nell’edizione in volume).
Ennesima riflessione sul potere (in questo caso con un’incursione riguardante il potere dei media e la responsabilità degli intellettuali) gioca con gli stereotipi e le psicologie dei protagonisti, creandone di indimenticabili.
5) Mort Cinder di Alberto Breccia e Hector German Oesterheld
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="277" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26854" />Un anziano antiquario compra oggetti del passato e il suo strano amico li riconosce, seppure antichissimi, per averli già avuti tra le mani durante la sua incredibile vita, perché egli è immortale.
Può sembrare banale, ma nelle storie rievocate da Mort (così si chiama l’uomo eterno) siano esse risalenti alla costruzione della Torre di Babele, alla battaglia delle Termopili, alla tratta degli schiavi negri dall’Africa o alla prima guerra mondiale, c’è tutta l’umanità e il suo dramma, illuminati dall’imperitura presenza di questo testimone profondamente umano, il corpo inossidabile al tempo che il tempo stesso ha dotato di una saggezza epica.
Il fumetto è Mort Cinder (1962, Argentina), il capolavoro del disegnatore Alberto Breccia realizzato su testi di Hector German Oesterheld, scrittore ed editore.
6) Disegnare o no di Juan Sasturian e Alberto Breccia
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="275" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26850" />“C’era una volta un paese molto disegnato, governato da un ammiraglio dispotico e brutale, che non sapeva disegnare”. Questo è l’incipit di una breve storia, Disegnare o no, scritta da Juan Sasturian e disegnata da Alberto Breccia per il volume Los derechos humanos pubblicato in Spagna da Ikusager Ediciones di Bilbao nel 1985. Si tratta di una favola, seppure cruenta, raccontata con la passione di chi ha vissuto la negazione dei diritti umani, illustrata da un Breccia che ormai trascende completamente la tecnica del fumetto tradizionale per riappropriarsi di un segno realmente “libero”. Forse perché tutti coloro che amano il disegno ne percepiscono il potenziale liberatorio, la storia nella sua semplicità risulta emozionante.
7) Fantagas di Carlos Nine
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="389" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26852" />Il fondato sospetto che il seggio Luigi XV se la faccia con la gatta di casa inquieta non poco l’ispettore Pernot, quando in casa Renaud l’orrore bussa alla porta…
Il più visionario e surreale artista argentino, Carlos Nine, paragonabile forse solo all’Herriman di Krazy Kat, confeziona un’opera di grande suggestione visiva (due storie di 46 pagine per essere precisi) che narra di Pernot, poliziotto alcolizzato a caccia del serial killer Fantagas, in un paesaggio onirico, dai contorni sfumati, tra un’umanità (se così si possono chiamare gli strani animali che popolano la storia) quanto mai allucinata e schizofrenica, spesso travolta da insopprimibili pulsioni erotiche.
8) L’Eternauta di Hector German Oesterheld e Francisco Solano Lopez
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="236" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26851" />Si racconta che nel 2007, in occasione dell’inaugurazione della mostra sui cinquanta anni dell’Eternauta, opera capostipite del fumetto moderno, realizzata nel 1957 da Hector German Oesterheld e Francisco Solano Lopez, a Buenos Aires abbia nevicato. Non stupisca se la cosa ci ha commosso, visto che la storia ha inizio con una nevicata sulla città; che Oesterheld è desaparecido nel ’77 e le sue quattro figlie anche; che si tratta della più inquietante variazione sul tema della “guerra dei mondi” e soprattutto della più angosciosa premonizione del clima di impotenza, terrore, violenza che lo sfortunato paese avrebbe vissuto di lì a pochi anni.
9) Cayenna di Guillermo Saccomanno e Domingo Mandrafina
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="291" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26848" />Una serie solo apparentemente leggera, quella delle storie di Cayenna, realizzate da Domingo Mandrafina su testi di Guillermo Saccomanno; le avventure del fuggitivo protagonista, innocente condannato (titolo originale El condenado) ed evaso, che si trova a inventarsi nuove vite in un’odissea attraverso l’America latina, sono più che altro un viaggio nella psicologia di comprimari fissi e occasionali. Il nostro eroe diventa una specie di cronista che comincia a scrivere a macchina un diario, voce fuori campo che dona alla narrazione una dolce malinconia di fondo.
Un’opera estremamente matura, un non-eroe nella migliore tradizione della scuola argentina.
10) Boogie l’Oleoso di Roberto Fontanarrosa
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="306" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26847" />Se esiste l’antieroe, se un cattivo può essere il protagonista di storie a fumetti, tuttavia c’è un limite alla simpatia che può ispirare un figlio di puttana! O almeno ci dovrebbe essere! Invece no, non c’è limite per Boogie l’Oleoso! Le vicende di questo killer prezzolato, violento, fascista, razzista (e chi ne ha più ne metta) creato nel 1971 da Roberto Fontanarrosa non riescono a non essere spassose, anche quando toccano temi scottanti come il traffico d’armi o di esseri umani.
Fontanarrosa ha la vena, tutta argentina e figlia del grande Quino (l’autore di Mafalda), di mescolare senza problemi l’umorismo con una sorta di malinconia fatalista di fondo, che somiglia tanto alle melodie del tango.
11) Alack Sinner di Josè Munoz e Carlos Sampayo
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="273" width="270" alt="ESSENTIAL 11: 11 fumetti argentini da Claudio Ferracci >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-26846" />L’opera intera di Josè Munoz e Carlos Sampayo è di estrema importanza, e in particolare il ciclo delle storie di Alack Sinner, realizzato in Europa e per il mercato europeo, è uno degli elementi fondanti del fumetto moderno.
Dall’eterogeneità dei singoli racconti (che hanno seguito lo sviluppo del lavoro della coppia da interessanti interpretazioni dell’hard boiled fino a opere di splendida letteratura disegnata al di fuori dei generi) non è semplice estrapolare una storia significativa più di altre, ma Por unos dibujos, pubblicata nel 1991 sulla rivista Corto Maltese, è quella che amo di più. Perché c’è rabbia ed eleganza, c’è umanità e politica, e c’è ormai una maturità narrativa e grafica che la rendono un vero gioiello…
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