E capirlo grazie al computer
Christian è uno specialista di poesia. Un letterato che più letterato non si può. E da letterato, con il suo patrimonio culturale da letterato, si cimenta nel Loebner Prize. In sostanza, con il Test di Turing. Cioè una roba tecnologica sul confine con la filosofia. Come lo scopo dei software di Intelligenza Artificiale è quello di fregare gli umani spacciandosi per loro, lo scopo di Christian diventa allora quello di fregare i software e i suoi colleghi umani dimostrandosi “l’umano più umano”. Per far questo, prima legge, si documenta, fa cose e vede ggente. E riflette. E collega idee pensieri emozioni. E scrive… beh, scrive di tutto: di tecnologia ma anche di filosofia, di psicologia ma anche di computer science.
Ne vien fuori questo libro, che è una miniera di spunti originali. Dopo averlo letto, non giochi più a scacchi come prima. O, meglio, giochi come prima (se sei una chiavica, resti una chiavica), ma giochi con più consapevolezza, con uno sguardo differente sul meccanismo del gioco. E perfino l’ombra dello spigolo della scrivania, proiettata sul pavimento, ha un aspetto differente. Soprattutto, dopo aver letto questo libro non penserai più ai tuoi pensieri come pensavi prima.
Adesso aspettiamo una riedizione in una versione commerciale (magari approfittandone per qualche intervento sui refusi, che sono un po’ troppi).
B. Christian, Essere umani, Le Scienze
Piace: la ricchezza di spunti di riflessione, la straordinaria e onesta curiosità intellettuale dell’autore, la commistione fra pensiero umanista e pensiero scientifico (sempre che una siffatta distinzione abbia senso).
Non piace: l’editing della traduzione, che in certi passaggi fa un po’ schifo.
Voto: 8/10