Magazine Poesie

Estate

Da Sergio Celle


Sogno di mezza estate…amore mio, in questa stagione la dea Cerere elargisce i suoi frutti migliori, quando Tempo mi rammenta che la vita è circoscritta di attimi, taluni fatti di ordinaria consuetudine, altri di rara, straordinaria intensità emotiva pulsante di vita: come un appuntamento vissuto d’attesa, un incontro sognato col cuore sospeso, di libellula eleganti volteggi rivolti verso un placido mare circondato di  variegata natura, come le tue slanciate caviglie scolpite per esaltare ogni passo di danza, per lasciare un indelebile segno su terra inconosciuta; una vita nel sogno, dove l’istante diviene impagabile istante, in cui l'astrazione pensata prende forma e i pensieri divengono parola: poche ma infinite sillabe sposate in vivo sentimento che ha soltanto l’aspirazione di esprimersi nella sua forma più intima e vera, non un blaterare senza senso, cui grande è il desiderio di espressione come fossero mille e mille desideri d' una sospinta ricerca di sé nell'altro, di noi in noi, che timidamente e quasi inconsapevolmente si traduce in uno soltanto; amore, incontrarti in un abbraccio è stata la magia di mezza estate: un sogno di poche ore trascorse con te, dove la grazia di una fiaba e fors’anche la forza di una meravigliosa parabola, racchiuse in un magico caleidoscopio dalle infinite sfumature, hanno per noi colorato l’aria e il cielo. Nei quieti mari di casa nostra le onde s’agitano libere, trasportate dal vento s’incrociano lente in crespi di tinte chiare e rispecchiano la monotonia di assolate spiagge. Stupore e sofferenza, nutrimento per l'anima; oggi siamo senz'altro più ricchi di ieri, perché vivi e consapevolmente padroni della più magica delle interiorità, propria di rarissime leggiadre menti e della bellezza che le contraddistingue. In questo breve sogno, soltanto un bacio amore mio, donatomi con la genuinità e l’innocenza di una fanciulla che sussurra diverse parole feconde d'inaspettata enfasi e di profonda sostanza, inconsapevole che la vita può offrire emozioni e gioie incantevoli. Ripenso col sogno le parole, abbracciato di fronte alle timide onde del mare, ripercorrendo punti, virgole, pause, sospiri, tocchi, carezze, baci sui capelli e soffi di velluto sulle labbra, e percepisco un incanto dove perdersi è un attimo e ritrovarsi un’eternità: “Dov'eri amore mio tutte le volte che con l'arroganza dei miei anni andavo confondendo l'amore con l'amante?” Ora che esisti come potrei spezzare quelle ali argentate colme di delicata grazia, e come non desiderare di volare alto con nuove e fiere ali dispiegate al vento della passione? Quanta opera d’arte in noi! Ma quando meglio ci penso, dico che la vera opera d'arte sei tu, mia dolce fanciulla; una scultura, un dipinto, un ritratto, una prosa, una poesia, altro non sono che l'evanescenza di un’anima alla quale i miei sentimenti sono rivolti: la tua, amore mio; di fronte ad un'opera d'arte posso contemplare la sua profondità, il senso nascosto del suo significato, ricercando l'interiorità che cela; il capolavoro che stordisce l'arte, trasognato d'un'emozione che scaturisce dalla sensibilità di un animo espressivo, mentre la sua fattura pur essendo d'impeccabile effetto, fa soltanto da cornice; amore mio, dipingere tutto ciò che rappresenti è semplicemente irreale; la vera bellezza è irraggiungibile, così pensare di rapirti anche soltanto un profondo bacio d’amore, per me è scoprire il bacio dell’eternità. Candida principessa, innocente fanciulla, come non cogliere significato migliore a descrizione di un evento così tanto intriso di meravigliosa unicità, luogo, contesto, senso del tutto, una sublime allegoria di quella perfezione di cui dolcemente un abbraccio parla confuso in mille tonalità di azzurro, dove raggi di sole partecipi illuminano i nostri occhi già illuminati di Amore; io e te, due, perché queste sono le anime armoniosamente perfette per il loro risplendere di luce propria; un io e te che urla nella silente e quieta atmosfera di figure che vanno, vengono e passano come ombre colorate e sonore; io e te, un solo suono di linee curve, dove il susseguirsi d’infiniti punti, traccia il ciclico senso del nascere, del vivere e del finire, per sublimare nel divenire dell’attimo, lo stesso che palpita in noi, lo stesso che presente è qui, vivo e reale, fra i respiri di un’azzurra natura e, oggi come oggi, l'aria che io tremante di delirio ora respiro, domani avrà tutto un altro profumo nel cuore…
Estate…entrare fra le tue labbrabreve come un brivido caldoe poi lasciarti nell’acqua…
   
Estate…mi sto rinchiudendonel beccheggio del marecome un riccio vissutofra i tuoi riccioli notturni… 
  Estate…la barca si è infrantafra i marosi del tuo scogliopiù non entrerònel porto della tua orchidea…

ancora tu e l’estatesu questa spiaggiamentre cala il solee s’oscura il mare
ancora tuche del vento ascolti il salire su per l’ariaquando di lontanod’altro si spengono i rumoriallorché di broccato nerosi veste tutto il cielo
e allorché di pallida tintaviandante si copre in velol’eterno volto della lunatu torni qui a ricordare
taci e ascoltimuto parli al mondoe alla tiepida sabbiacon occhi smarriti e fissicucciolo ti rivolgiorfano del seno della madre
affamato chiedi dell’amoreche solo in sogno hai sfioratoe incerto scrivi con un ditouna parola sulla renache negletta affoga onda nell’acqua
e muoiono i colori della seradel cuore ultimo orizzontevorresti imprigionarli tuttinella sbiadita tavolozzache sempre t’accompagna
per dipingere un voltoalba d’un nuovo giornoper affrescare un nomepareti d’un celeste castelloper rivedere un sorrisoaccendere il buio del buio
per ritrovare il bacioche ancora viveper morire nelle tue labbraper colorare un barlume di sensoa questi grigi sospiriquando una lacrima scendequando scende la notte
©Sergio Celle

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