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Eterofobia 3: ancora stronzate sulla vita gay!

Da Sorellajc
Eterofobia 3: ancora stronzate sulla vita gay! Sto diventando matta, ma ho un imperativo morale: fare controinformazione!
Ragazzi, la mia morale mi sta letteralmente martellando per farmi distruggere, una per una, le vaccate colossali che anche in siti seri si dicono ai gay, oggi vengo al "gay è come l'etero" ovvero siamo tutti uguali e le difficoltà che ha l'uno le ha anche l'altro.
Oggi, e dico oggi, mi imbatto su un ariticolo del celeberrimo Gay.it, dove un ragazzo, giustamente, denuncia l'impossibilità di avere una storia ma anche solo un amicizia a partire dai locali gay e che, proprio a causa di questo disagio nonchè di svariate delusioni d'amore, ha optato per saune, dark room e battuage, diventando in breve tempo, a dir suo, sesso dipendente.
Allora, il problema esposto è concreto e reale, ma guardate l'infame minimizzazione del tutto dal solito gay politicamente corretto di turno (ovvero la risposta ufficiale del sito, mica commenti):
"Caro ragazzo romano… indignato, deluso e fortemente irritato, quello che hai sottolineato credo sia un fenomeno, non solo molto diffuso nel mondo omosessuale, ma anche in quello eterosessuale! Provo a spiegarmi… Immagina di pensare a ciò che accade ad un 20enne etero quando, preso dal desiderio di sperimentarsi sessualmente, si butta in picchiata alla conquista (fine a se stessa) di una ragazza. Se accade in una discoteca cercherà di andare al sodo, magari accontentandosi di una "sveltina" in uno squallido bagno…oppure improvvisandosi "macho" e sicuro di sé sceglierà tra le tante "lucciole" che brillano nei viali della magica Roma, di conquistare la loro compagnia, dimenticandosi che di sesso mercenario si parla, vista la prestazione a pagamento!
E che dire poi delle chat, quelle etero, l'unico interesse è quello di raggiungere il più velocemente possibile l'atto sessuale, dentro o fuori il mondo virtuale!"
Cioè, questo è da denuncia!Ma vorrei ribattere punto su punto.Essere etero ti dà libero accesso a qualsiasi tipi di locali e a qualsivoglia vita sociale senza lo stigma e la fatica di dirsi eterosessuale e magari, perchè lo si dice, vedersi isolati, scherniti e magari picchiati.L'etero ha la sua squadra di calcio, le sue bevute con gli amici di paese, ma soprattutto ha la possibilità di essere quello che è quando vuole.Che poi la discoteca non sia il luogo principe della socializzazione seria, bhe, questo lo dico da anni; ma il punto è che l'eterosessuale può farlo ovunque, mentre il gay è costretto ad andarci (poichè solo nei locali gay può viversi al 100% come tale).Ma eccolo subito rincarare la dose con tonnellate di perbenismo:
Quello che probabilmente più differisce e sicuramente indegna gli omosessuali può riguardare non tanto il modello ludico delle esperienze di socializzazione, ma il giudizio e il pregiudizio che vi si cela all'interno.
Cioè: sono tutti problemi nostri, inventati e pregiudizievoli.Cioè noi ci inventiamo la ghettizzazione, la fatica e l'omofobia...perchè se noi lo dicessimo tutti ci accoglierebbero a braccia, e gambe, aperte.Non so dove viva questo.Ma continua:

Io parto dal presupposto che ogni individuo ha il diritto di vivere affermandosi e confermando i propri pensieri e le proprie emozioni a prescindere dall'orientamento sessuale.
Ognuno, nel rispetto di se stesso e degli altri, deve vivere in linea con quello che sente di essere!
Ognuno dovrebbe cominciare ad essere se stesso proprio confrontandosi con la società in cui vive, non avendo particolari paure di giudizi e pregiudizi, rinforzando la naturale espressione di ciò che si sente di essere: gay, lesbica, etero, bisex, transessuale, transgender…in un'unica parola un INDIVIDUO!
E vai con le porcate. Eccolo qua, il cancro omosessuale: il misconoscimento della propria diversità.Parole simili le ho sentite ieri, dalla D'Urso, da parte di un esponente della Lega, e questa già di per se' basta e avanza come obiezione.Arricchisco il tutto dicendo che la diversità deve piuttosto essere valorizzata, perchè è nella diversità che sta la ricchezza della vita interpersonale; il punto sta piuttosto nel fatto che, troppo spesso, il diverso sia socialmente emarginato. Ma lo sporoloquio non ha proprio fine:
Ricordo la mia personale esperienza nel PRIDE del 2000, per capirsi quello scandalistico in quanto in contemporanea al giubileo, dove un gruppo di omosessuali che, finalmente, uscendo dalle fila del piacevole e trasgressivo luccichio carnevalesco, sfilando composti e vestiti in modo molto sobrio (pantalone, camicia, giacca) portavano una "etichetta" vicino alla parte del cuore con su scritto: POTREI ESSERE IL TUO MEDICO, IL TUO COMMERCIALISTA, IL TUO FARMACISTA, IL TUO MECCANICO. Questo è viversi in quanto individui, questo a mio avviso è ciò che ogni persona, a prescindere dall'orientamento sessuale, dovrebbe imparare a perseguire, e l'ideale sarebbe far venire meno anche la famosa "etichetta"!
Ok, mi sono appena cadute le palle.Ribadisce, tra lo spocchioso ed il perbenista, lo stesso canceroso concetto di prima.Evito ulteriori commenti e vi lascio alla shockante fine:
L'unica cosa da fare è non fermarsi portando avanti l'unico vero sentimento: l'AMORE.
Spero di aver risposto anche in parte ai tuoi dubbi, perplessità e paure…non esitare a contattarmi ancora.
Buahahaahhahaahha, non posso commentare! Tanto valeva dire "e poi vissero felici e frocioni", no?Tutto va sempre a finire a tarallucci e vino, peccato che a noi non piacciano. Vi prego di segnalarmi altri orribili stralci alla nostra intelligenza!

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