« Il Mezzogiorno non dovrà più essere in grado di intraprendere » (Carlo Bombrini, banchiere genovese, all'indomani dell'Unità)
Teniamolo presente questo epitaffio,osservando le manifestazioni di imprenditoria meridionale mortificate (ed impedite) dalla connivenza tra ascari made in Sud, governi succedutisi per 151 anni e l'imprenditoria d'oltre po. L'ultimo esempio? Quello dell'emittente Europa 7, di proprietà dell'imprenditore abruzzese (di Avezzano) Francesco di Stefano.
La vicenda: Nel 1999 l’Agcom (Autorità per le Comunicazioni) bandisce una gara per rilanciare le otto concessioni televisive nazionali disponibili. Oltre a Mediaset e Telemontecarlo, partecipa anche Francesco di Stefano, che versa il capitale richiesto di 12 miliardi di lire. Di Stefano chiede concessioni per Europa7 e per 7plus, ma quest’ultima viene esclusa con un cavillo (Di Stefano farà ricorso al Consiglio di Stato ed otterrà ragione). Europa 7 si piazza al primo posto per la qualità dei programmi e il governo gli assegna ufficialmente una concessione. Ma le frequenze rimangono occupate da Rete4 e Telepiù nero, proprietà di Berlusconi, anche perché il governo D’Alema gli concede un’abilitazione provvisoria a trasmettere sine die. (Wikipedia)
Di fatto, però, l'emittente fu messa nelle condizioni di trasmettere solamente nel 2009 e lungo una sola frequenza.
Come a dire, hai speso soldi? Fai una buona programmazione? Hai vinto il bando?Chissenefrega, le diamo a Berlusconi perchè Fede è decisamente più figo di te. E puoi vuoi mettere, la televisione fatta da un immobiliarista brianzolo da quella fatta da un abruzzese? Niente da fare, anche se hai pagato, preferiamo vedere Colombo e Chuck Norris sulla rete che spettava a te. Poi abbi pazienza, qualche anno e ti ridaremo queste frequenze.
Ma Di Stefano non ci sta ed intraprende una serie di azioni legali fino a chiedere il giudizio della giurisdizione europea.
Dopo una lunga querelle giudiziaria, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per non avere concesso per 10 anni le frequenze all'emittente televisiva Europa 7 di Francescantonio Di Stefano. La Corte ha riconosciuto all'imprenditore 10 milioni di euro per danni materiali e morali contro una richiesta di due miliardi di euro.
Secondo la Corte, nel non assegnare le frequenze a Europa 7 le autorità italiane non hanno rispettato "l'obbligo prescritto dalla Convenzione europea dei diritti umani di mettere in atto un quadro legislativo e amministrativo per garantire l'effettivo pluralismo dei media". (Ansa)
Nella sentenza di condanna verso l'Italia, la Corte ha rilevato come, avendo ottenuto la licenza, Europa 7, potesse "ragionevolmente aspettarsi" di poter trasmettere entro massimo due anni. Ma nei fatti ciò non è mai avvenuto perché le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti con la continua introduzione di leggi che hanno via via esteso il periodo in cui le televisioni che già trasmettevano potevano mantenere la titolarità di più frequenze.
Auguri Di Stefano, ci liberi al più presto dall'ennesima replica di Chuck Norris...