Ogni tanto mi perdo, lo ammetto, ma in un momento in cui cerco di rimettere un po’ di punteggiatura nella mia vita ecco che mi capita spesso di non capire perché le 24 ore finiscano tanto velocemente.
In periodo di crisi economica, anche se di questo non voglio parlare per non deprimere i lettori del lunedì che già per questo sono molto provati, essere alla ricerca di un lavoro è quasi diventato una abitudine, un po’ come l’aperitivo delle 19.
Se vogliamo deprimerci per questo facciamolo pure, io voglio essere positiva e vi dirò che la costante ricerca ci spinge a migliorare ed è uno stimolo per una vita più attiva.
Lo so è una gran cretinata! Ma la donna imperfetta non può avere un lavoro fisso, per sfortuna o imperfezione non saprei, quindi deve spremersi le meningi per trovare nuove strade almeno una volta all’anno. Ecco allora che il suo CV è la sua vita e l’invio costante e giornaliero via mail in risposta ad annunci di lavoro, o anche solo per faccia tosta, è una attività abituale.
Molto meno abituale è il poter effettuare il colloquio data la bassa percentuale di conversione positiva degli invii di curriculum.
Ma cosa succede quando finalmente qualcuno ti caga e ti vuole dare un appuntamento? Ansia, ansia, ansia! Ancora di più se, nonostante la comodità di un colloquio via Skype, ti ritrovi senza una baby sitter per il momento fatidico.
Mettiamo le cose in chiaro: ci si può organizzare, ma al fatidico momento capita l’imprevisto. Ed ecco che, nonostante appuntamento con parente che volontariamente viene a prendersi il pargolo un’ora prima del colloquio, e giornata a tirarti il latte per garantire il pasto al nanetto, l’altra parte decide di cambiare orario…
Panico!
Indossi al volo una camicia ed una giacca al volo….su pantaloni di tuta e pantofole…tanto non ti vedono. cerchi la parete più neutra e meno incasinata della casa e ci piazzi la videocamera… e poi ti rivolgi al piccolo esserino urlante: “stai buono e ti cedo una tetta per la vita a venire”, “a 18 anni ti compro una macchina “….e tante altre promesse da mamma sconsiderata. Lo imbottisci con il latte che con tanto sudore sei riuscita a tirarti con quel portentoso e mostruoso tiralatte regalo per neo-mamma e speri che crolli.
Ci riesci… sta dormendo! Lo piazzi in camera da letto e chiudi la porta e ti piazzi al pc in tempo in tempo per la chiamata.
Per pochi minuti sfoggi il tuo lato migliore, cavolo in video non rendo, ma le prove allo specchio mi potrebbero aiutare. Sciogli la lingua e punti sull’effetto sorpresa di donna fatta che sa tutto della vita, del mondo e del lavoro che ti offrono, ma accade il secondo imprevisto: il nano si sveglia!
Ecco allora che il tuo viso diventa una maschera tesa e speri che dall’altra parte non si sentano le urla, parli più velocemente e alzi il tono di voce sperando che finisca tutto il prima possibile e che nessuno lo senta disperato.
Ancora 5 minuti di tortura psicologica e finisce tutto, stacchi la connessione e corri dal nano. Lui si tranquillizza, tu invece ti guardi allo specchio e cerchi di rielaborare cosa hai detto negli ultimi minuti di colloquio.
Non sei convinta di aver parlato come volevi…e non sei convinta che non abbiano sentito le urla. E allora? Questo potrebbe influire sul tuo colloquio?
E chi lo sa?
Vabbè non ci pensiamo. Togliamo la camicia e la giacca, leghiamo i capelli, indossiamo di nuovo la felpa comoda e torniamo a scrivere storie sul pc con quel piccolo nanerottolo sulle gambe che ora sì sta decisamente calmo.
E quel colloquio via skype? Un’esperienza come un’altra…il mio primo colloquio da mamma free lance
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