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Fassinotti e la fisica del salto

Creato il 16 giugno 2011 da Sportduepuntozero

Fassinotti e la fisica del salto

A guardarla da lontano non sembra poi così alta, ma quando ti ci trovi sotto, la vedi terrificantemente e mostruosamente alta. E’ l’asticella del salto in alto, il terrore di molte lezioni di ginnastica di qualsiasi generazione.  Ma c’è chi dell’asta non ha nessuna paura, tanto che si diverte a tararla su altezze impossibili per i comuni mortali. L’abbiamo visto con i nostri occhi allo stadio di atletica di Torino Primo Nebiolo.

Duecentoventinove centimetri
Il metro su cui poggia l’asticella segna 229cm, cioè due-metri-e-ventinove-centimetri. Vengono le vertigini solo a pronunciarla. Cosa ci fa a quell’altezza? Beh, è stato Marco Fassinotti a settare l’asta su quella misura. Si diverte a mostrare orgoglioso il suo record personale quando parla di salto in alto. E fa bene ad andarne fiero: mica tutti i giorni c’è qualcuno che vola così alto. Lui ci è riuscito e anche facilmente. Poi si è fermato. Tanto aveva già vinto la gara…

E ora… Londra!
Il suo prossimo obiettivo sarà sfondare il muro dei due-metri-e-trenta. Quando succederà è difficile a dirsi, ma se arrivasse in una gara importante sarebbe ancora meglio. Magari ci riuscirà nel meeting che gli regalerà l’accesso a Londra 2012, perché è lì che punta ad arrivare. Per partecipare all’ultima Olimpiade servivano 2 metri e 31 cm, ma non è detto che il minimo per la manifestazione inglese sia lo stesso. Il risultato deriva infatti da un particolare calcolo sui risultati assoluti mondiali ottenuti in quella stagione.

Girare il mondo? Perché no!
Indipendentemente dalla qualificazione, Fassinotti proseguirà per la sua strada, con i suoi 10 allenamenti a settimana ed i suoi studi in Filosofia. Sì, perché Marco è l’esatto opposto dello stereotipo dell’atleta forte ma poco sveglio. Quando parla sa essere molto coinvolgente e quando racconta i suoi progetti futuri, lo fa con la consapevole ironia di chi sa di potersi godere un momento positivo della vita. D’altronde, fa quello che ama e l’Aeronautica Militare lo sponsorizza in quasi tutto; gira il mondo per le gare e conosce gente: il futuro è decisamente dalla sua parte. A noi basta vedere con quale naturalezza si esercita. Per la gioia di fotografo e videoperatore, Marco si sbizzarrisce in diverse figure: dal salto mortale indietro (sul materasso), a quello dell’asta da fermo, passando per uno stacco a due piedi scomposto ma decisamente scenografico.

Velocità angolare, percentuali… che casino!
Ma il bello di Marco è che non sembra uno di quegli atleti che senza lo sport perderebbero la propria ragione di vita. Secondo lui è tutta una questione di numeri e “semplici calcoli”. Tra algoritmi, massa, peso e velocità angolare ci ho quasi perso la testa, quindi non oso riportare le sue spiegazioni, ma “fidatevi che funziona”. Se lo dice Marco…  Sempre a proposito di cifre, gli studi hanno dimostrato che l’80% della capacità di un atleta dipende dalle doti naturali, un 10% dall’allenamento e il restante 10% dalla forza mentale. Insomma, è la testa che comanda. Non a caso durante le sedute di training l’atleta salta sempre meno che in gara. Invece durante il meeting scatta qualcosa e si vola più alto. In base allo stato di forma, succede a tutti di vedere l’asticella più bassa o più alta del solito e sono quelle le volte in cui si va incontro al record personale (oppure a delle figuracce, ma di questo non si parla mai).

Record mondiale
Sotomayor (il saltatore cubano, non il personaggio imitato da Fiorello) raramente vedeva l’asta troppo alta, altrimenti non avrebbe fatto il record mondiale di 2 metri e 45 che resiste dal 1993. Lui ci è riuscito anche grazie al ‘Fosbury’, una tecnica di salto piuttosto recente che ha rivoluzionato questa disciplina. Marco ci spiega che è l’unico tipo di salto che permette di superare l’ostacolo anche se il baricentro del corpo è più in basso dell’asticella. Anche qui c’è una complessa spiegazione scientifica con tanto di disegnini, calcoli ed equazioni. Ma per oggi vi graziamo.

di Edoardo Blandino

 

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