Questo Paese, ormai politicamente diviso tra Nord, Centro e Sud. Assai più che fra Destra e Sinistra. Oggi si trova, di nuovo, a discutere di Padania. Che è una patria immaginaria. Ma, tanto in quanto se ne parla, tanto in quanto diventa l’etichetta di prodotti e manifestazioni (dai campionati di calcio ai concorsi di bellezza ai festival della canzone), tanto in quanto è discussa: esiste. Come “invenzione”, operazione di marketing. Ma c’è.
Ilvio Diamanti riflette sulla Lega, in particolare sul rapporto tra secessione e federalismo.
Quel che traspare è uno stato confusionario della Lega, che promette tutto, anche cose contrapposte tra loro, ma realizza poco.
Federalismo o secessione? Questa è la prima domanda a cui la Lega deve rispondere. Sono termini antitetici: la Lega cosa vuole? E i leghisti?
E, se vuole il federalismo, che federalismo vuole? Abbiamo 3 (tre!) ministeri che si occupano delle riforme per il federalismo e della sua attuazione, ma qual è l’idea, il progetto, sul quale stanno lavorando?
una definizione largamente in-definita. Perché non è mai stato chiarito, fino in fondo, cosa si intenda. Quale Italia, con quali e quante regioni, macro-regioni, meso-regioni.
Nel frattempo stanno lì, con 3 ministeri che si sovrappongono e Renzo Bossi in Regione Lombardia. Anche su questo bisogna mettersi d’accordo.
Si raggiunge il paradosso, come Pippo rileva, quando il sindaco di Varese, Attilio Fontana, dichiara:
«Tutto si può dire, meno che questa sia una Finanziaria federalista…»
«Purtroppo è la Finanziaria nel suo complesso a non muoversi nella direzione del federalismo, ne tradisce i concetti cardine e cioè la libertà per gli enti locali unita al principio di responsabilità»
«Rischiamo di condurre alla morte molte delle nostre città e dei nostri territori»