Magazine Cucina
Ricordo quanto mia nonna amasse festeggiare il suo compleanno.- Per al me cumpleann femm un bel legriùn!( per il mio compleanno facciamo un bel festone allegro!)Adorava avere tutti i figli e i nipoti attorno alla sua tavola ed eravamo veramente tanti.Quel giorno si preparava con cura, si ravviava i capelli con la treccia arrotolata dietro la nuca ed indossava il suo vestito preferito, nero a pois bianchi con l’ampio colletto di pizzo bianco.Si era fatta portare la stoffa da suo figlio Giuseppe:- Giuse g’ho de bisogn un vistidin, portom in piasè un quai meter de misto seda nera a puarini bianchi.(Giuse ho bisogno un vestitino, portami per piacere qualche metro di misto seta nero a puarini bianchi)Bastava che scambiassi uno sguardo con i miei fratelli sussurrando:- Vistidin … puarini… mmpppppfffff…e scappavamo in cucina a ridere come matti.Mia nonna non era certamente un fuscello, nel suo massimo splendore arrivò a 160 chili, e l’uso di quei diminutivi aveva su di noi un effetto comico.Non era sempre stata così, anzi da ragazza, come amava raccontare, suscitava anche l’ammirazione dei “giovinotti”. Ogni giorno, andando a scuola ad insegnare, passava davanti alla caserma ed il piantone appena l’avvistava in fondo alla strada si precipitava dentro ad avvertire i suoi commilitoni: - Arriva la signorina bersagliera! Arriva la signorina bersagliera! Tutti si disponevano davanti all’androne sull’attenti ed uno ebbe anche l’ardire di chiedere:- Signorina mi vuole sposare?Mia nonna lanciava un sorriso e proseguiva dritta e fiera ridacchiando tra sé e sé.- L’è stada colpa del pan bianc! Dopo el pan negher del temp de guera che el pareva resegadùsc qui bei michett bianc, croccant e un po’ brusà erano una meraviglia! Finivi pù de mangiann!( E’ stata colpa del pane bianco! Dopo il pane nero del tempo di guerra che sembrava segatura, quelle belle michette bianche, croccanti e un po’ bruciate erano una meraviglia! Non finivo più di mangiarne!)Lei giustificava così il suo esponenziale aumento di peso ma sicuramente non era solo quello.A me ragazzina golosa diceva:- L’è de poca spesa, quand l’ha mangià el campanìn la mangia anca la gesa.( Non costa molto mantenerla, quando ha mangiato il campanile mangia anche la chiesa, cioè mangia di tutto e non scarta nulla)Ma da qualcuno avrò ben preso …A lei piaceva molto andare a fare la spesa, “a pruvèd”, a provvedere ai bisogni della famiglia e quando le gambe non gliel'hanno più permesso si faceva portare in casa quanto le occorreva.Arrivava ogni settimana la “ donèta de Gordona” , si sedeva in cucina e dalla sua pesante gerla tirava fuori burro, uova, formaggio, farina gialla, gallina o coniglio, mezzo capretto, radicc…La nonna non resisteva e comperava tutto:- Tant i van minga a màa…( tanto non vanno a male)Che ne dici nonna se per questa festa cucino così un po’ del ben di Dio che hai comperato?Come antipasto proporrei un’insalata che prepari lo stomaco al resto e i “radicc”, i germogli di tarassaco appena spuntati nei prati sono l’ideale. Questi sono tenerissimi hanno le foglioline interne che virano verso il rosso, assieme ci mettiamo anche un ovetto e un po’ di speck, non sia mai che tu possa dire:- Demm minga erba che son minga ‘na cavra!( Non datemi erba che non sono una capra!)
Radicc e öf in dur( Germogli di tarassaco con uova sode)Per 4 persone:200 g di radicc (tarassaco o dente di leone) 4 uova 50 g. di pancetta 4 cucchiai di olio d'oliva 2/3 fette di pane casarecciovino biancoSale
Pulire le foglie di tarassaco eliminando le radichette, lavare sotto l’acqua corrente ed asciugareRassodare le uova cuocendole per 7 minuti calcolando il tempo dall'inizio dell'ebollizione. Passarle in acqua fredda, sgusciarle e lasciarle raffreddare. Tagliare il pane a piccoli dadi uguali e tostarli in forno per qualche minuto. Soffriggere la pancetta tagliata a cubetti in un padellino e sfumare con il vino bianco Procedere con la preparazione del piatto: disporre le foglie di tarassaco, unire l’uovo tagliate a metà, i tocchetti di pane e sopra versare i dadini di pancetta con un cucchiaio del fondo di cottura a condimento.Poi direi di usare la farina gialla nostrana per fare una bella polenta e ci accompagniamo il
Capretto al fornoIngredienti per 4 persone:
2 kg di capretto nostrano
100 g di burro
1 dl di olio d'oliva extravergine d’oliva
due pizzichi di segrisöla (timo selvatico)
un paio di rametti di rosmarino3 bacche di ginepro1 rametto di maggiorana1 spicchio d’aglio
vino bianco
sale e pepe
Lavare e tritare le erbe aromatiche e lo spicchio d’aglio
Tagliare il capretto in piccoli pezzi, metterlo in una teglia di alluminio spesso o di rame, condirlo bene con olio, pepe, le erbe aromatiche tritate e lasciarlo marinare per una notte. Aggiungere il burro a pezzetti, rosolare a fuoco forte, sfumare con il vino bianco e mettere in forno a 180° rigirandolo due o tre volte finché non avrà raggiunto un bel colore dorato.Servirlo con polenta fumante condita con un paio di cucchiai del fondo di cottura del capretto.
E per finire ecco il
Cuore di frolla con crema e marmellata d'arance amare
Ingredienti:Per la pasta frolla200 gr farina 0050 gr di semola di grano duro rimacinata
150 gr burro
100 gr zucchero
2 tuorli
essenza di vaniglia e scorza d’aranciaPizzico di saleUn vasetto di marmellata d’arance amare
Per la crema pasticcera:½ litro di latte150 gr di zucchero4 tuorli45 gr di maizenaScorza d’arancia grattugiataEssenza di vaniglia.
Preparazione:
Per la pasta frolla:Lavorare velocemente il burro con lo zucchero, unire i tuorli, la farina, l’essenza di vaniglia, la scorza d’arancia grattugiata ed il sale.Lavorare velocemente, fare una palla e metterla in frigo coperta con un canovaccio per almeno mezz’ora.Sbattere i tuorli con metà zucchero ed unire la maizena alla fine quando sono ben montati.Far bollire il latte con il restante zucchero, la scorza d’arancia e la vaniglia.Versare metà latte nel composto di uova, mescolare e rimettere il tutto nel latte rimasto. Portare a ebollizione rimestando e dopo pochi minuti toglierla dal fuoco e far raffreddare.Stendere la pasta nella tortiera risalendo bene sui bordi, con gli avanzi di pasta formare dei cuoricini.Bucherellare il fondo della pasta frolla, stendervi mezzo vasetto di marmellata d’arance riscaldata per facilitare l’operazione.Riempire con la crema pasticcera fredda e mettere in forno a 170° per circa 30 minuti. Togliere la crostata dal forno, quando è fredda spalmarvi sopra la rimanente marmellata d’arance e decorare con i cuoricini
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