Magazine Cucina
Nella borsa della spesa: 250 g di Farina di Farro bio + il necessario per la spianatoia
60 g di Lievito Madre attivo
30 g di Zucchero di canna
1 cucchiaino di Miele
25 g di Burro
130 g di Acqua tiepida
1 pizzico di Sale
10 g di Farina di carrubo, per il colore scuro
Nota all'etichetta: Ricette Senza - Ricetta senza Grano, Latte, Lievito chimico e Uova
In cucina con Pecorella: Ho utilizzato tutti ingredienti biologici e naturali, lo zucchero di canna integrale, la farina di carrubo bio per colorare, al posto del più utilizzato e diffuso orzo solubile, e il miele anch'esso rigorosamente bio, si tratta di MielBio della Rigoni di Asiago. Allo stesso modo, per proseguire nella scelta di gusto sani e bio, vi consiglio di provare, così come ho fatto io, le fette biscottate di farro a lievitazione naturale con un velo di Fiordifrutta alle Arance amare.
Vi racconto il “come fare”: Avrete necessità di Lievito Madre attivo, quindi la prima cosa da fare sarà procedere al rinfresco del vostro lievito lasciandolo poi crescere per circa 4 ore, o fino al doppio del volume.
Attivato il lievito madre, potrete procedere con la preparazione dell’impasto: sciogliete il Lievito Madre in acqua tiepida, aggiungete il miele e lo zucchero e amalgamate bene. Miscelate la farina di farro al pizzico di zucchero e aggiungete questo mix, poco per volta, nella ciotola contenente il lievito sciolto in acqua con gli zuccheri.
Impastare per bene fino ad ottenere un panetto compatto. A questo punto sciogliete il burro e aggiungetelo all’impasto, amalgamate. Otterrete un panetto unto e umido, dividetelo in due parti. Lavorate la prima parte dell’impasto sulla spianatoia cosparsa di farina fino a far assorbire bene il burro: dovete ottenere un panetto liscio e non appiccicoso sulle mani, fatto questo potete metterlo da parte. Lavorate ora la seconda parte dell’impasto sulla spianatoia cosparsa di farina di carrubo fino a far assorbire bene il burro: dovete ottenere un panetto liscio e non appiccicoso sulle mani, questo secondo impasto si colorerà di scuro grazie alla farina di carrubo utilizzata.
Riprendete il primo impasto, stendetelo a foglia sottile circa 2 cm e di forma rettangolare; stendete allo stesso modo il secondo impasto, poi sovrapponete questo impasto scuro sull’impasto chiaro e arrotolate. Otterrete un rotolo di impasto bicolore.
Foderate uno stampo da plumcake con carta da forno e posizionate al suo interno il rotolo di impasto. Sistemate lo stampo all’interno del vano forno spento e lasciate a lievitare almeno fino al raddoppio del volume: al mio impasto, per questa operazione, sono servite circa 5 ore.
Trascorso il tempo necessario alla lievitazione, riscaldate il forno a 180°C e, una volta raggiunta la temperatura, infornate lo stampo e cuocete per 30 minuti. A cottura ultimata spegnete il forno, aprite lo sportello di uno spiraglio e lasciate raffreddare completamente (io ho lasciato il plumcake a raffreddare per una notte intera!).
Appena il vostro panetto sarà ben freddo, affettatelo a fette spesse 1 cm. Riscaldate il forno a 150°C, posizionate le fette sulla placca da forno coperta da carta da forno, quindi tostate (biscottate) le fette 10 minuti per lato.
Un pizzico di Tì: Le fette biscottate sono una di quelle preparazioni che mi frulla in testa da tanto, una di quelle chicche culinarie che desideravo riproporre in una versione adatta ai gusti verso cui da tempo ormai, qui alla casetta al marzapane, ci siamo orientati: il farro e la lievitazione naturale con lievito madre.
Trovare preparati di farro o di kamut, tra cui le fette biscottate, al supermercato – anche se si tratta di farine sempre più di moda – non è semplicissimo; se voglio mangiarle, devo andare in uno o due supermercati a carattere bio dislocati (diciamo) in zona, ma non è ne semplice ne agevole, e comperare lì le mie fette biscottate “salutari”. Questa difficoltà è uno dei motivi che mi spinge da tempo al pensiero di farmele da me… come si direbbe qui a Palermo, in modo assolutamente ironico: “c’ho perso tempo”! Nel senso che, mi dispiace di non averlo fatto prima. Sono davvero buone, anzi no… meglio, e una fetta tira l'altra!
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