Dagospia con Bankomat parla di bluff per Marchionne riprendendo notizie da quotidiani nazionali stigmatizzando giustamente vecchie regole che riguardano il mondo dell’Auto nella sua globalità e cioè… “La crisi non c’entra, a meno che qualcuno sostenga che gli uffici studi e marketing del Top Manager contribuente svizzero alcuni mesi fa non fossero in grado di stimare con professionalità scenari e dati macroeconomici del mercato in questione. No, il problema viene da lontano, e tutti i manager e addetti ai lavori lo sanno: vendere auto significa progettarle bene, pianificando per anni con scienza e borselllino, e poi organizzare e mantenere robuste reti distributive. Il resto e’ chiacchera”.
Corrado Poggi continua sul Sole 24ore: “Il problema, come peraltro spiegato dallo stesso ceo Sergio Marchionne nella conference call con gli analisti dopo la pubblicazione dei risultati per il secondo trimestre, è da ricondurre ai ritardi incontrati nell’allestire la rete di distribuzione delle concessionarie autorizzate ma la campagna di marketing sta ora partendo in grande stile con annunci sui giornali e spot sulle tv commerciali.
Nel corso dell’ultimo weekend la Fiat ha inoltre cercato di far innamorare gli americani della 500 trasformando per l’occasione Times Square in un cinema all’aria aperta. Sabato e domenica sono state parcheggiate nella centralissima piazza newyorkese, ormai chiusa al traffico, 36 modelli della 500 e i fortunati che sono riusciti a prendervi posto hanno potuto seguire la proiezione di un nuovo classico del cinema, “Romeo + Juliet”, di Baz Luhrmann. «Questa è la nostra promozione di maggiore impatto – ha spiegato la dirigente Fiat – e intendiamo ripeterla anche a Chicago, Miami e Santa Monica».
FIAT 500
Motivi di preoccupazione giungono intanto dal fronte indiano dove la joint venture formata nel 2006 con Tata Motors non ha dato sino ad ora i risultati sperati. In un’intervista al Telegraph di Calcutta, il presidente del gruppo indiano, Ratan Tata, ha spiegato che metà circa dell’investimento fatto sino ad ora in Fiat India Automobiles Ltd (Fial) è andata persa e ha espresso la propria speranza di riuscire a rinegoziare i termini del rapporto contrattuale con la società di Marchionne.
La jv, ha spiegato Tata, era stata formata sulla base di determinate stime fatte all’epoca sulla crescita della domanda da parte del mercato indiano per vetture Fiat che non si sono rivelate esatte. «Quelle stime in termini di volumi non si sono materializzate – ha detto Tata – più per la Fiat che per noi, perché c’è stato un peggioramento del mercato. Siccome siamo comproprietari al 50%, abbiamo condiviso le perdite della joint venture. Ora dobbiamo rivedere i termini della nostra cooperazione in modo da renderla più realistica e speriamo di riuscire a farlo con il tempo».