Entriamo. Gente che va che viene che è già sistemata che aspetta.Aspettiamo.Chiediamo? a chi? ah ecco Sissi. Non ci calcola. La Bionda chiede dov'è la festa. E' già la festa. E' una festa bruttissima allora. Cominciamo bene. Il barbuto ride e si guarda in giro. Ne parleremo per giorni.Sara, bellissima. Una bellissima famiglia. Oddio cosa penseranno? Disegnano, i bambini disegnano. La festa diventa bella, con i pennarelli in mano. Puntiamo un cubo, meglio che niente.Sissi ci regala un pannello. Le nostre cartoline, lì. Dice che facciamo accoglienza. Che accogliamo? Sbalestrate. Siamo in un flusso, i Chille lo sanno che si fa, è una cascata in un solco tracciato, poi gli schizzi rimbalzano e si mescolano e a noi non resta che tuffarci, le sedie la nostra canoa.Dentro la stanza, di tutto. Un susseguirsi di persone che parlano, applaudono. Sorridiamo, allunghiamo bigliettini ai più giovani. Lo sento con le mie orecchie: "Ah siete voi?". Boh.Siediti e dicci, chi sei?Proiettano Tabucchi, tutto più tranquillo. Mi allontano ed esploro. Scatto a caso ma soprattutto mi sento di casa. San Salvi come il Sacco, strutture ospedaliere ai margini della città, pensate per emarginare. Stesso impianto, un parco, stessi ambienti e stessa luce. Ma è festa per me in questi posti: qui è measachair e diversità, là era corso preparto e gioia per Giulia. Fuori piove, la luce è debole. Tutto è mosso e sfuocato.Passa Ascoli, sfuocato pure lui. Cerco tracce di un mondo che non conosco per niente, il teatro.Trovo anche altro.
continua, credo...

















