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Flagman e la nuova Tahrir

Creato il 18 dicembre 2011 da Baraem
Pubblicato lunedì, 22 agosto 2011 su ilmioegitto.splinder.comAl confine con Israele, nel territorio egiziano, lo scorso 18 Agosto sono morti 5 soldati egiziani.
Si trovavano in Egitto, avevano meno di 30 anni, avevano bambini e famiglie a carico e sono morti senza un vero motivo.
L’esercito israeliano li ha uccisi, violando, tra le altre cose anche il Trattato di Camp David.
Ora, se questo fosse accaduto l’anno scorso, non avrebbe fatto notizia, tranne, forse, un trafiletto sul giornale locale egiziano.
Ma la storia e’ cambiata. L’Egitto ora e’ cambiato.
In passato molti soldati egiziani al confine con israele ed in territorio egiziano sono stati uccisi. Per sbaglio, per una svista, per non si sa che, ma l’essenziale e’ che Moubarak non ha mai chiesto spiegazioni approfondite, non si e’ mai sdegnato difronte al sangue del suo Popolo versato senza giusta causa.
Questa volta invece e’ stato diverso. Il Primo Ministro Sharaf ha subito annunciato in un comunicato ufficiale che la morte dei soldati non sara’ impunita, e che quello che accadeva una volta non accadra’ piu’.
"La nostra rivoluzione gloriosa è avvenuta perché gli egiziani possano riacquistare la loro dignità all'interno come all'esterno, quello che era accettato in Egitto prima della rivoluzione non lo sarà più in Egitto dopo la rivoluzione".
Da Venerdi’ invece centinaia di persone si sono stabilite, ad oltranza, difronte l’Ambasciata israeliana al Cairo.
Notte e giorno, nonostante il Digiuno, egiziani ed egiziane di tutte le eta’ gridano, per la prima volta nella storia di questo Paese, il loro disappunto, la loro rabbia.
Prima delle Rivoluzione, pensare di sostare per solo un’ora di fronte la sede dell’Ambasciata era qualcosa di irreale. Manganelli e violenza avrebbero fatto da scenario alla manifestazione. Invece ora, finalmente, il Popolo egiziano puo’ gridare al mondo di non essere d’accordo, ne' complice ne' amico dello Stato di israele.
Le richieste della nuova Tahrir sono chiare:  l’Ambasciatore israeliano se ne deve andare ed il Governo egiziano deve porre fine a qualsiasi tipo di sostegno e cooperazione con Israele.
Da parte sua Israele si e’ detta inizialemente stupita della reazione egiziana (figurarsi, Moubarak li aveva abituati troppo bene), dopodiche’ si e’ detta dispiaciuta e pronta ad investigare sulle reali dinamiche dell’incidente alla frontiera ed ha dato disponibilita’ allo Stato egiziano di indagare direttamente in loco sulle loro responsabilita’ sull’accaduto.
Ieri il Presidente Israeliano Peres ha chiesto scusa all’Egitto per l’accaduto.
Ma questo non basta, ne all’Egitto ne agli Egiziani.
 

Il quartiere di Giza dove si trova l’Ambasciata e’ divenuto in questi giorni il punto di incontro di attivisti, pacifisti e semplici cittadini che per una volta nella loro vita non hanno paura di dire quello che pensano, veramente.
E non hanno paura nemmeno per la loro vita, vista la difficile impresa attuata da uno di loro, Ahmed Shehata, lo scorso Sabato sera.
Dopo vari tentativi, e’ stato l’unico a essere stato capace di arrampicarsi per 22 piani fino ad arrivare al punto dove si trovava la bandiera israeliana. Una volta li’ e’ riuscito a sostituirla con quella egiziana, dopodiche’ e’ risceso per I 22 piani dove una folla di applausi e gioia lo attendevano.
Da allora Ahmed Shehata e’ stato ribattezzato FLAGMAN (l’uomo bandiera), e’ stato rappresentato in varie caricature sotto le sembianze di SpiderMan ed I giornali egiziani lo hanno definito il nuovo Supereroe d’Egitto.
Tra le strade Cairota, la gente e’ orgogliosa. Anni di massacri a poche ore dal Proprio Paese sono stati troppi da sopportare.
Nonostante siamo appena usciti da una Rivoluzione, gli egiziani si sentono parte attiva, per la seconda volta, di qualcosa che potrebbe definitivamente cambiare la Storia.
Ed io sono, totalmente e profondamente con loro.


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