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Fluentify. Piattaforma made in Italy per imparare le lingue

Creato il 19 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il mondo della globalizzazione e le possibilità lavorative che possono presentarsi all’estero richiedono la conoscenza di almeno una lingua fluentify straniera. Ed è per questo motivo che Andrea Passadori, giovane laureando torinese, assieme a Giacomo Moiso, Matteo Avalle e Claudio Bosco, hanno dato vita a Fluentify, una piattaforma che permette di svolgere lezioni di conversation con madrelingua inglesi attraverso il supporto di un computer dotato di videocamera.

Come è nata l’idea?

Dall’esperienza mia e di Giacomo durante l’università. Abbiamo avuto la fortuna di studiare due anni all’estero tra Londra e Parigi, con il master ESCP Europe. Questo ha significato dover imparare molto bene sia l’inglese che il francese: quando sono arrivato a Londra mi sono reso conto che il mio livello d’inglese non era sufficiente, nonostante avessi iniziato a studiarlo in prima elementare. Ho capito che l’unico modo per imparare davvero una lingua è immergersi tra la sua gente e praticare con veri madrelingua. Fluentify nasce per dare a tutti questa possibilità.

Quali sono state e quali saranno in futuro le vostre strategie per promuover il progetto? Quanto è conosciuto Fluentify nel mondo?

Sono passati poco più di due mesi dall’apertura della piattaforma al pubblico, e ci consideriamo più che soddisfatti per l’interesse che sta suscitando sia tra i Tutors che tra gli studenti. Nonostante questo, siamo ancora in beta, e puntiamo a controllare con attenzione la base utenti per il primo periodo: al momento ci siamo focalizzati sull’insegnamento dell’inglese in Italia, Francia e Spagna. Quando avremo raggiunto una massa critica di utenti in questi paesi, punteremo all’espansione globale e poi alle altre lingue. Visto che abbiamo ancora risorse finanziarie limitate, stiamo mirando a nicchie specifiche di utenti, come gli studenti universitari e chi deve preparare un colloquio di lavoro.

Sia il nostro giornale che la vostra piattaforma è strettamente legata al web. Quali sono i mezzi per emergere ed essere originali nel mondo della rete?

C’è un vecchio detto nel giornalismo che recita “se un uomo morde un cane, questa è una notizia”. Credo che questa regola sia valida in qualsiasi campo, da quando si crea una campagna pubblicitaria a quando si è in cerca di un lavoro. Può sembrare scontato, ma l’unico modo per farlo è essere sempre se stessi, senza cercare di copiare qualcun altro. Per noi di Fluentify questo è imprescindibile, vogliamo creare un servizio unico ed innovativo. Nel nostro caso questa unicità si concretizza nel voler andare contro la digitalizzazione esasperata e la de-umanizzazione di internet. Fluentify è una piattaforma online, ma fatta di persone per le persone. Ci sentiamo un po’ come Wall-E, il robot animato della Pixar che cerca la bellezza e guarda il cielo stellato.

I cervelli scappano dall’Italia e anche tu ne sei una prova. Hai intenzione di tornare a Torino o l’Italia al giorno d’oggi ha poco da offrire?

Come ci teniamo sempre a ricordare, ci sentiamo inguaribilmente italiani. Per quanto riconosciamo i vantaggi che piazze internazionali come Londra e la Silicon Valley ci possono offrire, non vogliamo dimenticare le nostre origini, perché siamo convinti che l’Italia abbia un enorme potenziale inespresso. Forse il problema di noi italiani è di volerci sempre affidare alla classe politica che come un deus ex machina ci dovrebbe salvare dal baratro. Indipendentemente dallo schieramento, i politici si stanno dimostrando solo capaci a fare dei lunghissimi ed articolati discorsi, ma non sembrano capaci di agire. Il rilancio dell’economia dovrebbe partire da noi giovani, gli unici che hanno la forza per cambiare le cose. Non facciamoci disilludere dagli “adulti”, crediamoci fino in fondo! Per questo il nostro sogno nel cassetto è proprio tornare in Italia.

Hai dei consigli da dare ai giovani in merito al loro futuro professionale?

Premetto di essere stato molto fortunato. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto nelle mie scelte ed ha potuto finanziare i miei studi fino all’università. Anche se è molto triste, so che al giorno d’oggi questo è un lusso riservato a pochi, per molti ragazzi non c’è scelta ed è necessario iniziare a lavorare fin da giovanissimi. Invece di discutere dei rimborsi spese o dei processi di alcuni parlamentari di spicco, queste dovrebbero essere le priorità di un governo responsabile. Detto questo, credo che l’unico modo per eccellere è fare quello che si ama davvero. Forse molti ragazzi (penso soprattutto ai cosiddetti Neet) rimangono in questa sorta di limbo perché non riescono a trovare la propria strada, facendosi influenzare dagli altri. Il primo consiglio potrebbe essere di rimanere “con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole”, come diceva Ennio Flaiano. Il secondo è chiaramente di imparare al meglio almeno una o due lingue straniere, per poter far conoscere a tutto il mondo le nostre straordinarie capacità.

Ringrazio Andrea per la disponibilità.

Articolo di Alessandra Coppo


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