Una bella spesa per dire a Marcello che i suoi amici sono al suo fianco. Bel pensiero. I veri amici si vedono nel momento del bisogno. Solo che il bisogno di Marcello è un po' particolare.
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Marcello è Dell'Utri, detenuto a Parma dal 13 giugno, condannato in via definitiva (condannato in via definitiva) a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Pare che per scongiurare il suo sciopero della fame, le autorità abbiano derogato alle regole e gli concederanno più libri in cella. E poi un suo collega di partito diceva che con la cultura non si mangia...Una facile ironia potrebbe far dire che la pagina in questione è un insieme di pizzini. Considerando però che l'iniziativa, partita dalla moglie e dalla segretaria, raccoglie soprattutto molte firme di amici e colleghi e collaboratori di Publitalia '80, beh, il dubbio che sia stata una campagna ben studiata, a me, rimane.
E quindi oltre settanta messaggi di solidarietà per l'ex senatore appena rientrato dal soggiorno libanese. Non sto neanche a citarle, tutte le frasi affettuose e sincere di chi ci tiene a dire "siamo al tuo fianco, Marcello". Mi concedo solo qualche riflessione sparsa, spulciando in quella paginata.
C'è chi mi fa scoprire che già vent'anni fa la gente di Publitalia pubblicò il manifesto "Orgogliosi di lavorare con Marcello Dell'Utri". C'è chi spera di cavalcare l'onda social e lancia l'hashtag #BuonGoverno. C'è chi conia nuovi termini: Dell'Utri è vittima dell'invodio, «una sorta di squallido ma potente tutt'uno tra invidia e odio ad personam rivelatosi devastante». C'è chi ironizza sulla vicenda giudiziaria: «Colluso lui? Certo, e Rosy Bindi è Miss Universo...» (firmato Riccardo Braglia, direttore artistico della Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo, per la cronaca). C'è chi cita Ronald Reagan (e perché non Margaret Thatcher, scusate?). C'è chi lo chiama MDU. C'è chi, come l'ex senatore forzista Massimo Palmizio, ci tiene a precisare che firma «da ex Publitalia, nessun significato politico». C'è chi lo ringrazia per aver fondato nel 1957 la Bacigalupo, società di calcio palermitana «che riuniva tutti i ceti sociali». Nel 1957 Dell'Utri aveva 16 anni. Nella Bacigalupo giocò pure Pietro Grasso e Zeman cominciò lì la carriera.
Insomma, un profluvio di pensierini per un amico in difficoltà. Ultima annotazione. La grafica è sorprendentemente simile a quella delle pagine normali del Corriere. Ma ciò non vuol dire nulla: la pubblicità non è una scelta editoriale. Certo, è interessante che il giornale (evidentemente ben consapevole della portata della notizia) abbia anche scelto, addirittura a pagina 9, nel comparto politico, di scrivere, a firma Felice Cavallaro, il collaboratore "mafiologo" di via Solferino, un pezzo in cui si spiega la genesi di quella grande pagina – opportunamente accompagnata dalla dicitura «Avviso a pagamento». Il fratello gemello Alberto dice che tutto è stato organizzato a sua insaputa. Cioè Marcello non ne sapeva nulla. Al tuo fianco, a tua insaputa.