La prima della notizia è stata data dal quotidiano tedesco Bild e ha portato il leader del partito Pegida alle dimissioni. Lutz Bachmann, capo del maggiore partito della destra estremista tedesco, Pegida, avrebbe posato con il taglio di capelli e i baffetti tipici di Hitler.
Sui social network Bachmann si è sempre contraddistinto per un lessico alquanto sovversivo e volgare nei confronti dei rifugiati, soprattutto islamici. Al riguardo, famoso è il manifesto di Pegida, un documento in diciannove punti in cui vengono dettate le linee-guida del movimento e le idee che ne stanno alla base. Uno dei punti fondamentali è l’opposizione all’estremismo religioso e la protezione per la cultura tedesca giudaico-cristiana. Bachmann ha fondato il partito nell’Ottobre del 2014, sotto il nome di Pegida, che letteralmente significa Patriotische Europaer gegen die Islamisierung des Abendlandes, ossia Europei Patriottici contro l’Islamizzazione dell’Occidente.
Sebbene mossi da ideologie opinabili, Pegida e i suoi sostenitori non hanno mai avuto alcun episodio di violenza nei confronti della comunità musulmana tedesca. Soprattutto a Dresda, città natale del partito, in occasione delle molte manifestazioni anti-islamiche che si sono mosse a seguito dell’episodio parigino di Charlie Hebdo, la caratteristica che ha permesso a Bachmann e ai suoi seguaci di non venire sciolti dal governo è stata proprio la mancanza di violenza.
Nonostante questo, il vice-cancelliere Sigmar Gabriel ha dichiarato che “qualunque politico posi come Hitler è o un totale idiota, o un nazista. Le persone ragionevoli non seguono gli idioti e le persone decenti non seguono i nazisti.” È stata dunque aperta un’indagine ai danni di Bachmann per incitamento all’odio, mentre le foto in cui appare nei panni del leader nazista sono state solo l’apice di un processo di estremismo che in Germania, anche a causa della sua storia recente – prima col Nazismo di Hitler, poi con l’esperienza comunista della Germania dell’Est – è duramente condannato e malvisto. Alcune voci vicine al leader di Pegida sostengono però che le dimissioni non siano dovute alle fotografie controverse, bensì ad altre motivazioni.
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