Di una vita fatta di spaghetti western e parti di belloccio stagionato un solo titolo degno emerge nella filmografia di Franco Nero: Il giorno della Civetta, tratto dal celebre libro di Sciascia. Li il capitano Bellodi, in mezzo a un mondo dominato dall’omertà e dalla corruzione ad ogni livello, fa la parte dell’ “ommo” : un straordinario sforzo interpretativo visto che nella vita non si tira indietro quando si tratta di fare il quaquaraquà.
Si perché Franco Nero, in cambio evidentemente di qualche particina negli sceneggiati di Mediaset si è lasciato ingaggiare dai nemici ideali del capitano Bellodi e rivela al Giornale e a Libero che durante una cena di due anni fa avrebbe sentito dal giudice Antonio Esposito, giudizi contro Berlusconi. Oddio la cosa non è poi così chiara, Nero non ha quella nettezza di mira che lo contraddistingueva in Vamos a matar compañeros o in Cipolla colt: «Sinceramente non ricordo le frasi esatte che ha pronunciato Esposito, sono passati due anni, e non mi ricordo tutto quello che è stato detto durante la cena. Però mi ricordo che da parte di Esposito c’era antipatia nei confronti di Berlusconi».
Insomma qualcosa di vago e di risibile visto che l’eventuale antipatia di Esposito c’entra poco con le carte e con tre gradi di giudizio, tutti finiti con la condanna del Cavaliere, ma di sufficiente ad alimentare la macchina del fango dei giornali di Berlusconi e a perpetuare modi e prassi di questa Italia da schifo. Certo è penoso che 73 anni suonati un uomo, che dopotutto si è creato una non disprezzabile carriera, si presti a queste ignobili parti, accetti di stare nel sottoscala del berlusconismo più volgare. Eh si è arrivato il giorno del civetto.