“Frida Kahlo è in verità un essere meraviglioso, dotato di una forza vitale e di un potere di resistenza al dolore molto superiori alla norma. A tale potere si aggiunge una sensibilità superiore, di una finezza e di una suscettibilità incredibili. Vede molto più lontano, nell’infinitamente piccolo, ciò che noi non vediamo(…) Frida, sia nell'intensità, sia nella profondità dei suoi dipinti, è la più grande fra i pittori messicani(…), uno degli esseri umani più intensi e veri dei nostri tempi.
(…) Un tale contenuto non poteva che influenzare la forma. Ecco perché Frida è una donna straordinariamente bella, non di una bellezza comune né diffusa, ma tanto eccezionale e caratteristica quanto ciò che lei produce” ....– Diego Rivera –
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Frida Kahlo (1907-1954) nasce a Coyoacàn, un sobborgo di Città del Messico. Si ammala di poliomielite nel 1913 e nel 1927 subisce una grave lesione alla colonna in un incidente d’autobus. Nel ’29 sposa il grande muralista Diego Rivera. Vivono tra Città del Messico, gli Stati Uniti e la Casa Azzurra a Coyoacàn, tra separazioni, riappacificazioni e storie d’amore intrecciate. Ma sempre la leggiadra colomba e il grosso rospo si cercarono e si amarono fino alla morte di lei a soli 47 anni, nel 1954.
FOTO DEL MATRIMONIO1929
Quando nel 1929, il 21 agosto, Frida sposa Diego, indossa un vestito da donna tehuana; lascia gli abiti da militante del Partito comunista – gonna dritta e camicetta rossa nello stile suggerito dalla grande Tina Modotti. Non è un caso la scelta di questo costume: Diego lo amava tantissimo, perché esaltava le antiche origini messicane, in contrasto con l’imperialismo e il conformismo americano ed europeo. La donna dello Juchitàn o della zona del Tehuantepec era in quel periodo zapatista l’incarnazione della resistenza e il simbolo del femminismo indio.Frida diventa così Tlazolteotl, la dea della terra, dell’amore fisico e della morte che si rigenera nella natura;
FOTO - Autoritratto con collana di spine e colibrì morto
o Coathicue, la dea dalla gonna di serpenti che Diego ha dipinto nell’affresco di Treasure Island a S. Francisco.Frida rappresenta questo suo legame profondo con il mondo indio attraverso il quadro La mia balia e io o mentre sto poppando del 1937. Lei si dipinge bambina, mentre succhia il latte da una balia col volto coperto da una scura maschera preispanica: l’effetto è inquietante e nello stesso tempo sublime.Frida, dunque, donna bellissima, straordinaria pittrice, appassionata comunista impegnata nelle lotte per il popolo messicano, vera avanguardia in tutti i sensi. Mi piace osservarla nel dipinto “Le due Frida” del 1939.
FOTO- Le due Frida - 1939
Lo sfondo è un cielo grigio di nuvole gonfie di tempesta; due Frida si osservano con intensità – le sopracciglia uccello emergono quasi dalla tempesta o in essa si tufferanno -. La Frida a sinistra indossa un vestito di pizzi candido, come una sposa antica, cesellato finemente sul davanti, tratteggiato quasi al microscopio; la camicetta ha una sua rigidità formale e finisce col somigliare a un busto di gesso – ossessione di Frida! -. La Frida a destra indossa camicia e gonna colorate, in stile Tehuana, il costume tradizionale del Messico sud-occidentale. La prima tenta di arrestare con una pinza chirurgica l’emorragia che parte dal cuore aperto e macchia il vestito candido. La seconda, in mano una foto-medaglione di Diego bambino, ha il cuore intatto, tenuto in vita dall’amore incondizionato per Rivera.
FOTO - autoritratto come tehuana 1943 -
FOTO – Autoritratto con treccia 1941 e altri -
Frida orna in mille fogge la sua testa. Il carico di fiori e frutta la obbliga, come la danzatrice tehuana, a un portamento eretto da divinità femminile, le braccia allargate, il busto fermo e la lenta e sensuale oscillazione del bacino. Una gitana, una andalusa, una orgogliosa india: tutte rappresentazioni di una sconfinata sensualità e di una intensa febbre di vivere.Come in un rito di fertilità.La rappresentazione della Terra.
FOTO- L’amoroso abbraccio dell’universo, la Terra - 1949 Grazie per la passione, la bellezza, la libertà che ogni giorno mi trasmetti e mi insegni.
Articolo di Maria Concetta Barone.