Pericolo radiazioni
La preoccupazione per le radiazioni nocive nell’area di Fukushima cresce soprattutto tra le mamme giapponesi. Sul sito online della Repubblica sono state intervistate alcune mamme che controllano ogni giorno i livelli radioattivi e chiedono la verità al governo. Shiori Yokoyama è una donna di 38 anni con 4 figli e dichiara di aver paura “delle radiazioni. Uccideranno i miei figli“. Ogni settimana passa un tecnico a controllare il livello delle radiazioni ed assicura sulla sicurezza nella zona, ma Shiori non è d’accordo. Controlla spesso le radiazioni e sostiene che in realtà ci siano dei picchi oltre la norma: “Il tecnico passa una volta alla settimana. Noi le registriamo tutti i giorni. Ci sono picchi spaventosi“. Ed allora questa mamma ha deciso di mandare via i suoi figli e di rimanere lì a lottare. E continua a raccontare la sua situazione: “Ecco, guardi, segna 2,4 microsievert l’ora. Arrivano a 36 al giorno, cioè 13.140 l’anno, ossia 13 millisievert l’anno. Ci sono posti dove si raggiunge i 220 l’anno: è più alto di quello della centrale“. Il governo ha fissato il limite a 20 millisievert l’anno, quindi nella zona dove vive la signora la situazione è apparentemente tranquilla, ma per lei non è così: “E cosa significa: morire più tardi? Gli standard internazionali parlano di 1 millisievert l’anno. Solo dopo l’incidente alla centrale lo hanno alzato a 20. E adesso, da due settimane, lo hanno esteso ai bambini. È assurdo, questo ci fa paura. Ci sentiamo ingannate, non sappiamo quale sia la verità. Chi mente e chi nasconde. Vengono quasi tutti i giorni: medici, esperti, persino il governatore della Prefettura ci ha fatto visita. Arrivano, ci rassicurano, dicono che va tutto bene, ci invitano a mangiare latte e verdura. Dobbiamo solo aspettare che passi. Ma noi abbiamo urgenza di capire. I miei figli non possono morire“. La donna ha parlato con le altre mamme ed insieme (sono 200) ogni domenica formano una catena umana davanti al Palazzo della Prefettura per protestare. Anche Atsuko Morinaga racconta la sua storia: ha 51 anni ed un bambino di 11, che ha deciso di mandare “ad Akuba, nella prefettura di Nagano. Mi manca ma sono serena. Lì è al sicuro. L’ho affidato ad un volontario che ha messo a disposizione la sua fattoria per accogliere i bambini fatti fuggire delle madri preoccupate. Ce ne sono tanti, so che sta bene. Non so quando tornerà. Per me è diverso: non ho un posto dove andare, devo cercare lavoro, devo mantenermi e lo Stato non mi aiuta. Ho capito subito che le autorità mentivano. Ci sono troppi interessi in ballo. Dopo le nostre proteste hanno iniziato a fare delle misurazioni nelle scuole. C’è il problema del terreno nello spazio giochi esterno. Per loro non c’era nulla di strano. Noi, con i nostri strumenti, abbiamo trovato dei picchi preoccupanti proprio sulla terra dove c’è lo scivolo dei bambini. Adesso dicono che lo rivolteranno, ma non basta: è solo un modo per tenere tranquilla la popolazione. Proprio ieri c’era stato un controllo nella scuola di mio figlio. Risultava un livello di 0,74 microsievert l’ora nell’ambiente. Con le altre mamme siamo andate nel cortile interno e la radiazione era di 5,9 microsievert l’ora. Questi sono dati. Vuol dire che ci raccontano bugie. Non ci fidiamo più“. (Fonte: Repubblica.it)