Articolo originale pubblicato sul sito www.sportstory.it
A cura di Fabiola Rieti
In molti ricordano Jorge Valdano correre sul rettangolo verde con la maglia del Real Madrid e rappresentare poi i blancos come direttore sportivo, ma in pochi conoscono la sua vena letteraria.
“Il sogno di Futbolandia” è una raccolta di appunti e riflessioni sul calcio a 360° che l’attaccante argentino regala ai suoi lettori. “Non c’è niente come giocare, niente come la strada e il cortile: primi produttori calcistici di stupore, emozione e fantasia nel nostro amato calcio sudamericano” Il viaggio comincia percorrendo le strade del Sudamerica, dall’Argentina alla Colombia passando per il Brasile, raccontando storie di calciatori che hanno realizzato il loro sogno di vivere calciando un pallone.
Valdano ne ricorda molti: il brasiliano Zico con la definizione del quotidiano “Daily Mirror” che lo nominò il primo calciatore bionico, ma anche Maradona di cui dice “aveva il coraggio di voler essere il migliore, era come un gatto gli bastava nutrirsi e riposare per esserlo”. Prima di lasciare il Sudamerica alla volta dell’Europa, l’autore racconta il pomeriggio del 16 luglio 1950, quando l’Uruguay visse un’impresa calcistica che il mondo indentifica con il termine maracanazo.
Il Brasile, che organizzava il Mondiale, perse la finale nel suo stadio il Maracanà. “Solo tre persone hanno zittito il Maracana con 200.000 persone dentro: io, Frank Sinatra e Papa Giovanni Paolo II” (Alcides Ghiggia) L’Europa è raccontata attraverso alcuni grandi calciatori come Zidane definito un elefante con il cervello di una ballerina. Il capitolo è impreziosito da un’intervista a Johan Cruyff che regala molte perle sul calcio giocato e sul business del pallone. La bellezza del calcio olandese apre inevitabilmente le argomentazioni tecniche e tattiche in cui Valdano eccelle offrendo sempre uno spaccato culturale e letterario.
“Un calciatore esiste solo grazie all’altro, e ogni tentazione di intraprendere da solo la ricerca dell’applauso si rivelerà soltanto un invito al caos collettivo” Valdano propone immagini di un calcio lontano dove il sogno di correre dietro un pallone, non era legato al business, ma solo alla gioia di vincere e alla sete di gloria. Racconta di personaggi stravaganti con episodi e aneddoti inediti, ma filosofeggia anche sulla gestione di un gruppo e di un giocatore. Se si ama il calcio non si può non leggere questo libro, l’ultima pagina lascia la malinconia della fine e l’unico antidoto possibile è ricominciarlo da capo per cogliere ogni sfumatura.
“Vorrei che coloro che mi hanno insegnato a sognare sapessero che io continuo a farlo. E che non ho intensione di smettere”
Mondadori 290 pagine | 8,40 euro