Dopo 20 anni c’è ancora chi non ha capito (o finge di non capire) come sono andate le cose. Ho letto una quantità di commemorazioni ma nessuna indica i nomi dei mandanti. Così lo faccio io.
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FRANÇOIS MITTERAND, presidente francese. Voleva tenere il Rwanda nell’orbita francofona e usarlo come base per depredare lo Zaire. Ha sostenuto la sanguinaria dittatura clerico-fascista di Juvénal Habyarimana, armato e addestrato l’esercito governativo, inquadrato le milizie Interahamwe. Alla morte del dittatore nell’attentato del 6 aprile 1994 ha appoggiato l’esercito nella guerra contro il FPR di Paul Kagame. Persa la guerra, ha lanciato l’Operazione Turquoise per far fuggire i genocidari e distruggere le prove della partecipazione francese al genocidio da lui definito “un genocidio senza importanza”.
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ALAIN JUPPE', attuale sindaco di Bordeaux, nel 1994 Ministro degli Esteri. Capo dei falchi che volevano l’eliminazione dei Tutsi, ha combattuto con ogni mezzo i soli che cercavano di arrestare il genocidio: i militari del FPR di Paul Kagame. Quando ha lanciato l’Operazione Turquoise, di cui è stato il principale promotore, ha incaricato il generale Lafourcade di andare in Rwanda a “casser du Tutsi”, massacrare i Tutsi, da lui definiti “ribelli” anche mentre il genocidio era in atto.
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JUVENAL HABYARIMANA, presidente rwandese. Dopo avere fatto imprigionare e successivamente assassinare il suo predecessore Grégoire Kaybanda, ne ha continuato la politica razzista costellata di pogrom contro i Tutsi, affiancato da un vescovo nominato da Roma. Dopo avere firmato gli accordi di Arusha per permettere il ritorno dei rifugiati Tutsi, dichiara gli accordi in questione “carta straccia”. Ma l’esercito e sua moglie Agathe lo considerano troppo arrendevole con i Tutsi, così il 6 aprile 1994 tirano 2 missili contro il jet privato che lo riporta a Kigali da Arusha. E’ l’inizio del genocidio.
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ANDRE' PERRAUDIN, prete svizzero e capo della chiesa cattolica rwandese. Nel 1955 il mwami Mutara III, allevato dai preti per essere un buon cattolico, si è ribellato contro il protettorato belga. Ha detto: "non esistono Tutsi, Hutu e Twa ma soltanto Rwandesi”, poi ha chiesto all’ONU l’indipendenza e la partenza dei missionari, accusandoli di praticare una politica razzista e divisionista per governare meglio. D’accordo con il governo belga, Perraudin si è vendicato scrivendo il “Manifesto del Popolo Hutu” , la base dell’Hutu Power, demonizzando i Tutsi in tutta la regione dei Grandi Laghi e creando la cosiddetta democrazia etnica. Nel 1959 ha fatto assassinare Mutara all’ospedale Prince Ragwasore di Bujumbura (Burundi). Dopo il genocidio, pensionato in Svizzera, ha detto “i Tutsi se lo sono meritato”.
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BADOUIN, re belga. Fervente cattolico, durante il protettorato ha ordinato al residente militare Guillaume Logiest e ai missionari di combattere i Tutsi con ogni mezzo. Si dice che sia stato lui a ispirare l’assassinio di Mutara III. La sua politica è in gran parte responsabile del “genocidio di Natale”, (1959, 300.000 morti). Fa manipolare le elezioni per insediare al potere il dittatore Grégoire Kaybanda. Muore nel 1994, un anno prima del grande genocidio che ha ispirato con la sua politica razzista.
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.KAROL WOJTYLA, capo della chiesa cattolica. Diventato papa nel 1977, non ha mai speso una parola per denunciare i periodici massacri di Tutsi in Rwanda. Ha sostenuto la dittatura di Juvénal Habyarimana, ordinando ai missionari di predicare divisionismo e razzismo. governando tramite un vescovo nominato da lui stesso e piazzato al fianco del dittatore. Nel 1994 esce dal silenzio per denunciare il genocidio mentre preti e missionari partecipano ai massacri. Dopo il genocidio protegge gli assassini a spada tratta. Famosa la protezione accordata a Athanase Séromba, assassino di 2000 Tutsi, rifugiato in Italia.
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Dragor