Una pausa ordinata dal calendario val bene un momento di raccolta di idee e di riflessione su quanto di positivo è stato ottenuto e su ciò che di perfettibile esiste ancora. Vale per ogni aspetto della vita, dunque anche per lo sport e per il futsal, nello specifico. Chi meglio di un tecnico che ha il polso della squadra che dirige, lungo il percorso della stagione, può aiutare a rendere chiara la situazione ed il suo divenire?
Nel caso della Libertas Astense, è il coach Gianfranco Lotta il vero custode dei riposti segreti. Si rende subito diponibile con la cordialità che lo contraddistingue a sottoporsi al fuoco delle domande, magari rivelando qualche “dietrolequinte”. Mi fa piacere poterlo intervistare in un frangente di risultati esaltanti, dopo un avvio che definire traumatico è puro eufemismo. Ricordo le 5 sconfitte consecutive iniziali, roba da ricovero per problemi cardiovascolari.
Partiamo, mister. Ti aspettavi certo di incontrare difficoltà nel salto di categoria, ma hai temuto di andare incontro ad un disastro, dopo sole 5 giornate?
- Sì! Ero consapevole delle difficoltà che avrei dovuto affrontare, ma non ero preparato a dover fare fronte a così tante sconfitte consecutive.
Se ti può consolare, è capitata la stessa cosa ad Allegri nel Cagliari. Pare poi che la carriera gli abbia riservato soddisfazioni enormi. Se tanto mi dà tanto…hai visto mai che anche per te… Mister, quali sono state le difficoltà maggiori da superare ad inizio stagione?
- Riuscire a trovare il giusto equilibrio amalgamando tutte le particolarità di questo gruppo: adattamento alla categoria – inesperienza – lo stimolo vincente.
Onestamente, eri convinto di avere a disposizione un gruppo all’altezza? L’inserimento dei nuovi, come è proceduto?
- Forse sulla carta, no! Ma è sempre stata mia volontà puntare su giocatori astigiani, concedendo loro la possibilità di provarci, unendo la grande capacità di Edu Dias, giocatore di grande esperienza. Una sfida, insomma!
Una sfida a “kilometri zero”, aggiungo io; Edu poi è ormai un monferrin-brasiliano! Quando hai capito che il peggio era passato? Forse nella sconfitta, francamente immeritata, con Cascina Orte? E Pesaro, come si spiega?
- Con l’Orte è stato il primo segnale che potevamo ancora crederci. Con il Pesaro sono state fondamentali le assenze, il fattore campo e la bravura dell’avversario.
Hai sempre battuto sul chiodo del limite temporale e numerico degli allenamenti, qualcosa è cambiato?
- Sicuramente non riusciamo a fare tante sedute di allenamento come richiederebbe la categoria, ma col tempo abbiamo ottimizzato le risorse ed è arrivata la consapevolezza, senza cambiare molto e la convinzione che siamo un “gruppo”.
Che incidenza ha avuto il recupero di alcuni infortunati?
- Il recupero di alcuni giocatori è stato importante, unitamente alla crescita del gruppo esistente.
Quali sono le differenze più salienti tra la serie B e la A2, dal punto di vista tecnico ed agonistico?
- La professionalità dei giocatori (tutti professionisti!), l’intensità del gioco e l’organizzazione delle squadre.
Mi è parso di vedere lievitare la condizione di tutti i maggiori protagonisti, da Erik Tropiano, a Celentano, a capitan Maschio, per passare da Manuel Fiscante ad un concreto Roberto Fazio. Joele Cannella ormai da me consacrato come “rombodituono”, non finisce di stupire, Edu è il tuo prolungamento in campo. Modica, un uomo buono per tutti i compiti, Garbin finalmente in rosa. Da dove viene questa totale convinzione?
- Autostima, orgoglio, voglia di riscatto, unità di intenti ed amicizia.
Robetta da niente, mi pare…. Quanto dedichi allo studio ed alla realizzazione di nuovi schemi e situazioni di gioco?
Dedico il mio tempo libero, tutto!!!!!
Quanto ha inciso la tranquillità concessati dalla società, nel conseguimento degli ultimi risultati?
- Dalla società, anche nei momenti difficili, non ho subito pressioni. Ciò è stato determinante per vincere.
Certo che gurdando la classifica e rammentando le sconfitte di Aosta e contro l’Arzignano in casa, non ti pare che manchino dei punti?
- Sì, almeno 3! Comunque per come è andata sono contento per i 9 punti conquistati, con umiltà porteremo ancora a casa altre vittorie.
A mio avviso la trasferta di Forlì diventa lo spartiacque tra un campionato da giocare “pericolosamente” o uno in cui mirare al alzare l’asticella. Tu che cosa ne pensi?
- Senza dubbio una partita molto importante, che potrebbe essere determinante per la “salvezza”
A proposito, secondo te, a quale punteggio in classifica si potrà parlare di obbiettivo salvezza raggiunto?
- Penso sui 25 punti.
Forlì, Montesilvano, Cagliari, Lecco prima di Natale, quanti punti prevedi? Io dico 6, sbaglio?
Non sarebbe male riproporsi con un altro 9! Il mio numero preferito!!!!!
Bravo, Gianfranco! Il mister ha cambiato umore, me ne sono accorto incrociandolo all’uscita degli spogliatoi in occasione della partita interna con il Fassina. Ci siamo guardati negli occhi ed il suo “Ciao” era una sferzata di convinzione. Da quel momento solo vittorie; vorrà magari dire qualcosa?
In bocca al lupo, ragazzi dell’Astense! La città di Alfieri è orgogliosa di avere, mentre scrivo, gli Orange in testa alla classifica della serie A (seppure in coabitazione) e voi abbondantemente salvi, se oggi finisse la stagione. Asti sempre più capitale d’Italia del calcio a 5. Merito di una città serena, con grandi appassionati, sponsor attivi e presenti, atleti e tecnici che credono di poter realizzare i sogni. Gianfranco Lotta è uno di loro, con entusiasmo, dedizione e tanto tanto sacrificio. Perchè, piaccia o no, solo così la vittorie sono più…gustose.