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Gianfranco Morino. Da “Equatore”

Da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su aprile 11, 2012

Gianfranco Morino. Da “Equatore”

Poesie d’Africa

Equatore

Sotto il sole verticale senza ombre,

su onde verdi,

lontane le montagne chiare,

cammino sul confine.

Un’ idea divisa

di tempo e di parole

di spazi e di terra.

Isola nera come notte

di cielo denso oltre le stelle,

isola chiara come sale

di luce riflessa oltre lo specchio.

Un angelo nuovo cammina

sul limite rosso della fine del giorno

verso l’albero di mezzanotte,

a raccogliere particelle d’anima sparse,

dell’uomo con l’uomo.

Rift Valley, 2008

***

Acquerello

Ho sognato delfini bianchi

nuotare in una laguna

di mangrovie velenose

dove il giocatore di scacchi

attende l’ultima mossa

su una terrazza di legno.

I suoi occhi di vetro smerigliato

guardano indifferenti giacarande viola

come gli iris di Van Gogh,

immerso in un silenzio liquido

di un acquerello umido di illusioni.

Nairobi, 2009

***

Lo scultore

Sotto la volta di paglia e di stelle

intaglia nel tronco dolce

il volto del figlio di ieri.

Sei nato nel tramonto,

passata la notte inquieta

i tuoi sogni oltre il muro di pietre trasparenti

sono veri all’alba,

come legno aspro e buono

dell’ultimo bosco di fiori e di miele.

(Naivasha, 2007)

***

Mombasa, downtown

Un silenzio di luce e terrore

tra il lampo ed il tuono

illumina la strada

dove le note ubriache di un sax

giocano nell’aria

dalla finestra sopra il porto.

Avvoltoi insolenti planano in cerchio

su onde di lamiera rovente

dove un Cristo nero a piedi nudi

si muove esausto

in un arcipelago di tribu’ violate.

Ti hanno costruito ali di legno leggero

per volare su un golfo di gabbiani tutelari

nel crepuscolo dissolto

di un pittore di maree,

per non bruciarti il cuore.

(Oceano Indiano, 2009)

***

Fuga infinita

Ho visto uomini sempre in fuga

dalle case di fango

dall’odio dei fratelli

dalle terre spaccate

dalle malattie dimenticate.

Ho visto donne sempre in fuga

dalla violenza degli uomini

dai villaggi bruciati

dall’amore venduto

dalla fame dei figli.

Ho visto bambini sempre in fuga

dalle strade di male

dalle armi spianate

dalle pietre lanciate

dalle guerre dei padri.

Somalia, 2001

***

Il bambino della foresta

Dalle montagne calde, nere di antiche lave

falci d’avorio come lampi nel verde

attraversano il fiume lento di anni.

Pelle di carta, corteccia sottile,

porti il marchio delle guerre infinite,

numero senza nome

inciso dal fuoco dell’odio,

la madre antica ti narra

il gioco perduto della pace.

Lago Kivu, 1989

***

Gabbra

Stelle infinite senza frontiere,

pastori nobili su cammelli bianchi

nella notte calda di luna,

viaggiano il deserto verso Oriente.

Donne fiere, figlie di Mesopotamia,

corpi di vesti trasparenti, di profumi dolci,

isole mobili di vento leggero

attraversano la terra di sale.

Chalbi desert,1992

***

Salmo 1 ( kwashorkor)

Seduto contro il muro,

lacrime secche di polvere,

gli occhi chiusi dalle mosche.

Gonfio di fame

senza il ricordo di ieri

senza sapere del mattino.

Figlio dell’Uomo del silenzio

allontana da me il tuo sguardo,

sei passato attraverso il mio corpo

senza vedermi.

Tigania,1989

***

Cercate la speranza

Cercate la speranza

Nella vita del padre

Nel latte della madre

Nel racconto del vecchio

Nella parola sincera

Negli occhi dell’uomo giusto

Nella forza di chi non guarisce

Nell’albero tagliato

Nella foresta bruciata

Nella prima luce di ogni giorno

Nella preghiera della notte nel deserto

Nairobi, 2001

***

Contro la guerra

Il faro bianco

nelle solitudine verde

illumina le barche dell’ultima tempesta,

lo scheletro dell’eterno soldato

passeggia sul corallo della spiaggia

con due medaglie sul petto.

Ha visto il levarsi nero

della notte di ogni battaglia

che ai padri fa seppellire i figli,

lo spegnersi della lanterna della ragione

che ad umani storditi

fa venerare l’obbedienza come dovere.

Onde ostinate di riti pagani

hanno infestato menti labili di memoria,

mentre il respiro lugubre di tamburi lontani

ritma la danza di guerra

di due scimmie nude

che non hanno mai letto Kant

Watamu,2008

***

Oriente

Levante bianco latte

di rocce fragili

consolatore di mali mutevoli

testimone di lingue aspre

padre della memoria.

Il custode dei libri sacri

apre una pagina che ha i tuoi anni

dove Davide canta dello stolto

che non sa contare i suoi giorni,

legge sottovoce nella grande biblioteca

guardando dalla finestra striata di pioggia e vapore.

Uomini del dolore,

i cristalli del loro sudore

hanno costruito

citta’ bianche

palazzi d’oro

alte muraglie.

Occhi d’ebano liquidi

occhi che toccano

la linea dei sogni

dove i blu si confondono

e nascono le acque,

occhi che cercano

un segno per sentirsi a casa. Oceano indiano, 2009

Isola del lago.

L’albero del viaggiatore stilla acqua

sulle rose del deserto al campo dell’isola

nascosto dal volo ostinato di tessitori gialli,

mentre ombre naviganti attraversano

l’ acqua di ambra chiara.

Un’aquila alta nel cielo apre le ali

come un libro dove tutto e’ gia’ stato scritto,

di voli e di ritorni

di nostalgie e di approdi.

Tanti anni prima, con lei,

esule in un villaggio piu’ lontano di qualsiasi luogo,

scosso da birividi di malaria intermittente,

trovai la mia strada indagando con affanno

le origini del dolore.

Il ricordo e’ fuso nell’alabastro

ed io sono rimasto sul lago

ad osservare infiniti monti azzurri

che si muovono sull’orizzonte della sera.

Lago di Baringo, 2011

***

Luna

Una notte ferma.

il silenzio denso.

Luna azzurra

luna orizzontale

luna dell’Equatore

luna di sangue

luna di latta,

luce bianca.

Uomini come formiche

si muovono

Su un sentiero senza sogni

sotto un cielo non loro.

Korococho,2002

***

La noia di Dio

Inizio degli inizi

prima del Big Bang.

Universo di pietra

senza tempo.

Milioni di anni tra pianeti e fuochi

senza dialogo

senza amore.

Guida della cometa di ghiaccio

hai sciolto l’acqua della vita,

il silenzio delle cellule

la grande valle verde

la scintilla dell’Equatore

per non sentirti solo

primo frammento del DNA di Dio.

Monte Kenya, 2007

***

Nota biografica

Gianfranco Morino e’ nato nel 1958 ad Acqui Terme. Sposato, ha quattro figli e vive a Nairobi. Ha svolto il suo lavoro di medico per gran parte della vita in Africa, principalmente in Kenya. Ha scritto articoli scientifici e di viaggio per vari giornali e riviste. Questa e’ la sua opera prima.


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