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Giocare in attacco

Creato il 25 luglio 2012 da Barcampsolbiateolona
Riprendiamo dal blog  di Sergio Nava :
Giocare in attacco. Coi giovani. Per vincere la crisi.
Meno di due assunzioni su dieci sono a tempo indeterminato, in Italia, secondo Excelsior-Unioncamere: nel periodo luglio-settembre le assunzioni stabili previste sono appena il 19,8% - su un totale di quasi 159 mila. Scompare dunque il mito del posto fisso, sotto i colpi della crisi: a questo non corrisponde però lo sviluppo di un mercato del lavoro altrettanto dinamico. Ingessati come siamo, al di là della crisi contingente, da blocchi che pesano come macigni. Non è un caso se -indagine Comune di Milano-ITalents alla mano- il 55% degli expats intervistati indica la scarsa fiducia nell'Italia e un lavoro più stabile all'estero come motivo della fuga.Intanto la Banca d'Italia prevede una recessione più lunga del previsto (-2% del Pil quest'anno), mentre Confindustria prevede addirittura un -2,4%. La luce in fondo al tunnel appare insomma ancora molto fioca.Altri dati non incoraggiano all'ottimismo:-una ricerca dell'Università Bicocca di Milano ha evidenziato come le aspettative dei neolaureati, in merito allo stipendio, siano ormai in drastico calo: dai 1160 euro di cinque anni fa ai 1058 di oggi. 39 euro in più rispetto alla paga reale media del primo impiego. E a loro va ancora bene: la media nazionale, secondo la stessa ricerca, è di soli 993 euro. Salari che fanno impressione, soprattutto se pensiamo a quanto potrebbero guadagnare se varcassero le Alpi... Come definirci terza potenza economica europea. Con quale coraggio, guardando a questi giovani?-sempre a proposito di giovani, Bankitalia ha certificato come tra il 2007 e il 2012 il numero di mutui assegnati agli under 35 sia crollato del  30%. Questa, al di là della continua mostra di buone intenzioni e di progetti-vetrina per fare un po' di CSR, è la realtà. Piantiamola di raccontarci favole.-ormai lo stage dilaga, quale canale di ingresso, superando qualsiasi media accettabile: secondo la XII° Indagine sui Neolaureati, condotta da Gidp, lo stage è il primo tipo di "contratto" nell'89% dei casi. Secondo la stessa indagine, nel prossimo semestre, ben il 37% dei direttori del personale prevede di non stabilizzare alcuno stagista. Per i neolaureati che ce la fanno, ad essere assunti, le retribuzioni sono in crollo verticale: lo stipendio medio di ingresso è pari a 21.785 euro annui LORDI, mille euro in meno rispetto al 2011.Già, c'è la crisi, c'è la crisi, c'è la crisi... come se oltre la metà di questa "crisi" altro non fosse che il risultato di vent'anni di "lavoro" di una classe dirigente che ha prodotto il NULLA.Non contenta, questa stessa classe dirigente continua a tirare fuori studi e ricerche sui posti di lavoro che nessuno occupa, accusando implicitamente questi giovani un po' troppo "snob" di rifiutarli. Quali sono? A voi la lista (Cgia di Mestre): collaboratori domestici, addetti alla pulizia, raccoglitori di rifiuti, autisti di bus, agricoltori, muratori, carpentieri, braccianti, sarti, tappezzieri, ricamatori, carrozzieri, meccanici, allevatori, ecc. ecc..Occorrerebbe denunciare chiunque inciti a lasciar perdere la propria formazione, il proprio investimento in capitale umano, per scegliere la strada più facile. Andare all'università non è un hobby: significa costruirsi una carriera e investire per sé stessi e per il proprio Paese. I Paesi che vinceranno la sfida per il futuro saranno quelli che spingeranno i propri giovani a trasformarsi in capitale umano qualificato. Non quei Paesi (come il nostro), che li spingono verso la scorciatoia del lavoro manuale - subito. Chiunque predichi questa strada andrebbe denunciato per attentato agli interessi nazionali. Non portato come esempio di guru.Andiamo a vedere cosa succede negli Usa: Yahoo!, storica azienda web mai veramente cresciuta nonostante le ottime premesse, ha deciso di affidare le proprie sorti a Marissa Meyer. 37 anni (quando mai, in Italia?!?), donna, futura mamma.
Giocare in attacco
Così si vince: osando, non predicando inutili catenacci che guardando al passato.

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