Quante parole ci sono per dire pace? E quante azioni per fare la pace? In merito mi piacerebbe ricordare la canzone di John Lennon. Rivedo il video, lui e Yoko Ono, lui che dice: “Immagina che non ci sia il paradiso, ma nemmeno l’inferno, solo il cielo, e il paradiso qui da noi”. Ho parafrasato, ma il senso è quello ed è espresso da tanti artisti, in diverse forme.
Per chi non crede dev’essere molto difficile pensare alla pace. Chi ha fede, spesso, senza volerlo fa guerra alle altre persone, non perché sia cattivo: solo perché non riceve quello che vorrebbe, e allora si arrabbia.
Questa era la mia piccola introduzione a un discorso grande come quello della pace. La Comunità di Sant’Egidio ogni anno organizza incontri di dialogo, a partire da quel Papa recente che è appena diventato beato, e a cui ho avuto il piacere di stringere la mano, da bambina. Giovanni Paolo II diede il via alla storica Giornata di Preghiera del 1986.
Da allora, la comunità non si è più fermata, perché loro sono persone che le cose le fanno sul serio.
Ecco che oggi arriva la XXVII edizione. Tra settembre e ottobre: dal 29 settembre al 1° ottobre. La città è Roma.
Appuntatevi queste date, ci saranno uomini religiosi, politici, intellettuali a chiedere la pace, ognuno nella sua lingua, ognuno nella propria religione.
“Il coraggio della speranza: religioni e culture in dialogo”, l’appuntamento si annuncia così.
(“Beati i costruttori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”).
Mandate un’email a [email protected] per confermare la partecipazione all’assemblea di apertura (Auditorium Conciliazione) o alla cerimonia finale (piazza del Campidoglio), perché i posti sono contati. Sono in programma tanti eventi dalla domenica, in centro a Roma. Durante la cerimonia finale sarà firmato un appello per la pace nel mondo. Che non è solo l’appello delle candidate a Miss Italia, ma una speranza che sta nel cuore di tutti quelli che hanno fede.
Ornella Spagnulo