Dopo il caso Anemone , il caso Milanese. Fatti diversi, ma come il primo si tratta di appalti trattati come favori personali , di commesse e lavori pubblici trasformati in merce di scambio privato.Con un mistero: cassette sigillate a Roma.
Cinque cassette , tutte appartenenti al deputato Milanese , del Pdl, sono finite sotto sequestro del Pm Piscitelli della Procura. Materiale non recuperabile finché non ci sarà il sì della Camera , alla richiesta di autorizzazione per la perquisizione.
Milanese nuovo nome nella ribalta pubblica nazionale ma non in quella politica. E’ stato fino dal 2001 braccio destro di Tremonti , poi suo consigliere politico , nonché deputato per il quale pende alla Camera la richiesta di arresto per associazione a delinquere , corruzione e rivelazione d’ufficio. Forse i segreti dell’inchiesta Milanese sono in quelle cassette della Banca di Credito Artigiano a Roma , a due passi dalla sede del Ministero delle Finanze.
Quelle cassette sono equiparati ad una pertinenza di attività parlamentare , e solo un’autorizzazione della Camera , che si pronuncerà con un voto distinto rispetto all’eventuale esecuzione dell’ordinanza di custodia, potrà consentirne l’apertura. Sempre che qualcuno non abbia fatto sparire il contenuto.
Ma cosa consiste l’inchiesta Milanese? Ora lo spieghiamo. Il deputato è al centro di una tela di potere nella quale si muove in vorace solitudine. Ha imparato quanto potere, e naturalmente quanti soldi, ha con la delega di Tremonti nelle nomine nelle cosiddette “controllate di Stato”, le società in cui si articolano holding a partecipazione pubblica del calibro di Finmeccanica , Ferrovie dello Stato, Sogei e Enav. Soldi che entrano come fiume nelle sue tasche. Come ad esempio i centomila euro per le nomine di Carlo Barbieri nel cda di Ferservizi (Fs) e Guido Marchese nel collegio sindacale di Ansaldo Breda, Oto Melara, Ansaldo Energia , Sogin e Sace. Riesce , grazie al potere che ha, a sbarazzarsi di uno yacht che non vuole e che non sa come pagare, imporre a Pugliesi , presidente di Enav, la nomina a presidente di Technosky ( una controllata) di Fabrizio Testa. E che in quattro anni riuscirà a fargli intascare quasi 6 milioni di euro.
Un uomo diabolico e controverso. Nel 2008 viene eletto deputato per il Pdl , incompatibile con l’incarico di vigilanza delle Ferrovie dello Stato che detiene. Conflitto d’interessi , ma a che al Pdl non frega niente, vedi Premier. Conflitto accentuato quando andrà a ricoprire il ruolo nel Ministero delle Finanze. Il 31 luglio 2008 il nuovo ad delle Fs Moretti chiede a Milanese di togliere il disturbo. Le dicerie affermano che ci sono voluti due mesi. Per errore nel suo conto bancario continuano a versargli lo stipendio , anche se non ha più la nomina. Lui naturalmente non rivela niente a nessuno. Quando se ne accorgono , lui si sottrae ai solleciti di restituzione. Finché è di nuovo Moretti a risolvere l’impasse , e i soldi tornano indietro.
Le nomine in scadenza spettano sempre a Milanese, anche se il suo ruolo di Consigliere politico non deve avere niente a che fare. Ma le cose vanno così. Allora non si stupisce che anche la Sogei, società pubblica che amministra l’anagrafe tributaria sia in mano a lui. La casa abitata da Tremonti a Roma, cui paga l’affitto Milanese , sia dell’impresa Edilart , che fa incetta di appalti per la Sogei. Un’azienda dove Milanese fa come fosse sua. Decide il presidente Trevisanato e l’ad Ricci, rimossi dal governo Prodi, e nel 2008 Bonamico come nuovo ad.