Quali sono i veri Miami Heat? Probabilmente non l’hanno capito ancora ne il general manager Pat Riley, ne il coach Erik Spoelstra ne i Miami Thrice Wade, James e Bosh. L’inizio è stato discreto con un paio di vittorie e un’intensità difensiva che ha permesso di giocare in velocità, mascherando i problemi offensivi della franchigia della Florida; poi, però, la crisi con 7 sconfitte in 12 partite, i primi mugugni dei tifosi, le critiche feroci dei tantissimi detrattori di questa squadra, i dubbi circa la coesistenza di Wade e James e la capacità di allenarli dell’allenatore. Le ultime quattro partite però una nuova “rinascita” con altrettante vittorie e l’arrivo a 13-8 di record, terzo migliore della Eastern Conference dietro a Boston e Orlando e alla pari con Atlanta.
Di sicuro la squadra non gioca bene e i problemi sono ancora molto evidenti: in difesa troppo spesso la concentrazione e l’intensità cala tremendamente (soprattutto da quando si è infortunato Haslem) e gli Heat subiscono punti facili perdendo di coseguenza fiducia; la mancata difesa non porta quindi palle recuperate e rimbalzi che possano innescare il gioco in velocità, che con tre giocatori come James e Wade da guardie e Bosh da lungo sarebbe il vero metodo vincente. Su metà campo, inoltre, gli attacchi sono molto prevedibili, mancano di continuità e sono sempre troppo statici il che permette agli avversari di chiudere l’area bloccando le penetrazioni; i molti tiri aperti che vengono generati dai raddoppi sulle tre stelle non vengono molto spesso concretizzati da un supporting cast che ha qualche buon elemento ma manca di qualcuno veramente affidabile.
Nel nostro ultimo sondaggio vi chiedevamo come giudicavate questo inizio di stagione dei Miami Heat e le risposte si sono divise più o meno equamente tra le diverse risposte: secondo il 38% di voi la colpa maggiore ce l’ha coach Spoelstra che non sarebbe all’altezza del ruolo e non sempre sembra avere in mano la squadra; qualche dubbio su di lui negli ultimi giorni è venuto anche da parte di Wade, da sempre suo grande estimatore. L’ombra di Riley è sempre più grande anche perchè per vincere serve qualcuno che in panchina possa prendere decisioni forti, che vadano contro gli interessi personali dei “Thrice” e che questi ascoltino e giudichino all’altezza.
Poi il 29% di voi dà la colpa alla mancanza di coesione del gruppo: in effetti LeBron James e Dwyane Wade si pestano spesso i piedi e sembrano andare ad ondate, prima fa qualcosa uno, poi tocca all’altro, sempre partendo da fermi togliendo così tutto il ritmo offensivo necessario per segnare punti senza fare troppa fatica. Di questa situazione a rimetterci sono anche i compagni che sono costretti a guardare i loro due leader giocare da soli, ma è anche vero che il resto del gruppo in molte situazioni non sembra essere all’altezza, anche se solamente il 9% di voi pensa che il problema sia il supporting cast inadeguato. Bosh comunque sta facendo fatica non tanto nelle cifre (18.2 punti e 7.3 rimbalzi) ma nell’approccio alle partite in cui spesso sbaglia tiri con 3-4 metri di spazio e non attacca quasi mai il ferro accontentandosi delle conclusioni da fuori. Rimane il fatto che del quintetto ideale pensato ad inizio stagione mancano Mike Miller che sta recuperando dall’operazione alla mano dopo essersela rotta e Haslem che probabilmente salterà tutta la stagione per un problema alla caviglia.Infine una buona porzione di voi, il 24%, pensa che la squadra della Florida abbia bisogno di ancora un po’ di tempo per trovare la giusta chimica e per arrivare in fondo alla fine della stagione, magari in finale NBA contro i Los Angeles Lakers, una serie finale che i piani alti della Lega apprezzerebbero parecchio per la quantità di stelle sul campo!
Di sicuro Miami non è una delle sorprese positive di questa stagione NBA, che è la domanda del nostro nuovo sondaggio: dite secondo voi chi sta sorprendendo di più tra Dallas, Indiana, New York, New Orleans e Toronto!