Ci sono persone che adoperano internet come strumento di comunicazione per portare avanti i loro valori e le loro idee, o per contestare idee e valori che non condividono. Ma non lo fanno tutti allo stesso modo. Non amo dividere per categorie, ma semplifica e spesso e’ inevitabile. Ecco dunque le quattro categorie che immagino: c’e’ chi lo fa per avere un alibi, chi per sfogarsi, chi per “professione” e chi con serieta’.
Ogni categoria ha certe caratteristiche, attua certi comportamenti e le sue azioni hanno diverse conseguenze (a volte non hanno conseguenze, ma anche questa e’ una conseguenza). Vediamo un po’ le diverse categorie e cerchiamo anche di capire se convincono qualcuno, ottengono qualcosa, disturbano la normale navigazione degli utenti.
ATTIVISMO ONLINE COME ALIBI – Il Guardian analizza il metodo dei clicktivists, gli attivisti del click. Sono quelli che usano internet come alibi per la loro inattivita’ nel mondo reale. Sono persone che nel mondo reale non protestano, almeno non in modo organizzato. Pero’ in internet firmano ogni petizione. Il Post riprende l’articolo del Guardian, entrambi se la prendono soprattutto con chi organizza le petizioni online, perche’ secondo loro promuovono:
“la falsa speranza che navigare su Internet possa bastare per cambiare il mondo, il clicktivism sta all’attivismo come il McDonald’s sta a un pasto cucinato con cura: può sembrare cibo, ma gli ingredienti nutritivi più vitali si sono persi da tempo”
Questo attivismo del click, chiamato slaktivism, ha diverse conseguenze, ma non tutti sono concordi nel dire quali esse siano. Per alcuni si tratta di una perdita di tempo che ha conseguenze dannose sulla protesta “di piazza“, portando le persone a sfogarsi in rete. Questo pensiero e’ ben rappresentato da Mantellini in questo suo articolo, quando scrive:
“Posso partecipare ad un movimento politico mettendo un adesivo sulla carrozzeria della mia auto? Oppure iscrivendomi ad un gruppo su Facebook? O firmando la vibrate lettera aperta di un gruppo di intellettuali sul sito web di un quotidiano? E’ certamente possibile ma, nel momento in cui un simile impegno sostituisce del tutto altre forme di mobilitazione sociale, il lato oscuro della medaglia finisce per prevalere su quello migliore e illuminato e Internet consuma il proprio potenziale di formidabile strumento di aggregazione e diffusione all’interno di prassi frequentemente irrilevanti.”
Altri (compreso me) pensano che si tratti di persone che non parteciperebbero in altro modo a nessuna protesta che richieda un minimo di impegno. Il massimo che possono fare e’ un click ogni tanto, firmare una petizione online, iscriversi a un “coso” su FaceBook, rigirare un’email/spam, commentare un blog di arrabiati (ma questo e’ gia’ troppo impegnativo, ci troviamo al confine con un’altra categoria, quelli dello sfogo).
Riassumendo gli attivisti online per alibi son quelli che nella “vita reale” non protestano e non protesterebbero. Lo fanno solo sul web, e nemmeno con troppo impegno. Convincono in molti, perche’ un click non costa niente, non ottengono nulla e provocano pochissimi danni, un po’ di spam ma niente di piu’.
ATTIVISMO ONLINE PER SFOGO – Questa e’ la categoria piu’ numerosa, sono quelli disgustati dalla politica, o dalla societa’ o da altro, che usano internet per sfogare la loro rabbia, il loro livore, creano e frequentano forum e blog in tema, hanno un nemico comune e lo combattono a parole, immagini, video, offese e satira.
La loro azione e’ fine a se stessa, non convincono nessuno delle loro idee, anche perche’ il piu’ delle volte non hanno idee. Semplicemente hanno rabbia, una volta sfogata, restano vuoti, vuoti di passione e vuoti di idee. Cosi’ possono tornare nel mondo reale con tranquillita’, a convivere pacificamente con l’oggetto del loro odio. Ci sono anche quelli che restano arrabbiati anche nel loro mondo reale, ma piu’ di lamentarsi con amici e conoscenti non fanno.
Riassumendo, non convincono nessuno, perche’ se non odi qualcosa non lo farai certo perche’ qualcuno ti dice di farlo, non ottengono nulla e non provocano disturbi (se non chi entra nella loro stanza dei giochi), perche’ hanno le loro stanze dei giochi dove possono arrabbiarsi e rompere tutto. Certe volte i piu’ cruenti (quelli il cui odio li ha talmente accecati da fargli perdere la passione) rappresentanti di questa categoria diventano attivisti per professione (piu’ che altro la loro rabbia viene sfruttata dagli attivisti di professione che li indirizzano e li dirigono).
ATTIVISMO ONLINE COME PROFESSIONE – Questa e’ la categoria dei vili, dei viscidi e disgustosi. Quelli il cui scopo nella vita digitale e’ di disturbare, ostacolare, diffondere un messaggio continuo e ripetitivo. Sono attivisti per professione non perche’ vengono pagati (a volte si, ma non sempre), ma perche’ le loro azioni sono spesso coordinate, dirette, ad un livello quasi aziendale, spesso indirizzano gli attivisti per rabbia verso obiettivi ben definiti, ottenendo cosi’ un’azione congiunta molto efficace. Utilizzano i primi due gruppi come cassa di risonanza per i loro messaggi. Spesso utilizzano la “catena” dei clickattivisti per diffondere le loro bugie via email o tramite passaparola.
Gli attivisti professionisti vengono spesso confusi con gli attivisti per sfogo, ma nei primi c’e’ una lucida volonta’ e un’organizzazione ben studiata che manca ai secondi. Errore che commette anche Vittorio Zambardino quando sul suo blog se la prende con gli attivisti per sfogo scrivendo:
“Non li sfiora l’idea che questo uso degli argomenti e dei mezzi – per esempio questo uso della rete che viene portata a servire una modalità di comunicazione che è l’opposto della sua vocazione pluralista – possa poi costruire una macchina che domani soggetti più abili e più potenti potranno rivolgere contro la democrazia. Perché della democrazia loro non si preoccupano. O meglio la identificano con la loro vittoria. Sono loro la democrazia.”
Il vero obiettivo delle sue accuse dovrebbero essere gli attivisti professionisti, dunque Zambardini sbaglia bersaglio (o purtroppo arriva in ritardo), gli attivisti per sfogo sono “vittime“, marionette di un disegno altrui.
Vittime tra virgolette, perche’ hanno le loro colpe, l’incapacita’ di porsi dei limiti razionali, l’incapacita’ di domare i propri sentimenti d’odio e convogliarli verso una protesta costruttiva. Ma sono solo persone che si sfogano, non sono realmente pericolosi, servono solo a trasmettere un messaggio. Quelli pericolosi sono gli attivisti professionisti, ma e’ facile sbagliarsi, perche’ mischiarsi agli altri e’ una loro strategia, nascondersi e dirigere nell’ombra per riapparire solo quando serve e’ la loro tattica. Cercano di creare (o piu’ spesso mantenere) un clima d’odio e di contrapposizione, perche’ agiscono sfruttando chi odia per ottenere il loro scopo. Scopo che e’ quello di denigrare l’avversario e mantenere lo status quo.
Non c’e’ passione nel loro comportamento, o meglio, sono rari i casi in cui gli attivisti per professione siano mossi da sincera passione, passione che comunque non giustificherebbe comunque i loro comportamenti. Sono degli ipocriti, il piu’ delle volte agiscono con cattiveria. Tendono a scaricare i loro vizi sul “nemico“, vanno a commentare sul suo blog con messaggi di odio e lo denigrano. Praticano il FUD e hanno l’ardire di accusare il soggetto dei loro attacchi di essere colui che pratica il FUD.
Frequentano quanti piu’ aggregatori possibili, si mescolano agli altri utenti, su OKNOtizie, Digg, Reddit, ecc. Appena appare una notizia, dal blog di un loro obiettivo o comunque su un argomento pertinente, attaccano (e dirigono gli attacchi) in massa, immediatamente. Lo fanno denigrando, accusando e confutando la notizia e/o il blog e offendendo il malcapitato che magari ingenuamente ha postato la notizia “sbagliata” o da fonte “sbagliata“. Votano no, tentano di affossare tutto cio’ che rientra nel loro elenco dei siti/blog/argomenti proibiti. Ovviamente fanno il contrario sui siti e gli argomenti che appoggiano.
Riassumendo queste serpi riescono raramente a convincere qualcuno di “navigato“, ma purtroppo convincono molti “novellini“ che cascano nei loro sordidi inganni, ottengono di impedire il cambiamento (raramente per loro “meriti“, ma sono una delle concause), il loro obiettivo e’ lo status quo, vogliono che la situazione non cambi. Distolgono l’attenzione dalle cose importanti, da cio’ che rappresenta una novita’. Distruggono quel che potrebbe portare anche un piccolo cambiamento. Disturbano tantissimo, a volte con i loro atteggiamenti portano qualche blogger a chiudere il proprio blog [1] e qualche amministratore a chiudere il forum. Cambiano lo spirito di alcuni aggregatori/form/blog, riducendoli a un luogo di contrapposizioni e muro contro muro, portando i “moderati” a non postare certe notizie, stare lontano e criticare certi forum/blog/aggregatori/ecc.
ATTIVISMO ONLINE PER CONVINZIONE – Questi spesso sono gli idealisti, i romantici, i sognatori. Persone che seriamente credono di poter cambiare le cose se tutti insieme provano a comunicare le loro idee e i loro valori. Sono quelli che quando vedono un post o una notizia in contrasto con i loro valori con calma espongono il proprio punto di vista. Creano comunita’ piu’ o meno grandi, aperte a tutti e nella loro opera missionaria cercano di diffondere il loro pensiero.
A volte portano qualcuno a cercare di conoscere meglio le loro idee, raramente cambiano le cose, perche’ ci sono forze che si oppongono al cambiamento che questi vorrebbero portare. Non disturbano nessuno.
Mettendo tutto in una tabella riassuntiva, otteniamo questo (i punteggi vanno da 0 a 5):
/ Alibi Sfogo Professione Convinzione
convincono 5 0 4 2
ottengono 0 0 3 1
disturbano 1 1 5 0
La tabella e’ piuttosto inutile, ma mi piace farle.
[1] Nel post “Blogging And Mass Psychomanipulation” trovate un esempio di cosa deve affrontare un blogger. [↩]
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