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Diciamo che nel mio caso specifico ho notato che è molto più facile sentirmi centrata quando sono sola, quando c'è quel silenzio (o al massimo la musica che scelgo io), quando non devo confrontarmi con l'esterno, con le sue aspettative, con l'immagine di (im)perfezione che mi rimanda. E grazie al caiser Nina, così siamo bravi tutti eh. E che ci vuole, se sei sola, a stare bene? Ti concentri su quel che vuoi, che ti fa stare bene e il resto, semplicemente, lo ometti. Fai finta che non esista, quel che ti disturba, che ti infastidisce, lo togli dal tuo personale orizzonte. Strategia di sopravvivenza collaudata ormai. Qualcuno obietterebbe - e a ragione - che non è neanche tutto così lineare, mica tutti concordano sul fatto che è più facile star bene da soli, senza ingerenze esterne. Molti infatti auspicano e cercano il contatto con il mondo di fuori, per distrarsi, per esserne contagiati. Dipende dai momenti della vita, ma per me la sfida più grande è riuscire a mantenere il punto, la posizione ferma delle mie convinzioni, conservare l'equilibrio labile che mi sono costruita, proprio quando mi confronto con gli altri, lì fuori. Con le loro vite, con le loro conquiste. Con quello che senza sforzo hanno raggiunto. Ma non parlo in generale, l'insicurezza mi scatta solo su di un argomento, non serve che vi dica quale giusto? Partecipare ai matrimoni ha ancora un certo effetto di spaesamento su di me: mi disorientano, mi fanno perdere le coordinate conquistate, mi fanno sentire smarrita e scombussolata, di nuovo incerta sui miei passi. Non posso farci nulla, non lo controllo. Guardo le vite degli altri, le osservo nella loro semplice linearità, le vedo proseguire e andare avanti e penso: 'Voglio anche io una vita normale' Laddove per normale ormai sapete cosa io intendo. E i giorni dopo mi servono per ritessere il filo delle mie certezze, delle mie convinzioni, per ricordarmi chi sono e dove sto andando. E soprattutto da dove vengo. Oggi è un giorno storto, mi pare di guardarlo sottosopra, a testa in giù. Oggi desidero Semplicità, mentre la testa è piena di Cosefare e io mi sento confusa. Ci sono cose che non possono essere rimandate, ci sono cose che delegherei volentieri, ma sono io a doverci mettere il sangue e le speranze. Dai Nina, sono gli ultimi buchi. Cioè per il momento, che i prossimi saranno a novembre, sulla pancia e ti regaleranno nuove emozioni e nuovi scleri, perciò non pensarci ora. Adesso devi terminare le analisi, andare dal dottore, fartele prescrivere. Ora non è il momento di spegnersi come una lampadina fulminata. Ora è tempo di agire, di nuotare in quell'oceano fatto di miliardi di goccioline di te. E di Lui. E di Voi. E di quel che sarà e che ti fa paura, ti eccita, ti elettrizza, ti mette gioia. Ti terrorizza. E' tempo di andare, continuare a camminare.
Basta fare il primo passo nella direzione giusta e il resto viene da sé.
Più o meno. Ma è solo un attimo. poi passa. vero? Uhmpffff.
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