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Golf: Manassero e Molinari recuperano nel WGC Cadillac

Creato il 11 marzo 2013 da Sportduepuntozero

Matteo Manassero - Foto Massimo PincaTiger Woods ha vinto da dominatore con 269 colpi (66 65 67 71), diciannove sotto par, il WGC Cadillac Championship, secondo torneo stagionale dei quattro del World Golf Championships svoltosi sul tracciato del TPC Blue Monster (par 72), al Doral Resort di Miami in Florida. Woods ha firmato la vittoria numero 76 nel PGA Tour (il WGC fa parte del calendario di tutti i maggiori circuiti) e la 18ª in un evento del WGC (17 individuali e una a squadre) lasciando a due colpi Steve Stricker (271, -17) vantaggio che non esprime pienamente la differenza dei valori in campo soltanto perché Tiger ha rallentato nelle buche conclusive quando aveva il titolo ormai in tasca.

Grazie a un bel giro finale hanno recuperato posizioni Matteo Manassero, da 49° a 23° con 283 (71 71 75 66, -5), dopo un 66 (-6), e Francesco Molinari, da 41° a 28° con 285 (78 66 72 69, -3) con un parziale di 69 (-3). Si sono classificati al terzo posto con 274 (-14) Phil Mickelson, il nordirlandese Graeme McDowell, lo spagnolo Sergio Garcia e l’australiano Adam Scott, rinvenuto con un 64 (-8) miglior score di giornata. Al settimo con 276 (-12) Keegan Bradley, all’ottavo con 278 (-10) Michael Thompson, l’inglese Justin Rose, campione uscente, lo svedese Peter Hanson e il nordirlandese Rory McIlroy. Questi, rimontando con un 65 (-7) dalla 30ª posizione, ha contenuto i danni nel world ranking, dove è rimasto leader anche se ora il suo margine su Woods si è ridotto da oltre tre punti a poco più di uno (11,47 contro 10,48).

Ha ceduto il sudafricano Charl Schwartzel, da quinto a 16° con 280 (-8), e sono terminati più indietro Hunter Mahan e l’inglese Lee Westwood, 25.i con 284 (-4), il sudafricano Ernie Els e l’inglese Ian Poulter, stesso score di Molinari, il sudafricano Louis Oosthuizen, 33° con 286 (-2), Matt Kuchar e Jim Furyk, 35.i con 287 (-1), l’irlandese Padraig Harrington, 39° con 288 (par), l’inglese Luke Donald, 43° con 289 (+1), e il tedesco Martin Kaymer, 49° con 291 (+3). Woods, in vetta sin dal primo giro, ha iniziato quello finale con quattro colpi di margine su McDowell e cinque su Mickelson e Stricker ed è subito apparso sicuro come nei turni precedenti. Ha lasciato sfogare McDowell (due birdie al via), Mickleson (4 birdie e un bogey in otto buche) e Stricker (tre birdie e un bogey sulle prime nove) rendendo vano ogni tentativo di avvicinamento di un certo peso con due birdie sulle prime quattro buche e un terzo alla 10ª, che in pratica ha messo un punto fermo sul titolo, perché arrivato nel momento in cui gli avversari avevano cominciato a cedere. Mickelson e McDowell sono andati fuori con due bogey e Stricker, che si è portato a quattro colpi con altri due birdie (68, -4) dopo la buca 13 non ne ha trovati più.

Woods, che ha proseguito senza scosse e rimediando con un putter in piena salute a un paio di situazioni difficili, quando sul tee della buca 16 si è trovato ancora con quattro colpi di margine si è lasciato andare alla prudenza. Alla stessa 16, per la verità, ha sfiorato la buca per salvare il par, poi alla micidiale 18 ha scelto decisamente la via del bogey, abbondantemente vincente, sia pure con un bel brivido perché la palla sul terzo colpo è rimasta pericolosamente sul bordo della costa che portava direttamente nel lago dove sono affondare una quantità industriale di palline. In quel green McDowell ha lasciato due colpi che gli sono costati la terza piazza in solitudine. Il nordirlandese ha chiuso in 72 (quattro bridie, due bogey, un doppio bogey), Mickelson in 71 (quattro birdie, tre bogey), Woods in 71 (tre birdie, due bogey).

Adam Scott ha siglato il 64 con otto birdie e Manassero ne ha messi a segno altrettanti prima di mandare la palla in acqua alla 18 per il doppio bogey che gli ha fatto perdere cinque posizioni. Anche Molinari non ha commesso errori per 17 buche (quattro birdie), poi anche lui ha pagato dazio all’ultimo green con un bogey. Il torinese ha avuto il gran merito di non disunirsi dopo la partenza ad handicap con un 78 (+6) e l’ultima posizione in classifica: con questi presupposti l’esito è sicuramente positivo. Manassero, pur essendo stato parecchio alterno, ha mostrato comunque di andare verso la condizione migliore.

Woods, come detto, ha ottenuto la 76ª vittoria nel circuito, seconda stagionale che gli ha fruttato 1.500.000 dollari su un montepremi di 8.750.000 dollari, e si è avvicinato ulteriormente a Sam Snead, leader nella graduatoria dei plurivincitori con 82, dove Jack Nicklaus è terzo con 73, Ben Hogan quarto con 64 e Arnold Palmer quinto con 62. Si è imposto per la 52ª volta sulle 55 in cui è partito da leader nell’ultimo giro, la 20ª sulle ultime 21 e non ha mai perso avendo almeno tre colpi di margine. Nelle altre stagioni iniziate con successi al Torey Pines di La Jolla (Farmers Insurance Open) e al TPC Blue Monster ha concluso l’anno con sei, otto e sette vittorie sempre comprensive di almeno un major. Quanto ai tornei del WGC i 17 titoli individuali sono così suddivisi: sette, compreso l’attuale, nel Cadillac Championship (ex American Express ed ex CA Championship), tre nell’Accenture Match Play, sette nel Bridgestone Invitational (ex NEC Invitational), mentre il 18° è datato 2000 quando insieme a David Duval conquistò la World Cup, che da quell’anno e fino al 2006 ha fatto parte del WGC Un’ultima statistica merita attenzione: tra il 1999 e il 2009 Woods ha conquistato titoli nel 33% delle gare disputate nel PGA Tour; nelle ultime 18, con cinque successi, la percentuale è del 28% molto vicina a quella del suo periodo migliore.

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