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Govenro Monti, la manovra (si può non essere d'accordo)

Creato il 05 dicembre 2011 da Tiba84
Govenro Monti, la manovra (si può non essere d'accordo)La complessa manovra varata dal governo, che oggi verrà presentata alle Camere, fa certamente discutere, soprattutto perché si tratta di decisioni di emergenza. Ho trovato molte bocciature, anche se per ora i mercati sembrano apprezzare. La vera novità, tuttavia, l'ho registrata nella conferenza stampa di ieri sera (e il povero Angelino Alfano che seguiva su La7 ci ha fatto una misera figura al confronto): spiegazioni chiare, semplici, non roboanti; spercifiche e precise. Limpide come limpido è il ragionamento che le sottende; poi si potrà discutere, spero. Si può non condividere, ma l'impressione è che si sia usciti da un periodo nero in cui si parteggiava e si supportava da spettatore-tifoso. E il passaggio è notevole, anche se in disaccordo, si potrà dialogare costruttivamente. Non dobbiamo scordarcelo.
Oltre ad alcuni giudizi, per cui effettivamente è una manovra di tagli e di tasse più che di crescita (anche se qualcosina c'è, si parla in proporzione), e l'attesa di molto altro: è un primo passo, forse inefficace se pensiamo alla tracciabilità o limitato se pensiamo all'aumento di 1,5% sul rientro di capitali dall'estero, insisto sulla totale rottura rispetto alla politica cui eravamo abituati, ai salotti berlusconiani eccetera. Non posso postare tutti i video della conferenza stampa di ieri, ne metto i primi quattro, più un altro: vorrei sottolineare la chiarezza del parlato dei ministri: finalmente poco fumosi, poco "politichesi" e più pratici. Speriamo che qualcosa sia cambiato...
E poi un intervento in cui spiega del suo impegno in politica e dell'Europa: parole utili (verrebbe quasi da chiedersi perché la sinistra non sia mai riuscita ad utilizzarle...):
Infine, i voti di P. Ichino:
Pensioni: le misure adottate colpiscono soltanto una generazione (la mia) che è stata sistematicamente privilegiata nei due decenni passati; in sostanza, le vengono estesi, ma ancora molto parzialmente, alcuni aspetti del trattamento pensionistico già da tempo previsto per le generazioni successive; l’indicizzazione delle pensioni, sospesa per le fasce medio-alte, viene mantenuta nella fascia fino a 986 euro; vengono comunque fatte salve le situazioni particolari dei lavoratori in mobilità e alcune altre (come i riscatti contributivi già autorizzati al 31 ottobre 2011). Rinvio a quanto ho detto in proposito nell’intervista a Repubblica di giovedì. Voto: 8,5 
Imposizione sui patrimoni e le transazioni finanziarie: il grosso dell’aumento della pressione fiscale è concentrato, con criteri di progressività, sulle proprietà immobiliari; vengono colpite anche auto di lusso, aeromobili, yacht; e viene istituito un prelievo dell’1,5% sui capitali rientrati in Italia con lo “scudo” di Tremonti; attraverso l’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie si lancia un messaggio favorevole alla Tobin Tax. Voto: 7,5
Aumento dell’Iva: è differito all’anno prossimo, ma ha comunque un effetto recessivo, penalizzando i consumi; l’auspicio è che lo si possa far rientrare, compensando con i risultati della lotta all’evazione e della spending review (v. sotto). Voto: 5 
Riduzione del costo del lavoro (Irap), e in particolare di quello femminile: bene; ma è urgente anche una riduzione dell’Irpef sui redditi di lavoro, almeno nella fascia fino a mille euro. Inoltre occorre avviare subito la sperimentazione con metodo scientifico sulla detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile. Voto: 6,5 Lotta all’evasione fiscale: bene le riduzione drastica del limite dei pagamenti in contanti (da 2500 a 1000 euro), ma avrei sperato che il limite venisse abbassato addirittura a 300 euro (nei giorni scorsi si era parlato di 500); spero che in Parlamento si riesca a ridurlo. Voto: 7 
Liberalizzazioni: bene su orari degli esercizi commerciali e farmaci; ancora poco sulle libere professioni e alcuni servizi regolamentati (per es.: i taxi). Forse in 17 giorni non era possibile mettere a punto disposizioni più estese e incisive; ma occorrerà farlo nel prossimo futuro. Voto: 5,5 Tagli mirati della spesa pubblica: bene l’intervento riduttivo sulle province e su alcuni organi dello Stato; per il resto, una rigorosa spending review è già prevista nella legge 14 settembre n. 148 (conversione della manovra di agosto): qui non è più materia di interventi legislativi, ma soltanto di capacità politica e amministrativa, che deve investire, insieme a tutte le altre amministrazioni, anche quelle dei due rami del Parlamento e delle Regioni. Il giudizio sull’operato del nuovo Governo su questo punto non può che rimanere sospeso (ma nella conferenza stampa di ieri sera Mario Monti avrebbe dovuto, a mio avviso, enunciare i propri intendimenti su questo capitolo con maggiore enfasi). Voto: n.c. 
Dismissioni del patrimonio pubblico poco o male utilizzato: anche questa è materia importantissima, che però non richiede nuovi interventi legislativi; giusto, dunque, che non se ne parli nel decreto-legge e che su questo punto il giudizio sull’operato del Governo resti sospeso (ma anche su questo Mario Monti avrebbe potuto enunciare i propri intendimenti in modo più incisivo). Voto: n.c. 
 Mercato del lavoro: la riforma preannunciata nel discorso programmatico del 17 novembre non può ovviamente essere oggetto di un decreto-legge; è stato comunque opportuno che nel corso della conferenza-stampa di ieri sera sia il Presidente del Consiglio sia il ministro del Lavoro abbiano confermato che la consultazione con le parti sociali su questo capitolo cruciale del programma verrà avviato nelle prossime settimane. É comunque ancora presto per una valutazione. Voto: n.c. 
Capacità di comunicazione: nel corso della conferenza-stampa di ieri sera Mario Monti mi è piaciuto molto, anche per la sincerità con cui è riuscito a esprimere la fatica del compito che si è assunto e la limpidezza dei suoi intendimenti. Bravi e convincenti anche Elsa Fornero, la cui crisi di commozione non ha tolto nulla – anzi, semmai ha aggiunto qualche cosa – alla sua credibilità personale, e Corrado Passera. Un po’ più impacciati mi sono parsi Piero Giarda e Vittorio Grilli. Voto: 8,5

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