Tra queste, anche la Brebemi, una delle opere connesse ad Expo come. Il 23 luglio 2014 all'inaugurazione erano presenti tutti, da Lupi al presidente Renzi, per questa autostrada voluta da destra e sinistra, costruttori e sindaci. 62 km, pagati con soldi privati (parte dalla BEI la banca europea) e gestita dal gruppo Gavio e Intesa: un doppione della A4, anche più costoso come pedaggio, senza i necessari collegamenti con le altre autostrade verso Milano. I numeri parlano di un'opera in perdita: 16mila passaggi al giorno 248mila la A4, il competitore.
Lungo il percorso non si trovano distributori, aree di sosta: le compagnie petrolifere non sono volute venire qui. Complessivamente costa 2,4 miliardi, il costo al km più elevato in Europa: lo stato aveva fatto un accordo coi privati in project financing: ma Brebemi ha battuto cassa allo stato quasi da subito. Altra opera strategica, il terzo valico: un tratto di ferrovia per far viaggiare le merci tra Genova e la pianura padana ad alta velocità. Il cantiere è oggi deserto, doveva partire nel 2006, invece è slittato nel 2011. Nel frattempo si sono spartite le cave nel basso Piemonte, che era il vero business. Il nuovo tratto dell'AV tra Brescia e Verona, che sventra un territorio dall'alto valore paesaggistico con costi altissimi. Ma ci sarà spazio anche per raccontare l'inchiesta di Firenze sull'AV, che ha svelato (a chi si ostinava a non volerlo vedere) il sistema Incalza. Il manager del ministero dei trasporti, arrestato il marzo scorso e che ha attraversato tutti i governi dal 2001. Il manager che ha gestito 25 miliardi per appalti, affidati col sistema del general contractor a imprenditori che erano controllati e controllori dei lavori. Come Stefano Perotti, quello che aveva assunto nello studio il figlio del ministro Lupi.
In manette su richiesta della Procura di Firenze lo storico manager che ha attraversato tutti i governi dal 2001 a oggi, salvo la cacciata da parte di Di Pietro nel 1996. Quattro arresti, fra cui il presidente di Centostazioni (gruppo Fs). 51 gli indagati, tra cui l'ex eurodeputato Vito Bonsignore. L'inchiesta partita dal nodo fiorentino dell'Alta velocità. A Incalza 700mila euro da società dell'imprenditore arrestato, il gip: "Più di quanto ha guadagnato dal ministero". La scorsa estate l'inchiesta del Fatto con la notizia (mai spiegata) della casa della figlia pagata in parte dalla CriccaÈ l'inchiesta che ha mostrato il lato oscuro della legge Obiettivo, del meccanismo della Struttura di missione per le grandi opere. Che è costato il posto a Lupi, sostituito dall'ex sottosegretario Delrio. Che vorrebbe tagliare parte di queste opere in favore di piccole opere per la messa in sicurezza del paese. Basta col ponte sullo stretto, la Orte Mestre ..? La scheda della puntata: "Le fatiche di ercole" di Paolo Mondani e Chiara Avesani
Ercole Incalza, storico dirigente del ministero dei Lavori pubblici, è stato arrestato su richiesta della procura di Firenze. Quattro persone sono finite in carcere o ai domiciliari: oltre a Incalza, l’imprenditore Stefano Perotti, il presidente di Centostazioni spa (Gruppo Fs) Francesco Cavallo e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza, questi ultimi due ai domiciliari. L’operazione è condotta dai carabinieri del Ros. Nel mirino la gestione illecita degli appalti delle cosiddette Grandi opere. Tra i lavori coinvolti, le principali nuove tratte ferroviarie italiane, in particolare l’Alta velocità, il Palazzo Italia di Expo, l’autostradaOrte-Mestre.
Il 18 dicembre 2000 a Porta a Porta, Silvio Berlusconi traccia le direttrici delle grandi opere italiane con la consulenza personale di Ercole Incalza. Un anno dopo, il ministro Lunardi vara la Legge Obiettivo nella quale vengono inserite tutte le principali opere del paese, dall'Alta Velocità alle autostrade, dalle metropolitane al Mose. Il 16 marzo scorso, il Tribunale di Firenze ha arrestato l'imprenditore Stefano Perotti lo stesso che da Ercole Incalza, direttore generale del Ministero delle Infrastrutture, otteneva la direzione lavori delle più importanti opere pubbliche, stimate oltre 25 miliardi di euro. In cambio di tanta manna, Perotti, secondo i magistrati, aveva assunto il figlio del ministro Maurizio Lupi e ricompensava con consulenze e gratifiche Ercole Incalza. In seguito all'inchiesta, il Ministro Lupi, che non è indagato, ha dato le dimissioni.Report, prima degli arresti, ha incontrato alcuni dei protagonisti dell'inchiesta che hanno descritto il meccanismo del "Sistema Incalza" e le storture della Legge Obiettivo. In primis, la possibilità per le imprese private che realizzano le opere di indicare il direttore dei lavori, un unicum in Europa. Il controllore nominato dal controllato.Guarda una clip in anteprimaQui l'anteprima su Reportime. A seguire, la rubrica "nutrire il pianeta": "Che mondo sarebbe senza foresta" di Sabrina Giannini:
Tra le tematiche di Expo2015 c'è la sostenibilità degli alimenti nel rispetto delle risorse del Pianeta.Uno degli ingredienti più diffusi e controversi è l'olio di palma. Presente nel 50% dei prodotti industriali (anche nel latte artificiale per bambini), è da qualche anno proprio al centro del dibattito sulla sostenibilità che le grandi aziende dell'agroalimentare stanno intraprendendo. Ma quanto è credibile la certificazione di sostenibilità ed è possibile che, alimentandoci in eccesso, possiamo mettere a rischio intere popolazioni e l'atmosfera?