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Greenpeace controlla latte e verdure a Fukushima

Da Nippolandia
Bicchiere di latte

Bicchiere di latte

Un gruppo di esperti in contaminazione radioattiva di Greenpeace si è recato a Fukushima per analizzare i livelli di contaminazione in latte e verdure. Gli esperti hanno riscontrato alti livelli di radiazioni ed hanno chiesto di nuovo al governo di Tokyo di aumentare la zona ufficiale di evacuazione, compresa la cittadina di Iitate che si trova a 40 chilometri a nord-ovest dalla centrale nucleare di Fukushima e a 20 chilometri dalla zona di evacuazione ufficiale. Jan van de Putte, esperto in sicurezza da radiazioni, ha dichiarato durante una conferenza stampa: “Mentre le nostre prime misurazioni confermano i dati delle autorità giapponesi, le stesse autorità non riescono a proteggere adeguatamente la popolazione e non forniscono sufficienti informazioni. E’ nostro obbligo morale comunicare adesso i nostri risultati. La maggior parte delle persone vive ancora in aree contaminate come Iitate, dove bastano pochi giorni per essere esposti alla dose massima di radiazione consentita in un anno. Il Governo deve agire immediatamente per evacuare le zone più contaminate, a cominciare dai bambini e dalle donne in stato di gravidanza. Questa settimana torneremo nella zona di Fukushima per continuare a testimoniare la reale situazione e per fornire alla popolazione un’analisi indipendente sugli impatti dell’incidente nucleare”. Il gruppo continuerà le rilevazioni fino alla metà del mese di aprile. Greenpeace ha mostrato soddisfazione per la notizia comunicata da Yukio Edano, in base alla quale il governo giapponese vuole investire in energie pulite: “Siamo felici che il Governo intenda investire in un futuro di energie pulite, tuttavia, se il Giappone vuole seriamente evitare un’altra crisi come quella di Fukushima, il Governo deve immediatamente bloccare i progetti di costruzione di nove nuove centrali entro il 2020 e concentrare gli investimenti sul risparmio energetico e sull’utilizzo di fonti di energia sicure e rinnovabili come il fotovoltaico”. (Fonte: Asca)


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