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Grillo, Boldrini e Casini

Creato il 07 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Tutto si può dire della politica italiana, giustamente a volte anche per screditarla, eccetto che sia noiosa e non ci riservi stupefacenti sorprese.

Non serve riferirsi a periodi temporali vasti, ma è sufficiente soffermarci a quello che sta accadendo in questi giorni. In questo, nell’abilità cioè che i nostri politici, e i partiti a cui appartengono, hanno nel sorprenderci continuamente, non temiamo rivali. E proprio come eccelliamo nella classifica tra i Paesi più corrotti d’Europa, sconvolgimenti, ribellioni, insulti, sconcertanti bagarre ed infime dietrologie regnano nelle praterie dell’antipolitica italiana.

In un Paese che tanto facilmente e rapidamente dimentica le proprie vergogne, non può certamente nuocere e preoccupare la rassegna  dei fatti dell’ultima settimana che mi accingo a riportare.

Gli inesperti e ingenui deputati del Movimento 5 Stelle, inconsapevolmente fascisti nei modi, meno nei contenuti, data l’ignoranza, assaltano, durante una lunga seduta notturna, i banchi del Governo, vista la decisione della Presidente della Camera di silenziare le opposizioni (in particolare il M5S) nella discussione sulla convalida parlamentare del decreto IMU-BANKITALIA.

L’opinione pubblica, che non ne poteva fare proprio a meno,  ha così modo di conoscere il chiacchierato istituto della “tagliola”: mai applicato nella storia della RepubblicaLa Boldrini ne giustifica l’utilizzo in quanto unico modo per evitare che il decreto non venga convalidato e gli italiani si ritrovino  a pagare la seconda rata IMU. Giustissimo. Peccato che lo stesso decreto, come si intuisce dalla sua  denominazione, a proposito della necessaria omogeneità  più volte aspirata da Napolitano, contenga anche la ricapitalizzazione di Bankitalia: un regalino da 7,5 miliardi alle banche private.

I grillini parlano, a proposito del loro elegante comportamento, di un piccolo errore di metodo e furbamente enfatizzano una spintarella del deputato Dambruoso (Scelta Civica) ai danni di una loro brillante, quanto alta (d’altronde c’è chi può e chi no), collega: Loredana Lupo, che certamente la maggior parte di voi si ricorderà per le tante proposte di legge di cui è firmataria. Ma perché stupirsi più di tanto: i deputati del Movimento sono “cittadini”, come essi stessi si definiscono, non sicuramente onorevoli.

Grillo il giorno successivo arringa e rinvigorisce il suo popolo. Pubblica post beceramente provocatori, ridicolamente sessisti, sale nei sondaggi, così come solo in Italia può accadere, e poi si scusa perché la questione gli è scappata un “pochino” di mano. Intanto i suoi rappresentanti occupano le Commissioni (chissà se sanno  che lì dentro ci dovrebbero lavorare, o meglio, se sanno in che cosa consista il loro lavoro?),  e l’avanguardista Massimo De Rosa sfata il mito che solo a destra si possa fare carriera a colpi di pompini al proprio leader.  Anche se a ben vedere le facce delle deputate ingiuriate, credo che De Rosa abbia un pochino esagerato.

Se la Boldrini in serata sceglie la trasmissione di Fabio Fazio, sulla rete amica Rai 3, per lagnarsi quale vittima sacrificale senza colpe e ricercare disperatamente l’appoggio delle tante femministe da televisione come la Littizzetto ; il nuovo volto dei cinque stelle, Alessandro Di Battista, preferisce il salotto radical-chic della Bignardi per dare sfoggio di tutta la sua impavida arroganza e dimostrare quanto sia… privo di contenuti.

Sempre alla Camera, qualche giorno dopo, è stata la Lega, ultimamente defraudata dagli spettacoli penta stellati, a rispolverare gli slogan contro l’indulto e  il decreto svuota carceri (a proposito, ma il Parlamento ratifica solo più decreti?). Proprio loro parlano di delinquenti, fanno i duri e puri. Non siete più minimamente credibili, c’è chi urla più di voi, ma ammetto che il lampadato Buonanno, con le manette in mano, è sempre un bello spettacolo!

Anche Grasso, il presidente del Senato, non vuole proprio essere da meno. Ieri, nonostante il giudizio contrario del Consiglio di Presidenza,  ha dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare  il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla cosiddetta ‘compravendita di senatori’ che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il tribunale di Napoli. Evidentemente, per l’ennesima volta si è dimenticato di essere il presidente di tutti, ma ha dovuto cedere alle pressioni, per usare un eufemismo, del proprio partito. Grasso crede di essere ancora a Palermo, in procura? Dice di essere stato costretto a farlo per dovere morale, ma dove era la sua morale quando fu proprio il condannato Berlusconi a sceglierlo, al posto di Caselli, alla procura nazionale antimafia?

Qualcuno prima o poi mi dovrà spiegare il criterio con il quale si sono scelti in questa legislatura le seconde due cariche dello Stato. Entrambi, sia Grasso che la Boldrini, sono parlamentari di primo incarico e tra l’altro non si sono mai occupati di politica. I presidenti delle Assemblee legislative devono essere dei severi ed integerrimi vigili, scrupolosi conoscitori dei regolamenti e delle consuetudini parlamentari. Basta questo, non devono legiferare o altro, e per questo non serve scomodare “grandi” nomi per un’ansia di autorevolezza che abbiamo visto dove ci ha condotto. Forse Calderoli, per il solo fatto di essere senatore da molti anni, saprebbe gestire meglio l’Aula di un notabile ex magistrato avocato a quel ruolo per esclusivo motivi d’immagine. Forse un discorso simile lo si potrebbe fare per l’indaffaratissimo ministro Kyenge, ma preferisco non dilungarmi ulteriormente.

Sul fronte governativo Matteo Renzi prende spavaldamente sempre più le distanze dal presidente Letta (ma qualcuno glielo ha detto che fanno parte dello stesso partito?), esclude un suo coinvolgimento di ogni sorta nella squadra di governo, e paradossalmente rilegittima Berlusconi, che stando agli ultimi sondaggi tornerebbe a vincere.

E sapete chi permetterebbe al Cavaliere di potersela giocare fino all’ultima scheda alle prossime elezioni? L’Arturo Brachetti dello Scudo Crociato:  il sempripoltronato Pierfurby Casini.  E qualcuno pronostica addirittura che sarà proprio lui, in mancanza di altri, il leader della coalizione, candidato premier. Intanto per Roma gira un camper forzista che sponsorizza invece la candidatura di Marina, la primogenita di Berlusconi.

Credo che per questa settimana gli italiani abbiano visto abbastanza. Alcuni, ormai disillusi, avranno riso, altri  si saranno imbestialiti; qualcuno si sarà vergognato e qualcun’altro se ne sarà persino andato, ma io attendo con fibrillazione la prossima.


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