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Grizzlies, qual’è la formula vincente?

Creato il 12 dicembre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Sicuramente Memphis, a inizio stagione, appariva già come una delle squadre più intriganti della Lega: nonostante l’addio di O.J. Mayo, approdato ai Mavericks, in Tennessee si sperava che proseguisse il progetto di crescita degli uomini di Hollins, la cui avventura ai playoffs era forse finita prematuramente con l’eliminazione in gara 7 con i Clippers. Lo scorso anno era continuata la maledizione che non voleva vedere Gay e Randolph giocare assieme, con l’ex giocatore dei Knicks che aveva subito a gennaio la rottura del legamento crociato ed era stato costretto a saltare gran parte della stagione, tornando disponibile solo per una ventina di partite (partendo solo 8 volte in quintetto) prima dei playoffs. I quali, comunque, non ha potuto affrontare al meglio, contribuendo comunque con la sua consueta solidità, firmando 13 punti e quasi 10 rimbalzi a partita.

In questo primo assaggio di stagione, Zach Randolph e Rudy Gay sono (almeno per ora) in salute, ed offrono il loro contributo in quella che è una delle formazioni che dispone del miglior reparto lunghi della Lega. Marc Gasol, secondo molti addetti ai lavori, è diventato un giocatore migliore del fratello (anche se Pau è in un momento ben diverso della carriera, ed in ogni caso viene schierato come power forward piuttosto che pivot come Marc), con una grandissima crescita che lo scorso anno lo ha portato, meritatamente, a partecipare a quell’All-Star Game che proprio il Laker ha mancato, non essendo stato selezionato per la formazione della Western Conference. Gasol è ben coadiuvato dal già citato Randolph, che, soprattutto guardando le ultime partite, sembra quassi essere tornato il giocatore che trascinò i Grizzlies a vincere la prima serie ai playoffs della loro storia: sotto ai tabelloni resta una certezza, così come il suo tiro dalla media, spesso dal post. Uno dei punti di forza di Memphis è lo strapotere a rimbalzo; non a caso, Randolph è secondo nella Lega con 12.9 rimbalzi catturati a partita.

Gay, pur non avendo ancora compiuto il definitivo salto di qualità, si sta confermando leader di una squadra che non ha un realizzatore puro al servizio della squadra, ma in un gruppo che esprime gioco corale e corre molto in entrambi i lati del campo. In generale la squadra di coach Hollins sembra essere maturata ed è cambiato del tutto l’atteggiamento di un gruppo che fino ad un paio di anni fa era uno dei più inesperti della Lega; in attacco Conley si sta mostrando un ottimo passatore e sta viaggiando a oltre 6 assist a partita; non moltissimo, ma comunque sufficiente per una squadra che gioca molto in transizione e cerca di forzare pochi tiri muovendo sempre la palla.

Il vero punto di forza di questi Grizzlies è la difesa: stiamo parlando addirittura della migliore del campionato, che concede agli avversari solo 91 punti a partita. I soli 39 rimbalzi concessi in media, secondi solo a Chicago, testimonia la già citata superiorità sotto ai tabelloni della franchigia del Tennesee. Dopo un proibitivo inizio di stagione, il calendario si prospetta agevole per gli orsi almeno per un mesetto, prima che fra l’11 e il 23 gennaio la squadra affronterà Spurs, Clippers, Bulls, Lakers e Mavs, in una serie di test che forse ci potranno dire dove i Grizzlies potranno arrivare in questa stagione.

Sicuramente in quel di Memphis bisogna rimanere con i piedi per terra, ma chissà se, dopo due buone stagioni, si potrà auspicare a qualcosa di più. I Grizzlies hanno i mezzi per fare strada.


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