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Camminando per le strade di
Parigi è inevitabile,quanto impossibile,non rendersi conto della forte presenza di
Guy De Maupassant,l'uomo che nel corso dell'ottocento, grazie alla sua irrefrenabile(quanto breve) carriera letteraria, è riuscito ad essere identificato come un simbolo,diventando oggi quello che possiamo definire un uomo universale.D'altronde
Maupassant è ovunque:
"Maupassant era negli uomini e nelle cose di Francia"diceva
Alberto Savinio.Riusciamo a ritrovarlo non solo nelle stazioni,( la più importante la Gare de l'Est così isolata e allo stesso tempo tragica, fonte di guerra e disperazione messa a nudo in molte delle sue novelle ) ma anche nei monumenti, primo tra tutti la tanto odiata Tour Eiffel "
Il pugno nell'occhio di Parigi",nelle botteghe,negli uffici dei dipendenti pubblici a servizio della terza repubblica .Il fulcro della sua vera essenza,però,lo spirito malpassantiano( cit
Alberto Savinio) vero e proprio si trova negli uomini.Non c'è un solo tipo di persona,uomo o donna che sia, ad essere lasciato indietro nelle sue novelle.
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Iniziò tutto con "
Boule de Suif"nel 1880 e la raccolta dei racconti nell'opera "
Soiree de Médan". Storie di donne,meretrici per lo più,di guerra e amore, capaci di rendere onore ai temi della denuncia dei pregiudizi e la libertà sessuale così come anche nella novella :"
Le lit 29" ambientata in piena occupazione tedesca;"
La serra" in cui i coniugi Lerebour presi da voyerismo si lasceranno trasportare dalle effusioni amorose della loro cameriera e del compagno;continuando nel racconto "
La confessione"una ragazza ammette di donare prestazioni sessuali in cambio di viaggi gratuiti in treno.Dal sapore più umoristico "
Il delitto di compare bonifacio" un postino che suggestionato dai racconti di cronaca si sente perseguitato dalla morte,il matrimonio del signor Pierre Lètoile causato da un equivoco in "
Mia Moglie" o la storia della posseduta gatta in "
misti-ricordi di uno scapolo".A rendere, invece, evidente la fine di una carriera,di una vita e di un animo, sono sicuramente i racconti della pazzia,in pieno dramma emotivo,disarmato dall'angoscia e dalla paura,separato in quella che potremmo definire una doppia personalità,
"l'altro" presente nel corpo dello scrittore francese si rivela nelle novelle :"
Chissà?" , "
La mano dello scorticato" e "
Il gorla"
Uno spirito letterario pervaso dalla forte capacità sintetica,eclettico e critico, Maupassant è riuscito a dare un'immagine veritiera, quanto propria,della Francia alla fine dell'ottocento.
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Distaccandosi sia dall'approccio scientifico dell'amico Zola che dall'impegno naturalista del maestro Flaubert, ha conglomerato il reale ed il fantastico creando qualcosa di unico: lo stile della tragedia francese alla fine delle grandi guerre,ciò che le trasformazioni lasciano alla borghesia,non più attiva ma avara e corrotta,il turbamento dei sensi,la fine dei sogni.Lo scrittore elimina,nel corso del tempo, tutto ciò che gli appare sfocato o vaporoso; come i dipinti degli impressionisti suoi contemporanei, così poco netti e precisi, ricchi di possibilità interpretative.No,
Guy non poteva rappresentare la realtà in quel modo,il suo animo fragile non poteva sottostare alle regole del tempo,doveva dare a
Parigi qualcosa di diverso mascherandosi dietro la forza letteraria.Sarà stato proprio il suo sguardo da straniero,il suo "muso di toro normanno" a dargli una visione differente delle cose e degli uomini,la percezione delle sfaccettature più profonde e misteriose della città che lo renderanno succube dell'angoscia,della paura,della pazzia.
Guy De Maupassant, sebbene considerato dai critici e dagli intellettuali un uomo privo di idee proprie,senza il talento Flaubertiano e la capacità narrativa russa,
ci stupisce.
La sua narrativa così netta e ben posata ci dona un disarmante distacco nei confronti dei personaggi, messi a nudo nel contesto di cui sono protagonisti,lo scrittore ci regala la lucida e critica visione delle vicende esposte( racconti ferroviari per dirla alla maniera di
Alberto Savinio) ,della verità netta e pura, seppur brutale.L'uomo Normanno è ovunque perché si cela dietro i lati peggiori e migliori dei suoi personaggi,dietro le vite scandite dalla breve durata dei sue racconti e delle loro azioni. Un vero Parigino dell'ottocento.
L'uomo grosso e baffuto che ha cambiato il modo di considerare il realismo.
Articolo originale di Sentieri letterari.
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