Harrison Barnes, finita la high school da All-American, era uno dei giocatori più ricercati della nazione. Per lui si sono mosse su tutte: Duke, North Carolina, Kansas e UCLA; ovvero quattro atenei che hanno fatto la storia del basket collegiale.
Nella primavera dello scorso anno, Barnes, dopo essersi presentato in una gara al Cameron Indoor Stadium contro UNC con la maglia dei Blue Devils, sembrava avesse scelto l’università di coach K, salvo tornare indietro e scegliere di diventare un Tar Heel.
A Durham, ovviamente, non l’hanno presa benissimo.
Ora però, chi rimpiange la scelta fatta, pare essere proprio il talentuosissimo figlio dell’Iowa. Infatti le sue quotazione sono cadute vertiginosamente a sud, e con esse le possibilità di essere draftato con la prima scelta assoluta; cosa che sembrava quasi scontata a settembre.
Harrison è uno swingman di 201 centimetri con un sottovalutato trattamento di palla, atletismo di livello NBA, ottimo tiro, discrete doti come passatore e un eccellente IQ cestistico.
Ma allora perché sta producendo solamente 13 punti conditi da 5 rimbalzi in 27 minuti spesi sul parquet?
Le risposte sono molteplici e la causa maggiore è il sistema di gioco di coach Roy Williams, il quale favorisce maggiormente le altre stelline della squadra, quali John Henson e Tyler Zeller.
La circolazione di palla è appena un battito di ciglia sopra la sufficienza e per questo HB sta perdendo fiducia e fluidità, qualità che avevano incantato gli scout della Lega.
Inoltre Harrison è decisamente più portato per uno stile di gioco NBA, dove potrebbe trovare maggiori spazi concessi dalle difese per i suoi mortiferi uno-contro-uno.
Dopo l’inspiegabile partenza del playmaker titolare Larry Drew II, figlio dell’allenatore degli Hawks, e successivo aumento di minuti per Kendall Marshall, Barnes ha cominciato a dare segnali di risveglio.
Inizialmente la durezza mentale del numero 40 veniva messa in dubbio da molti, ma ora, dopo diversi tiri importanti, l’ultimo messo a segno mercoledì ha regalato ai Tar Heels la vittoria su Florida State, sembrano vacillare altri aspetti del gioco, come la difesa o il gioco “off the ball”. Ma sono sicuro che ciò sia dovuto agli scarsi stimoli che Chapel Hill gli sta offrendo.
Nonostante un avvio di stagione tutt’altro che incoraggiante Barnes, nella maggioranza dei mock draft viene inserito non oltre la decima chiamata assoluta.
Mentre qualcuno ipotizza che Harrison dovrebbe diventare sophmore per stringere la mano a Stern, così facendo eviterebbe anche il pericolo lockout, molti GM aspettano i Draft combine e i workout indivduali per giudicare obiettivamante lo swingman.
Marzo, con North Carolina impegnata nel torneo NCAA si ipotizza a lungo, ci darà grandi risposte su questo giocatore spesso paragonato a Michael Jordan.
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